Descrizione

Piccola comunità di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole, soprattutto risicole, ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I terdobbiatesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono tra il nucleo urbano minore di Cascina Calzavacca e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che partono da un minimo di 121 e arrivano a un massimo di 130 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da una fase di forte espansione edilizia, rispecchia le caratteristiche del territorio comunale, mostrando un andamento plano-altimetrico tipico delle zone pianeggianti. Lo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una croce in decusse, azzurra e dorata, accompagnata, in capo, da un drago verde che vomita fiamme rosse e, in punta, da un monte verde a tre cime.

Piccola comunità di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole, soprattutto risicole, ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I terdobbiatesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; solo pochi si distribuiscono tra il nucleo urbano minore di Cascina Calzavacca e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che partono da un minimo di 121 e arrivano a un massimo di 130 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da una fase di forte espansione edilizia, rispecchia le caratteristiche del territorio comunale, mostrando un andamento plano-altimetrico tipico delle zone pianeggianti. Lo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da una croce in decusse, azzurra e dorata, accompagnata, in capo, da un drago verde che vomita fiamme rosse e, in punta, da un monte verde a tre cime.

Storia

Il toponimo, documentato fin dall’anno 881, compare con “Tardoblate” e poi “Terdublate”: esso si presenta come un derivato di origine gallica in -ATE, proveniente dal nome del torrente che percorre la zona. Viene citata per la prima volta in un documento del 881 nel quale due abitanti del luogo compaiono come testimoni a Novara in un atto di compravendita. Dopo questa data le notizie relative alle sue vicende si offuscano e solo nel 1347, nelle “Consignationes”, si legge che si era organizzata in comune rustico e l’abitato era difeso da un fossato e da una palizzata. Al Quattrocento risalgono, invece, i documenti che attestano l’esistenza del castello. Nel 1469 è data la separazione, attuata dal duca Galeazzo Maria Sforza, dalla città di Novara e la cessione in feudo a Giovanni Filippo da Trecate, passando, alla morte di costui, alla figlia Costantina e, dopo i figli di quest’ultima, a Giovanni Pietro Cicogna, un comandante dell’esercito di Carlo V. Interessante, sotto il profilo storico-artistico, è il castello, di cui restano le strutture interne. Ristrutturato agli inizi del Settecento, presenta l’impianto a forma rettangolare, con quattro torri cilindriche ai lati, con all’interno un ampio salone e vaste sale, una delle quali custodisce armature e armi degli antenati dei Cicogna. Degna di nota sono pure la parrocchiale dei Santissimi Giorgio e Maurizio, edificata in uno stile simile a quello romanico, e il palazzo comunale, abbellito da una torre con orologio dei primi del Novecento.

Il toponimo, documentato fin dall’anno 881, compare con “Tardoblate” e poi “Terdublate”: esso si presenta come un derivato di origine gallica in -ATE, proveniente dal nome del torrente che percorre la zona. Viene citata per la prima volta in un documento del 881 nel quale due abitanti del luogo compaiono come testimoni a Novara in un atto di compravendita. Dopo questa data le notizie relative alle sue vicende si offuscano e solo nel 1347, nelle “Consignationes”, si legge che si era organizzata in comune rustico e l’abitato era difeso da un fossato e da una palizzata. Al Quattrocento risalgono, invece, i documenti che attestano l’esistenza del castello. Nel 1469 è data la separazione, attuata dal duca Galeazzo Maria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SFORZA'>Sforza</a>, dalla città di Novara e la cessione in feudo a Giovanni Filippo da Trecate, passando, alla morte di costui, alla figlia Costantina e, dopo i figli di quest’ultima, a Giovanni Pietro Cicogna, un comandante dell’esercito di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CARLOV'>Carlo V</a>. Interessante, sotto il profilo storico-artistico, è il castello, di cui restano le strutture interne. Ristrutturato agli inizi del Settecento, presenta l’impianto a forma rettangolare, con quattro torri cilindriche ai lati, con all’interno un ampio salone e vaste sale, una delle quali custodisce armature e armi degli antenati dei Cicogna. Degna di nota sono pure la parrocchiale dei Santissimi Giorgio e Maurizio, edificata in uno stile simile a quello romanico, e il palazzo comunale, abbellito da una torre con orologio dei primi del Novecento.

Economia

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono soprattutto riso, mais e frumento; si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini. Il tessuto industriale è costituito da piccole imprese operanti nei comparti alimentare, tessile, delle confezioni, dei prodotti farmaceutici ed edile. Modesta è anche l’attività del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza. Le scuole presenti assicurano la frequenza delle sole classi materne. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono soprattutto riso, mais e frumento; si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini. Il tessuto industriale è costituito da piccole imprese operanti nei comparti alimentare, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni, dei prodotti farmaceutici ed edile. Modesta è anche l’attività del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di una certa rilevanza. Le scuole presenti assicurano la frequenza delle sole classi materne. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

La carenza di infrastrutture e la penuria di servizi atti a consentire, a quanti vi si rechino, un piacevole soggiorno, hanno frenato lo sviluppo turistico della zona. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Sebbene sia in una fase evolutiva, non ha ancora intrapreso un’opera di valorizzazione atta a richiamare visitatori dai dintorni con manifestazioni culturali o ricreative che ricalcano le radici del territorio. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia l’ultima domenica di aprile. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo. Dal 1982 è gemellata con St. Julien Le Montagne (Francia).

La carenza di infrastrutture e la penuria di servizi atti a consentire, a quanti vi si rechino, un piacevole soggiorno, hanno frenato lo sviluppo turistico della zona. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Sebbene sia in una fase evolutiva, non ha ancora intrapreso un’opera di valorizzazione atta a richiamare visitatori dai dintorni con manifestazioni culturali o ricreative che ricalcano le radici del territorio. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia l’ultima domenica di aprile. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo. Dal 1982 è gemellata con St. Julien Le Montagne (Francia).

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Terdobbiate rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.