Descrizione

Comune di pianura, probabilmente di origine medievale, le cui attività economiche sono concentrate nei settori primario e secondario. Gli scandolaresi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, abitano, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle località di Fienile e Pieve Fiamena. Il territorio, che non mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche davvero modeste; di conseguenza il centro abitato ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante.

Comune di pianura, probabilmente di origine medievale, le cui attività economiche sono concentrate nei settori primario e secondario. Gli scandolaresi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, abitano, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle località di Fienile e Pieve Fiamena. Il territorio, che non mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche davvero modeste; di conseguenza il centro abitato ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante.

Storia

La prima parte del toponimo è da ricondurre alla voce dialettale "scàndola", con significato di 'farro' o 'orzo', cui si aggiunge il suffisso -aria, di valore collettivo; la seconda parte fa riferimento alla sua ubicazione presso il fiume. Le origini dell'insediamento sono incerte: le testimonianze documentali più antiche rimontano al XII secolo. Sicuramente la sua posizione sulle rive dell'Oglio (confine tra i territori di due grandi città, Brescia e Cremona) giocò un ruolo fondamentale per le vicende storiche del territorio; nel corso dei secoli, infatti, quest'ultimo fu teatro di molteplici battaglie miranti a conquistare le rive del fiume, dove nacquero numerose roccaforti. Proprio qui ebbe luogo, nei primi decenni del XIII secolo, una delle tante schermaglie tra Brescia e Cremona, durante la quale il podestà di Cremona, Arrigo Granone Tortonese, deviò le acque dell'Oglio, privando la fortezza di Seniga della difesa del fossato e mietendo, così, numerose vittime tra i bresciani. Il castello locale, che venne edificato in questo periodo, venne concesso, insieme agli altri possedimenti di Binanuova, ad un nobile cremonese, Bartolomeo Gazzo, da parte del duca di Milano, Francesco I Sforza. Il castello, che a partire dal XV secolo è stato più volte ristrutturato, con rimaneggiamenti che lo hanno reso dimora residenziale, conserva ancora elementi della struttura originaria: a pianta quadrangolare, ha un largo fossato e mostra sulla torre d'ingresso i segni di un ponte levatoio. Per l'architettura sacra si ricorda la parrocchiale, dedicata a San Michele, che si erge proprio accanto al fossato del castello: sicuramente sottoposta alla giurisdizione di una pieve, fu realizzata nel XII secolo e alla fine dell'Ottocento è stata ampiamente rimaneggiata in stile neogotico; la facciata a capanna, con grande portale e rosone centrale, si sviluppa a notevole altezza ed è affiancata da un campanile in mattoni con cupoletta.  

La prima parte del toponimo è da ricondurre alla voce dialettale "scàndola", con significato di 'farro' o 'orzo', cui si aggiunge il suffisso -aria, di valore collettivo; la seconda parte fa riferimento alla sua ubicazione presso il fiume. Le origini dell'insediamento sono incerte: le testimonianze documentali più antiche rimontano al XII secolo. Sicuramente la sua posizione sulle rive dell'Oglio (confine tra i territori di due grandi città, Brescia e Cremona) giocò un ruolo fondamentale per le vicende storiche del territorio; nel corso dei secoli, infatti, quest'ultimo fu teatro di molteplici battaglie miranti a conquistare le rive del fiume, dove nacquero numerose roccaforti. Proprio qui ebbe luogo, nei primi decenni del XIII secolo, una delle tante schermaglie tra Brescia e Cremona, durante la quale il podestà di Cremona, Arrigo Granone Tortonese, deviò le acque dell'Oglio, privando la fortezza di Seniga della difesa del fossato e mietendo, così, numerose vittime tra i bresciani. Il castello locale, che venne edificato in questo periodo, venne concesso, insieme agli altri possedimenti di Binanuova, ad un nobile cremonese, Bartolomeo Gazzo, da parte del duca di Milano, Francesco I <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SFORZA'>Sforza</a>. Il castello, che a partire dal XV secolo è stato più volte ristrutturato, con rimaneggiamenti che lo hanno reso dimora residenziale, conserva ancora elementi della struttura originaria: a pianta quadrangolare, ha un largo fossato e mostra sulla torre d'ingresso i segni di un ponte levatoio. Per l'architettura sacra si ricorda la parrocchiale, dedicata a San Michele, che si erge proprio accanto al fossato del castello: sicuramente sottoposta alla giurisdizione di una pieve, fu realizzata nel XII secolo e alla fine dell'Ottocento è stata ampiamente rimaneggiata in stile neogotico; la facciata a capanna, con grande portale e rosone centrale, si sviluppa a notevole altezza ed è affiancata da un campanile in mattoni con cupoletta.  

