Descrizione

Comune di pianura, di origine medioevale, la cui economia si fonda sulla coesistenza di attività agricole e industriali. La comunità degli spinedesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, è distribuita, oltre che nel capoluogo comunale, in aggregati urbani minori. Il territorio comunale, attraversato dal canale Navarolo, offre un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L'abitato, circondato da una ricca campagna, presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è uno scudo partito, in cui sono raffigurati: su sfondo azzurro, una torre d'argento merlata alla ghibellina e, su sfondo rosso, un leone rampante anch'esso d'argento.

Comune di pianura, di origine medioevale, la cui economia si fonda sulla coesistenza di attività agricole e industriali. La comunità degli spinedesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, è distribuita, oltre che nel capoluogo comunale, in aggregati urbani minori. Il territorio comunale, attraversato dal canale Navarolo, offre un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L'abitato, circondato da una ricca campagna, presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è uno scudo partito, in cui sono raffigurati: su sfondo azzurro, una torre d'argento merlata alla ghibellina e, su sfondo rosso, un leone rampante anch'esso d'argento.

Storia

Il toponimo deriva dal termine latino SPINETUM ovvero 'arbusto spinoso', da cui il territorio era invaso prima delle opere di bonifica. I reperti e gli scavi rinvenuti (attribuibili ad insediamenti preistorici) lasciano inferire i tentativi intrapresi dall'uomo, già in quell'era, per sottrarre terra coltivabile alla palude. Le citazioni storiche più antiche risalgono al 1034 e si riferiscono ad una compravendita di terreni intrapresa dai conti di Sabbioneta. Ebbero possedimenti in quei luoghi l'ordine benedettino dell'abbazia di Leno, cui Federico Barbarossa confermò i diritti nel 1177, ed in seguito (nel 1194) il monastero di San Benedetto in Polirone. Le vicende del XIII secolo vedono il borgo inserito nella politica del Cremonese, cui rimase legato sino al XV secolo. Nel 1415, divenuto territorio di confine in seguito all'annessione al ducato di Mantova di alcuni centri limitrofi, si trovò coinvolto negli scontri tra l'esercito della Repubblica Veneta, che lo occupò per undici anni, e i Visconti, dei quali era divenuto possesso nel XV secolo. Nei tre secoli successivi i Visconti lo concessero in feudo alle diverse famiglie che si allearono con Milano durante la sua politica espansionistica: vi si avvicendarono prima i Sanseverino, ai quali subentrarono nel 1511 i Gonzaga, passò quindi al generale Gastaldi ed infine di nuovo ai Sanseverino, che lo tennero sino al 1532. Con l'avvento della dominazione spagnola nel Milanese, che si protrasse fino al 1713, il borgo si trovò di nuovo al margine del confine con il territorio mantovano e quindi esposto alle aggressioni ed a sanguinosi saccheggi perpetrati dalle truppe germaniche. Tra le testimonianze architettoniche del passato figurano la chiesa parrocchiale dedicata a San Salvatore, eretta nella prima metà dell'Ottocento, e la cinquecentesca villa Cavalcabò, residenza di una influente famiglia di Cremona, ampliata agli inizi dell'Ottocento.

Il toponimo deriva dal termine latino SPINETUM ovvero 'arbusto spinoso', da cui il territorio era invaso prima delle opere di bonifica. I reperti e gli scavi rinvenuti (attribuibili ad insediamenti preistorici) lasciano inferire i tentativi intrapresi dall'uomo, già in quell'era, per sottrarre terra coltivabile alla palude. Le citazioni storiche più antiche risalgono al 1034 e si riferiscono ad una compravendita di terreni intrapresa dai conti di Sabbioneta. Ebbero possedimenti in quei luoghi l'ordine benedettino dell'abbazia di Leno, cui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a> confermò i diritti nel 1177, ed in seguito (nel 1194) il monastero di San Benedetto in Polirone. Le vicende del XIII secolo vedono il borgo inserito nella politica del Cremonese, cui rimase legato sino al XV secolo. Nel 1415, divenuto territorio di confine in seguito all'annessione al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=DUCATODIMANTOVA'>ducato di Mantova</a> di alcuni centri limitrofi, si trovò coinvolto negli scontri tra l'esercito della Repubblica Veneta, che lo occupò per undici anni, e i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, dei quali era divenuto possesso nel XV secolo. Nei tre secoli successivi i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a> lo concessero in feudo alle diverse famiglie che si allearono con Milano durante la sua politica espansionistica: vi si avvicendarono prima i Sanseverino, ai quali subentrarono nel 1511 i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GONZAGA'>Gonzaga</a>, passò quindi al generale Gastaldi ed infine di nuovo ai Sanseverino, che lo tennero sino al 1532. Con l'avvento della dominazione spagnola nel Milanese, che si protrasse fino al 1713, il borgo si trovò di nuovo al margine del confine con il territorio mantovano e quindi esposto alle aggressioni ed a sanguinosi saccheggi perpetrati dalle truppe germaniche. Tra le testimonianze architettoniche del passato figurano la chiesa parrocchiale dedicata a San Salvatore, eretta nella prima metà dell'Ottocento, e la cinquecentesca villa Cavalcabò, residenza di una influente famiglia di Cremona, ampliata agli inizi dell'Ottocento.

