Descrizione

Cittadina collinare, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi. I sassesi, con un elevato indice di vecchiaia, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e nelle località Borgonuovo e Fontana, oltre che in numerosissime case sparse. Il territorio, ricco di boschi di querce caducifoli e castagneti, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, che determinano nell’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, raffigura, su sfondo azzurro, un monte roccioso sormontato da una cometa d’oro. Sullo sfondo azzurro del capo spiccano tre gigli fra i quattro pendenti di un lambello rosso.

Cittadina collinare, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi. I sassesi, con un elevato indice di vecchiaia, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e nelle località Borgonuovo e Fontana, oltre che in numerosissime case sparse. Il territorio, ricco di boschi di querce caducifoli e castagneti, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, che determinano nell’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, un andamento plano-altimetrico vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, raffigura, su sfondo azzurro, un monte roccioso sormontato da una cometa d’oro. Sullo sfondo azzurro del capo spiccano tre gigli fra i quattro pendenti di un lambello rosso.

Storia

Abitata già in epoca preistorica, come testimoniato dai reperti eneolitici e dell’età del bronzo rinvenuti nel territorio, registrò in seguito stanziamenti di etruschi e romani. Chiamata in passato Praduro e Sasso, assunse la denominazione di Sasso Bolognese nel 1935 e quella attuale nel 1939, in omaggio allo scienziato bolognese Guglielmo Marconi, che vi condusse alcuni esperimenti sulla telegrafia senza filo. La prima parte del toponimo si riferisce alla rupe che sovrasta l’abitato. Caduto l’impero romano fu occupata dai bizantini, entrando poi a far parte dei domini longobardi. Nel Medioevo fu divisa in più comunità, dipendenti da diverse autorità, tra cui il comune e i vescovi di Bologna. Coinvolta nelle lotte tra questa e i conti di Panico, cui era assoggettata l’area montana, nel corso del Trecento passò interamente sotto il controllo bolognese. Con l’avvento della signoria dei Bentivoglio conobbe una grande crescita economica e urbanistica: furono costruite numerose dimore signorili che, specie dal XVII secolo, divennero il fulcro di una fervida attività artistica. Assunto l’attuale assetto territoriale durante la restaurazione pontificia, sul finire dell’Ottocento assistette al crollo di una parte della rupe. Alle vittime della frana si aggiunsero quelle, purtroppo più numerose, dell’ultimo conflitto mondiale. Pregevole è il patrimonio architettonico, in cui spiccano: il santuario della Beata Vergine del Sasso; l’oratorio di Santa Apollonia; la seicentesca villa “Le Torrette”; la villa Dall’Armi; la villa Rossi e i palazzi Bevilacqua e Fibbia, a Borgonuovo; la chiesa di Santo Stefano, il palazzo Rossi, le ville Ghisilieri, Melara, Quiete e Griffone (davanti a quest’ultima vi è il mausoleo di Guglielmo Marconi), a Pontecchio, e il palazzo Sanuti, a Fontana.

Abitata già in epoca preistorica, come testimoniato dai reperti eneolitici e dell’età del bronzo rinvenuti nel territorio, registrò in seguito stanziamenti di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e romani. Chiamata in passato Praduro e Sasso, assunse la denominazione di Sasso Bolognese nel 1935 e quella attuale nel 1939, in omaggio allo scienziato bolognese <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=GUGLIELMOMARCONI'>Guglielmo Marconi</a>, che vi condusse alcuni esperimenti sulla telegrafia senza filo. La prima parte del toponimo si riferisce alla rupe che sovrasta l’abitato. Caduto l’impero romano fu occupata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=BIZANTINI'>bizantini</a>, entrando poi a far parte dei domini <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>. Nel Medioevo fu divisa in più comunità, dipendenti da diverse autorità, tra cui il comune e i vescovi di Bologna. Coinvolta nelle lotte tra questa e i conti di Panico, cui era assoggettata l’area montana, nel corso del Trecento passò interamente sotto il controllo bolognese. Con l’avvento della signoria dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=BENTIVOGLIO'>Bentivoglio</a> conobbe una grande crescita economica e urbanistica: furono costruite numerose dimore signorili che, specie dal XVII secolo, divennero il fulcro di una fervida attività artistica. Assunto l’attuale assetto territoriale durante la restaurazione pontificia, sul finire dell’Ottocento assistette al crollo di una parte della rupe. Alle vittime della frana si aggiunsero quelle, purtroppo più numerose, dell’ultimo conflitto mondiale. Pregevole è il patrimonio architettonico, in cui spiccano: il santuario della Beata Vergine del Sasso; l’oratorio di Santa Apollonia; la seicentesca villa “Le Torrette”; la villa Dall’Armi; la villa Rossi e i palazzi Bevilacqua e Fibbia, a Borgonuovo; la chiesa di Santo Stefano, il palazzo Rossi, le ville Ghisilieri, Melara, Quiete e Griffone (davanti a quest’ultima vi è il mausoleo di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=GUGLIELMOMARCONI'>Guglielmo Marconi</a>), a Pontecchio, e il palazzo Sanuti, a Fontana.