Economia

La popolazione locale si dedica con discreto profitto alle attività industriali e, soprattutto, a quelle agricole. Le industrie sono rappresentate da aziende attive nei comparti tessile e dell'abbigliamento. L'agricoltura trova espressione nella coltivazione di cereali e foraggi, alla quale si associa l'allevamento bovino e suino, oltre che avicolo. Una piccola rete commerciale completa il quadro delle attività economiche e costituisce l'unica componente di rilievo del terziario: la consistenza numerica ed il livello di reddito della comunità non sono tali da giustificare la presenza del servizio bancario. Alle modeste dimensioni del comune si adegua anche l'offerta di servizi pubblici e di strutture sociali: mancano, infatti, asili nido e case di riposo e le strutture scolastiche sono rappresentate dalle scuole materna ed elementare. Alla locale biblioteca sono affidate la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale: ad essa ci si rivolge per l'approfondimento personale della cultura. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie, compresa la farmacia, costringe la popolazione a spostarsi nei comuni limitrofi anche per le necessità sanitarie di base.

La popolazione locale si dedica con discreto profitto alle attività industriali e, soprattutto, a quelle agricole. Le industrie sono rappresentate da aziende attive nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a> e dell'abbigliamento. L'agricoltura trova espressione nella coltivazione di cereali e foraggi, alla quale si associa l'allevamento bovino e suino, oltre che avicolo. Una piccola rete commerciale completa il quadro delle attività economiche e costituisce l'unica componente di rilievo del terziario: la consistenza numerica ed il livello di reddito della comunità non sono tali da giustificare la presenza del servizio bancario. Alle modeste dimensioni del comune si adegua anche l'offerta di servizi pubblici e di strutture sociali: mancano, infatti, asili nido e case di riposo e le strutture scolastiche sono rappresentate dalle scuole materna ed elementare. Alla locale biblioteca sono affidate la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale: ad essa ci si rivolge per l'approfondimento personale della cultura. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie, compresa la farmacia, costringe la popolazione a spostarsi nei comuni limitrofi anche per le necessità sanitarie di base.

Relazioni

Poco frequentata per turismo, non è neppure meta di pendolarismo per motivi di lavoro. L'aspetto tipico del borgo, simile a quello di molti altri comuni cremonesi, caratterizzato da viuzze sulle quali si affacciano le vecchie cascine, richiama, comunque, un certo numero di visitatori, per quanto occasionali. La popolazione non intrattiene rapporti rilevanti con i comuni limitrofi, pur rivolgendosi al circondario per l'utilizzo delle infrastrutture non presenti sul posto e per il conseguimento dell'istruzione obbligatoria, nonché di quella secondaria di secondo grado. La festa del Patrono, S. Michele, si celebra l'ultima domenica di settembre.

Poco frequentata per turismo, non è neppure meta di pendolarismo per motivi di lavoro. L'aspetto tipico del borgo, simile a quello di molti altri comuni cremonesi, caratterizzato da viuzze sulle quali si affacciano le vecchie cascine, richiama, comunque, un certo numero di visitatori, per quanto occasionali. La popolazione non intrattiene rapporti rilevanti con i comuni limitrofi, pur rivolgendosi al circondario per l'utilizzo delle infrastrutture non presenti sul posto e per il conseguimento dell'istruzione obbligatoria, nonché di quella secondaria di secondo grado. La festa del Patrono, S. Michele, si celebra l'ultima domenica di settembre.

Località

Fienile, Pieve Fiamena

Fienile, Pieve Fiamena

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Scandolara Ripa d'Oglio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.