Descrizione

Comune di montagna, di origini alto-medioevali, con un economia basata soprattutto sull’agricoltura. I savognesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, varie case sparse e le località Cepletischis, Masseris, Montemaggiore, Stermizza, Tercimonte, Barza, Brizza di Sopra, Brizza di Sotto, Gabrovizza, Ieronizza e Losac. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.641 metri del monte Matajur. L’abitato, che non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale, presenta un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, semipartito troncato in scaglione, è stato concesso con Decreto del Capo del Governo; in esso si rappresentano: in campo azzurro, il Monte Matajur, stilizzato, d’argento; una genziana e una stella alpina unite in punta su sfondo argenteo; uno scaglione azzurro, rovesciato, su fondo verde, che simboleggia la confluenza dei torrenti Anborna e Rieca.

Comune di montagna, di origini alto-medioevali, con un economia basata soprattutto sull’agricoltura. I savognesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, varie case sparse e le località Cepletischis, Masseris, Montemaggiore, Stermizza, Tercimonte, Barza, Brizza di Sopra, Brizza di Sotto, Gabrovizza, Ieronizza e Losac. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.641 metri del monte Matajur. L’abitato, che non fa registrare segni di espansione edilizia, conservando un aspetto rurale, presenta un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, semipartito troncato in scaglione, è stato concesso con Decreto del Capo del Governo; in esso si rappresentano: in campo azzurro, il Monte Matajur, stilizzato, d’argento; una genziana e una stella alpina unite in punta su sfondo argenteo; uno scaglione azzurro, rovesciato, su fondo verde, che simboleggia la confluenza dei torrenti Anborna e Rieca.

Storia

La sua storia affonda le radici nel VI secolo d.C., epoca in cui gruppi di origine slovena si stanziarono sulle alture circostanti e nella fascia pedemontana a sud del monte Matajur. La conquista del territorio fu lunga e difficile, a causa delle resistenze dei dominatori longobardi che, già occupata la zona a valle, cercarono di contrastare in ogni modo le incalzanti pressioni provenienti da oriente. Il toponimo, attestato nel XV secolo nella forma di Zavodnja, conferma le origini slave dell’abitato, derivando dal termine sloveno "sovòdenj", che significa ‘luogo di confluenza di due corsi d’acqua", con chiaro riferimento all’ubicazione del borgo. La comunità slovena diede vita a un’organizzazione politico-amministrativa, la cosiddetta “Banca di Antro”, che, pur instaurando relazioni di carattere commerciale con le popolazioni della pianura, mantenne stretti legami col luogo di origine: ancora oggi si conservano antiche tradizioni slave e vi si parla sia l’italiano che lo sloveno. Seguendo le vicende dei territori circostanti, assoggettati all’Austria dopo il declino della Repubblica di Venezia, sul finire del Settecento, fu annessa all’Italia nel 1866. Dal punto di vista storico-architettonico non vi sono edifici di particolare rilievo, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale.

La sua storia affonda le radici nel VI secolo d.C., epoca in cui gruppi di origine slovena si stanziarono sulle alture circostanti e nella fascia pedemontana a sud del monte Matajur. La conquista del territorio fu lunga e difficile, a causa delle resistenze dei dominatori <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> che, già occupata la zona a valle, cercarono di contrastare in ogni modo le incalzanti pressioni provenienti da oriente. Il toponimo, attestato nel XV secolo nella forma di Zavodnja, conferma le origini slave dell’abitato, derivando dal termine sloveno "sovòdenj", che significa ‘luogo di confluenza di due corsi d’acqua", con chiaro riferimento all’ubicazione del borgo. La comunità slovena diede vita a un’organizzazione politico-amministrativa, la cosiddetta “Banca di Antro”, che, pur instaurando relazioni di carattere commerciale con le popolazioni della pianura, mantenne stretti legami col luogo di origine: ancora oggi si conservano antiche tradizioni slave e vi si parla sia l’italiano che lo sloveno. Seguendo le vicende dei territori circostanti, assoggettati all’Austria dopo il declino della Repubblica di Venezia, sul finire del Settecento, fu annessa all’Italia nel 1866. Dal punto di vista storico-architettonico non vi sono edifici di particolare rilievo, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale.

Economia

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, è sede della stazione della guardia di finanza. Il sindaco svolge, all’occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, mancando sul posto la stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla coltivazione di cereali, foraggi e frutteti, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola azienda alimentare ed edile, sono poco significative. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento delle necessità primarie della comunità. Non dispone di strutture sociali, sportive e ricreative di una certa rilevanza. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Buona è la dotazione di strutture ricettive, che offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali, è sede della stazione della guardia di finanza. Il sindaco svolge, all’occorrenza, anche le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, mancando sul posto la stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla coltivazione di cereali, foraggi e frutteti, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola azienda alimentare ed edile, sono poco significative. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: mancano servizi qualificati, come quello bancario, e la rete commerciale è appena sufficiente al soddisfacimento delle necessità primarie della comunità. Non dispone di strutture sociali, sportive e ricreative di una certa rilevanza. Nelle scuole locali si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Buona è la dotazione di strutture ricettive, che offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo dell’aria salubre e delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza del monte Matajur, dalla cui vetta, raggiungibile attraverso diversi sentieri, si può ammirare un vasto panorama, che spazia fino al mare Adriatico. Poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate, intrattiene intensi rapporti con i comuni limitrofi, ai quali gli abitanti si rivolgono per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa dei Patroni, i Santi Ermacora e Fortunato, si celebra il 12 luglio.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo dell’aria salubre e delle bellezze dell’ambiente naturale, arricchito dalla presenza del monte Matajur, dalla cui vetta, raggiungibile attraverso diversi sentieri, si può ammirare un vasto panorama, che spazia fino al mare Adriatico. Poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate, intrattiene intensi rapporti con i comuni limitrofi, ai quali gli abitanti si rivolgono per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado nonché per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa dei Patroni, i Santi Ermacora e Fortunato, si celebra il 12 luglio.

Località

Barza, Brizza di Sopra, Brizza di Sotto, Cepletischis, Gabrovizza, Iellina, Ieronizza, Losaz, Masseris, Montemaggiore, Polava, Stermizza, Tercimonte

Barza, Brizza di Sopra, Brizza di Sotto, Cepletischis, Gabrovizza, Iellina, Ieronizza, Losaz, Masseris, Montemaggiore, Polava, Stermizza, Tercimonte

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Savogna rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.