Descrizione

Piccola comunità di montagna, dalle origini medievali, con un'economia basata tradizionalmente ed esclusivamente sulle attività zootecniche e sull'allevamento. La comunità dei tartanesi, nella quale si registra un indice di vecchiaia alto rispetto ai valori della media, è distribuita, oltre che nel capoluogo comunale, in numerose località sparse sul territorio, quali: Campo, Bormini, Dosso Sotto, Fraccia, Gavazzi, Ronco e Sant'Antonio. Il territorio comunale, punteggiato di baite caratteristiche, fa rilevare un fenomeno di forte espansione edilizia, snodandosi lungo la vallata percorsa dal torrente omonimo e presenta un profilo geometrico piuttosto mosso, con considerevoli variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 270 metri sul livello del mare, ad un massimo di 2.519.  

Piccola comunità di montagna, dalle origini medievali, con un'economia basata tradizionalmente ed esclusivamente sulle attività zootecniche e sull'allevamento. La comunità dei tartanesi, nella quale si registra un indice di vecchiaia alto rispetto ai valori della media, è distribuita, oltre che nel capoluogo comunale, in numerose località sparse sul territorio, quali: Campo, Bormini, Dosso Sotto, Fraccia, Gavazzi, Ronco e Sant'Antonio. Il territorio comunale, punteggiato di baite caratteristiche, fa rilevare un fenomeno di forte espansione edilizia, snodandosi lungo la vallata percorsa dal torrente omonimo e presenta un profilo geometrico piuttosto mosso, con considerevoli variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 270 metri sul livello del mare, ad un massimo di 2.519.  

Storia

Il toponimo viene generalmente fatto derivare, da parte degli studiosi, dal nome del torrente e della valle nella quale si adagia il territorio comunale; alcune teorie vi colgono la radice etrusca "tart", da cui derivano anche alcuni nomi di persona latini. Documenti notarili trecenteschi attestano l'importanza degli alpeggi che costituiscono oggi gran parte del territorio comunale e che venivano gestiti, per conto di possidenti di Como e Morbegno, dai pastori della valle per ricavarne il sostentamento quotidiano. In genere tutti gli insediamenti umani sorti nella zona ebbero come scopo iniziale e finale lo sfruttamento delle risorse agricole locali: ancora oggi sono visibili in alcune zone antiche abitazioni realizzate in legno e pietre. A causa dei difficili collegamenti, che fino agli anni '60 avvenivano soltanto per mezzo di anguste e tortuose mulattiere, la zona rimase praticamente isolata e pertanto lontana ed esclusa dagli eventi storici che interessarono la pianura morbegnese. Occasionali e sporadici furono anche i rapporti commerciali con i centri vicini e con la pianura. L'abitato è abbellito dalla chiesa parrocchiale dedicata a S. Barnaba, costruita nel XVI secolo, restaurata ed ampliata nel Seicento e nell'Ottocento; nell'interno conserva statue lignee dorate del '700, che raffigurano l'Addolorata, S. Barnaba e la Madonna con il Bambino. La vicina provincia di Bergamo è stata occasionalmente meta di flussi migratori dei tartanesi, in particolar modo nei periodi di crisi e soprattutto durante la depressione del 1929. Il depauperamento demografico ha fatto registrare livelli di guardia tra i due ultimi censimenti generali della popolazione (1981 e 1991).  

Il toponimo viene generalmente fatto derivare, da parte degli studiosi, dal nome del torrente e della valle nella quale si adagia il territorio comunale; alcune teorie vi colgono la radice <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=ETRUSCA'>etrusca</a> "tart", da cui derivano anche alcuni nomi di persona latini. Documenti notarili trecenteschi attestano l'importanza degli alpeggi che costituiscono oggi gran parte del territorio comunale e che venivano gestiti, per conto di possidenti di Como e Morbegno, dai pastori della valle per ricavarne il sostentamento quotidiano. In genere tutti gli insediamenti umani sorti nella zona ebbero come scopo iniziale e finale lo sfruttamento delle risorse agricole locali: ancora oggi sono visibili in alcune zone antiche abitazioni realizzate in legno e pietre. A causa dei difficili collegamenti, che fino agli anni '60 avvenivano soltanto per mezzo di anguste e tortuose mulattiere, la zona rimase praticamente isolata e pertanto lontana ed esclusa dagli eventi storici che interessarono la pianura morbegnese. Occasionali e sporadici furono anche i rapporti commerciali con i centri vicini e con la pianura. L'abitato è abbellito dalla chiesa parrocchiale dedicata a S. Barnaba, costruita nel XVI secolo, restaurata ed ampliata nel Seicento e nell'Ottocento; nell'interno conserva statue lignee dorate del '700, che raffigurano l'Addolorata, S. Barnaba e la Madonna con il Bambino. La vicina provincia di Bergamo è stata occasionalmente meta di flussi migratori dei tartanesi, in particolar modo nei periodi di crisi e soprattutto durante la depressione del 1929. Il depauperamento demografico ha fatto registrare livelli di guardia tra i due ultimi censimenti generali della popolazione (1981 e 1991).  

