Descrizione

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si fonda su tutti i settori produttivi. Gli stazzanesi, aventi un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 601 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta un castello turrito rosso, merlato alla guelfa e fondato su una campagna verde.

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si fonda su tutti i settori produttivi. Gli stazzanesi, aventi un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 601 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta un castello turrito rosso, merlato alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFA'>guelfa</a> e fondato su una campagna verde.

Storia

La sua denominazione deriva dalla forma prediale STATIANUS, derivante dal nome personale STATIUS, a cui è applicato il suffisso -ANUS. Varianti a questa forma sono: “Stazanum”, “Stacianus” e “Staçano”. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come attestato da due documenti del 935 e del 974. Nel primo Oglerio, vescovo di Lodi, assegnò una piccola parte del suo territorio al conte Alberico e nel secondo si ebbe la registrazione di un atto in cui, per la prima volta, si parlò di un MONS STATIANI. Molti dei suoi beni appartennero, in quegli anni, all’abbazia di San Pietro di Precipiano, e, come sancito da una bolla del papa Adriano IV, il suo territorio venne ceduto in feudo al vescovato di Tortona. Nel XII secolo, con la discesa in Italia di Federico I di Svevia, venne duramente saccheggiata e parzialmente incendiata dalle truppe alleate dell’imperatore, provenienti da Pavia. Dopo essere stata recuperata dai tortonesi, venne nuovamente conquistata da Federico; nel 1176, però, ritornò a essere possedimento di Tortona. Come altri territori della zona, anch’essa entrò nella sfera di conquista dei marchesi del Monferrato e dei Visconti; nel 1278 Tortona stipulò un trattato con Guglielmo VII, sancendo, così, il suo passaggio ai marchesi. Successivamente il suo controllo passò nelle mani dei Girardengo di Novi e dei Busseti che ne detennero la signoria fino all’arrivo dell’imperatore Enrico VII. Nel 1315, anno dell’inizio del dominio dei Visconti, i vescovi di Tortona iniziarono la loro lotta per recuperare il feudo, il quale ritornò sotto la loro giurisdizione dal 1323 al 1347. In seguito i Visconti riconquistarono il territorio, governandolo per quasi tutto il XIV secolo. Ma nel 1450, con il ritorno in scena del vescovato tortonese, per il feudo iniziò un nuovo periodo: un vicario secolare venne inviato dal vescovo per l’amministrazione della giustizia e la custodia dei propri documenti. Purtroppo il periodo di pace finì con l’arrivo delle truppe francesi nel 1529. Verso la fine del XVIII secolo i possedimenti locali vennero ceduti dal vescovo a Vittorio Amedeo III di Savoia, la cui famiglia, dopo la parentesi napoleonica, rimase in possesso dei suoi territori. Tra le vestigia del passato figurano: la parrocchiale di San Giorgio, edificata nel 1584-88; il castello del XVI secolo, restaurato nell’Ottocento e ospitante il seminario “Leone XIII”; il santuario della Madonna di Monte Spineto, eretta come luogo di rifugio per la popolazione durante le invasioni.