Economia

L'andamento dell'economia dipende in massima parte dall'agricoltura, che costituisce di gran lunga l'attività prevalente e quindi la principale fonte di reddito. La comunità, piccola e operosa, è dedita alla coltura di vite, cereali (in particolare frumento), ortaggi e foraggi oltre che all'allevamento di bovini e suini da carne e da latte. Al tradizionale settore primario si affiancano alcune piccole imprese edili. La rete commerciale, di dimensioni modeste, rappresenta buona parte delle attività terziarie. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle dimensioni del comune: non si registra la presenza di particolari strutture sociali o sportive; c'è invece una biblioteca comunale per la conservazione e la diffusione della cultura. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l'istruzione primaria e sono del tutto assenti le strutture ricettive. L'assenza delle strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi nei centri vicini anche per i servizi di base.

L'andamento dell'economia dipende in massima parte dall'agricoltura, che costituisce di gran lunga l'attività prevalente e quindi la principale fonte di reddito. La comunità, piccola e operosa, è dedita alla coltura di vite, cereali (in particolare frumento), ortaggi e foraggi oltre che all'allevamento di bovini e suini da carne e da latte. Al tradizionale settore primario si affiancano alcune piccole imprese edili. La rete commerciale, di dimensioni modeste, rappresenta buona parte delle attività terziarie. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle dimensioni del comune: non si registra la presenza di particolari strutture sociali o sportive; c'è invece una biblioteca comunale per la conservazione e la diffusione della cultura. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l'istruzione primaria e sono del tutto assenti le strutture ricettive. L'assenza delle strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi nei centri vicini anche per i servizi di base.

Relazioni

Vive un rapporto intenso con il circondario, cui si rivolge per ragioni di studio, di lavoro, per esigenze commerciali o per l'espletamento di pratiche burocratiche. Pur non essendo una meta turistica di grande richiamo, numerosi sono gli eventi e le manifestazioni di piazza che l'animano: la prima domenica dopo Pasqua viene organizzata la tradizionale sagra di San Vincenzo, mentre l'ultima domenica di agosto è possibile gustare i prodotti tipici locali nell'ambito della sagra di San Salvatore; nel mese di settembre si tiene ogni anno una importante fiera con esposizione di macchine agricole, prodotti per l'agricoltura e prodotti alimentari, evento che determina un grosso afflusso di visitatori dai paesi vicini. Infine a dicembre viene ricordata la Natività con la suggestiva rappresentazione del presepe vivente. Il mercato ambulante si tiene, tutte le settimane, il lunedì pomeriggio. Patrono è S. Vincenzo, la cui ricorrenza viene festeggiata il lunedì successivo quello dell'Angelo.

Vive un rapporto intenso con il circondario, cui si rivolge per ragioni di studio, di lavoro, per esigenze commerciali o per l'espletamento di pratiche burocratiche. Pur non essendo una meta turistica di grande richiamo, numerosi sono gli eventi e le manifestazioni di piazza che l'animano: la prima domenica dopo Pasqua viene organizzata la tradizionale sagra di San Vincenzo, mentre l'ultima domenica di agosto è possibile gustare i prodotti tipici locali nell'ambito della sagra di San Salvatore; nel mese di settembre si tiene ogni anno una importante fiera con esposizione di macchine agricole, prodotti per l'agricoltura e prodotti alimentari, evento che determina un grosso afflusso di visitatori dai paesi vicini. Infine a dicembre viene ricordata la Natività con la suggestiva rappresentazione del presepe vivente. Il mercato ambulante si tiene, tutte le settimane, il lunedì pomeriggio. Patrono è S. Vincenzo, la cui ricorrenza viene festeggiata il lunedì successivo quello dell'Angelo.

Località

Casotta, Palazzo, San Fiore

Casotta, Palazzo, San Fiore

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Spineda rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.