Economia

La vita economica della comunità ruota essenzialmente attorno alle tradizionali attività collegate con la zootecnia, che da sempre hanno costituito la maggiore, e per certi versi unica fonte di reddito di questa zona: sono molto sviluppati infatti gli allevamenti di bestiame, soprattutto di bovini e di ovini, e, seppure in misura minore, quelli di caprini e suini. Non si segnalano invece colture di particolare rilievo, se non quelle destinate ad esclusivo utilizzo familiare. L'industria è praticamente assente, se non si considera la presenza di una impresa del comparto edile. Dal punto di vista scolastico, gli istituti presenti sul territorio impartiscono solo l'istruzione materna e quella elementare e mancano strutture culturali come le biblioteche; anche le strutture per lo sport e per il tempo libero sono assenti. I pubblici esercizi e le strutture ricettive permettono la ristorazione dei visitatori, mentre la rete commerciale e distributiva è commisurata alle esigenze dell'abitato. Non ci sono particolari servizi sociali e le strutture sanitarie, sia di tipo ospedaliero che per garantire il servizio farmaceutico, sono assenti.  

La vita economica della comunità ruota essenzialmente attorno alle tradizionali attività collegate con la zootecnia, che da sempre hanno costituito la maggiore, e per certi versi unica fonte di reddito di questa zona: sono molto sviluppati infatti gli allevamenti di bestiame, soprattutto di bovini e di ovini, e, seppure in misura minore, quelli di caprini e suini. Non si segnalano invece colture di particolare rilievo, se non quelle destinate ad esclusivo utilizzo familiare. L'industria è praticamente assente, se non si considera la presenza di una impresa del comparto edile. Dal punto di vista scolastico, gli istituti presenti sul territorio impartiscono solo l'istruzione materna e quella elementare e mancano strutture culturali come le biblioteche; anche le strutture per lo sport e per il tempo libero sono assenti. I pubblici esercizi e le strutture ricettive permettono la ristorazione dei visitatori, mentre la rete commerciale e distributiva è commisurata alle esigenze dell'abitato. Non ci sono particolari servizi sociali e le strutture sanitarie, sia di tipo ospedaliero che per garantire il servizio farmaceutico, sono assenti.  

Relazioni

La comunità è solo marginalmente toccata dal movimento turistico che, soprattutto nel periodo estivo, hanno come meta il Parco delle Orobie; anche i rapporti con i centri vicini, dovuti alla dipendenza economica e alla necessità di usufruire dei servizi e delle strutture dei paesi meglio dotati, non si presentano particolarmente rilevanti. Il calendario delle manifestazioni e degli eventi speciali non contempla particolari ricorrenze nel corso dell'anno. La comunità festeggia come Patrono S. Barnaba, che viene ricordato l'11 giugno.  

La comunità è solo marginalmente toccata dal movimento turistico che, soprattutto nel periodo estivo, hanno come meta il Parco delle Orobie; anche i rapporti con i centri vicini, dovuti alla dipendenza economica e alla necessità di usufruire dei servizi e delle strutture dei paesi meglio dotati, non si presentano particolarmente rilevanti. Il calendario delle manifestazioni e degli eventi speciali non contempla particolari ricorrenze nel corso dell'anno. La comunità festeggia come Patrono S. Barnaba, che viene ricordato l'11 giugno.  

Località

Bormini, Campo, Costa, Dosso Sotto, Fraccia, Gavazzi, Piana, Ronco, Sant'Antonio

Bormini, Campo, Costa, Dosso Sotto, Fraccia, Gavazzi, Piana, Ronco, Sant'Antonio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Tartano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.