Economia

è sede della Pro Loco e della stazione dei carabinieri. L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, si avvale, tra l’altro, della produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutta, olive e uva, da cui si ricava il vino “Colli bolognesi”; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale, vero artefice degli elevati valori di reddito che si registrano, assicura buone possibilità di occupazione: più sviluppati sono i comparti elettronico e metalmeccanico ma non mancano aziende edili e tessili nonché fabbriche di prodotti farmaceutici. È presente il servizio bancario; una sufficiente rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Tra le strutture sociali si registrano un asilo nido e una casa di riposo. Le strutture scolastiche includono un istituto professionale agrario; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca. Le strutture ricettive offrono una buona possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dal locale poliambulatorio; va segnalata anche la presenza di un centro di assistenza per tossicodipendenti.

è sede della Pro Loco e della stazione dei carabinieri. L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, si avvale, tra l’altro, della produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutta, olive e uva, da cui si ricava il vino “Colli bolognesi”; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale, vero artefice degli elevati valori di reddito che si registrano, assicura buone possibilità di occupazione: più sviluppati sono i comparti elettronico e metalmeccanico ma non mancano aziende edili e tessili nonché fabbriche di prodotti farmaceutici. È presente il servizio bancario; una sufficiente rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Tra le strutture sociali si registrano un asilo nido e una casa di riposo. Le strutture scolastiche includono un istituto professionale agrario; per l’arricchimento culturale si può usufruire di una biblioteca. Le strutture ricettive offrono una buona possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario sono assicurate le prestazioni fornite dal locale poliambulatorio; va segnalata anche la presenza di un centro di assistenza per tossicodipendenti.

Relazioni

Inserita negli itinerari dell’agriturismo bolognese, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni. Abbastanza frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive e soprattutto gli insediamenti industriali consentono di richiamare manodopera dai dintorni, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, grazie anche alla presenza dell’istituto d’istruzione di secondo grado. Tra le manifestazioni tradizionali vanno ricordate: la fiera di Sdazz e la mostra mercato nel borgo di Palazzo Rossi, che si svolgono a settembre. La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno. Dal 1968 è gemellata con Helston (Gran Bretagna).

Inserita negli itinerari dell’agriturismo bolognese, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni. Abbastanza frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive e soprattutto gli insediamenti industriali consentono di richiamare manodopera dai dintorni, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, grazie anche alla presenza dell’istituto d’istruzione di secondo grado. Tra le manifestazioni tradizionali vanno ricordate: la fiera di Sdazz e la mostra mercato nel borgo di Palazzo Rossi, che si svolgono a settembre. La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno. Dal 1968 è gemellata con Helston (Gran Bretagna).

Località

Amedani, Battedizzo, Borghetti, Borgonuovo, Ca' Mazzetti, Case Nuove, Casella, Casetto Ponte Paganino, Cinque Cerri, Codivilla, Colleameno, Fontana, Loreto, Molino Cesare, Mongardino-Codicino, Palazzo Rossi, Pila, Prato del Miglio

Amedani, Battedizzo, Borghetti, Borgonuovo, Ca' Mazzetti, Case Nuove, Casella, Casetto Ponte Paganino, Cinque Cerri, Codivilla, Colleameno, Fontana, Loreto, Molino Cesare, Mongardino-Codicino, Palazzo Rossi, Pila, Prato del Miglio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Sasso Marconi rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.