La sua denominazione deriva dalla forma prediale STATIANUS, derivante dal nome personale STATIUS, a cui è applicato il suffisso -ANUS. Varianti a questa forma sono: “Stazanum”, “Stacianus” e “Staçano”. Le sue origini risalgono al periodo medievale, come attestato da due documenti del 935 e del 974. Nel primo Oglerio, vescovo di Lodi, assegnò una piccola parte del suo territorio al conte Alberico e nel secondo si ebbe la registrazione di un atto in cui, per la prima volta, si parlò di un MONS STATIANI. Molti dei suoi beni appartennero, in quegli anni, all’abbazia di San Pietro di Precipiano, e, come sancito da una bolla del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PAPAADRIANOIV'>papa Adriano IV</a>, il suo territorio venne ceduto in feudo al vescovato di Tortona. Nel XII secolo, con la discesa in Italia di Federico I di Svevia, venne duramente saccheggiata e parzialmente incendiata dalle truppe alleate dell’imperatore, provenienti da Pavia. Dopo essere stata recuperata dai tortonesi, venne nuovamente conquistata da Federico; nel 1176, però, ritornò a essere possedimento di Tortona. Come altri territori della zona, anch’essa entrò nella sfera di conquista dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDELMONFERRATO'>marchesi del Monferrato</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>; nel 1278 Tortona stipulò un trattato con Guglielmo VII, sancendo, così, il suo passaggio ai marchesi. Successivamente il suo controllo passò nelle mani dei Girardengo di Novi e dei Busseti che ne detennero la signoria fino all’arrivo dell’imperatore Enrico VII. Nel 1315, anno dell’inizio del dominio dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, i vescovi di Tortona iniziarono la loro lotta per recuperare il feudo, il quale ritornò sotto la loro giurisdizione dal 1323 al 1347. In seguito i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a> riconquistarono il territorio, governandolo per quasi tutto il XIV secolo. Ma nel 1450, con il ritorno in scena del vescovato tortonese, per il feudo iniziò un nuovo periodo: un vicario secolare venne inviato dal vescovo per l’amministrazione della giustizia e la custodia dei propri documenti. Purtroppo il periodo di pace finì con l’arrivo delle truppe francesi nel 1529. Verso la fine del XVIII secolo i possedimenti locali vennero ceduti dal vescovo a Vittorio Amedeo III di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, la cui famiglia, dopo la parentesi napoleonica, rimase in possesso dei suoi territori. Tra le vestigia del passato figurano: la parrocchiale di San Giorgio, edificata nel 1584-88; il castello del XVI secolo, restaurato nell’Ottocento e ospitante il seminario “Leone XIII”; il santuario della Madonna di Monte Spineto, eretta come luogo di rifugio per la popolazione durante le invasioni.

Economia

Il settore primario rappresenta, ancora oggi, una voce importante nell’economia stazzanese, con coltivazioni di ortaggi, granoturco, cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di avicoli, ovini, caprini, suini, bovini ed equini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti dell’edilizia, della metallurgia, della metalmeccanica, del tessile, dell’estrazione di sabbia, ghiaia e argilla, della lavorazione e conservazione delle carni, dei prodotti alimentari, del legno e della carta. Rilevante è il numero di esercizi commerciali che compongono la locale rete distributiva, affiancata da servizi più qualificati, come quelli bancario e informatico. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto è possibile frequentare solamente le classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica e il museo civico di storia naturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Il settore primario rappresenta, ancora oggi, una voce importante nell’economia stazzanese, con coltivazioni di ortaggi, granoturco, cereali, frumento, foraggi, uva e altra frutta; si pratica anche l’allevamento di avicoli, ovini, caprini, suini, bovini ed equini. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti dell’edilizia, della metallurgia, della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=METALMECCANICA'>metalmeccanica</a>, del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, dell’estrazione di sabbia, ghiaia e argilla, della lavorazione e conservazione delle carni, dei prodotti alimentari, del legno e della carta. Rilevante è il numero di esercizi commerciali che compongono la locale rete distributiva, affiancata da servizi più qualificati, come quelli bancario e informatico. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto è possibile frequentare solamente le classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica e il museo civico di storia naturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non sia meta di particolare richiamo turistico, offre la possibilità di effettuare escursioni a chiunque desideri godere della tranquillità dell’ambiente naturale e delle sue bellezze architettoniche. Tra le manifestazioni si segnalano: la “Fiera di maggio”, a maggio, e la fiera di fine estate, a settembre. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.

Sebbene non sia meta di particolare richiamo turistico, offre la possibilità di effettuare escursioni a chiunque desideri godere della tranquillità dell’ambiente naturale e delle sue bellezze architettoniche. Tra le manifestazioni si segnalano: la “Fiera di maggio”, a maggio, e la fiera di fine estate, a settembre. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.

Località

Albarasca, Madonna del Monte Spineto, Vargo

Albarasca, Madonna del Monte Spineto, Vargo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Stazzano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.