Descrizione

Centro montano di antiche origini, la cui economia si basa sull'industria e sul terziario. I vadesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si concentrano principalmente nel capoluogo comunale ma risiedono anche nel minuscolo aggregato urbano di Palazzi e in alcune case sparse sui fondi. L'abitato, a pianta compatta, si affaccia sui corsi del fiume Metauro e del torrente Morsina. Il territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Carpegna e con una del comune di Città di Castello (PG), in Umbria, si distende in quella parte del Montefeltro in cui l'accidentato paesaggio montano si addolcisce in una successione di morbidi rilievi, dando luogo all'ambiente tipico della collina marchigiana: l'agro vadese è così caratterizzato dalla preponderanza di seminativi e dalla presenza, alle quote più elevate, di boschi di roverella, nocciolo, pino, acero e cerro. In lontananza si erge il massiccio dell'Alpe della Luna, dalle aspre cime rocciose e dalle pendici ammantate di rigogliose faggete, habitat naturale di lupi, cinghiali, caprioli e piccoli mammiferi.

Centro montano di antiche origini, la cui economia si basa sull'industria e sul terziario. I vadesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si concentrano principalmente nel capoluogo comunale ma risiedono anche nel minuscolo aggregato urbano di Palazzi e in alcune case sparse sui fondi. L'abitato, a pianta compatta, si affaccia sui corsi del fiume Metauro e del torrente Morsina. Il territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Carpegna e con una del comune di Città di Castello (PG), in Umbria, si distende in quella parte del Montefeltro in cui l'accidentato paesaggio montano si addolcisce in una successione di morbidi rilievi, dando luogo all'ambiente tipico della collina marchigiana: l'agro vadese è così caratterizzato dalla preponderanza di seminativi e dalla presenza, alle quote più elevate, di boschi di roverella, nocciolo, pino, acero e cerro. In lontananza si erge il massiccio dell'Alpe della Luna, dalle aspre cime rocciose e dalle pendici ammantate di rigogliose faggete, habitat naturale di lupi, cinghiali, caprioli e piccoli mammiferi.

Storia

L'antica TIPHERNUM METAURENSE fu distrutta completamente nel VI secolo d.C. durante la guerra tra goti e bizantini. Il nuovo borgo divenne, nel IX secolo, il capoluogo della Massa Trabaria e nel Trecento fu infeudato alla nobile famiglia dei Brancaleoni, per passare nel 1437, in seguito al matrimonio di Federico da Montefeltro con Gentile Brancaleoni, tra i territori soggetti ai feltreschi e seguire così le sorti del ducato di Urbino. Entrata a far parte, nel 1631, dello Stato Pontificio, ottenne da papa Urbano VIII l'elevazione al rango di città e diocesi (1636). Il toponimo riflette il culto del Patrono; la specificazione allude alla posizione dell'abitato, presso il Metauro. Tra i principali esempi di architettura civile figurano il quattrocentesco palazzo Nardini-Ridarelli, il trecentesco palazzo della Ragione (affiancato da un'imponente torre civica detta “el campanon”), la maestosa porta Albani, il seicentesco teatro Zuccari nonché numerose e sontuose residenze signorili. I più importanti edifici religiosi sono invece il complesso di Santa Maria degli Angeli, l'oratorio dell'Immacolata e le chiese di Santa Caterina del Corso, Santa Caterina delle Bastarde, San Filippo, San Francesco, Santa Maria degli Angeli e San Bernardino.

L'antica TIPHERNUM METAURENSE fu distrutta completamente nel VI secolo d.C. durante la guerra tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GOTI'>goti</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=BIZANTINI'>bizantini</a>. Il nuovo borgo divenne, nel IX secolo, il capoluogo della Massa Trabaria e nel Trecento fu infeudato alla nobile famiglia dei Brancaleoni, per passare nel 1437, in seguito al matrimonio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FEDERICODAMONTEFELTRO'>Federico da Montefeltro</a> con Gentile Brancaleoni, tra i territori soggetti ai feltreschi e seguire così le sorti del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DUCATODIURBINO'>ducato di Urbino</a>. Entrata a far parte, nel 1631, dello Stato Pontificio, ottenne da papa Urbano VIII l'elevazione al rango di città e diocesi (1636). Il toponimo riflette il culto del Patrono; la specificazione allude alla posizione dell'abitato, presso il Metauro. Tra i principali esempi di architettura civile figurano il quattrocentesco palazzo Nardini-Ridarelli, il trecentesco palazzo della Ragione (affiancato da un'imponente torre civica detta “el campanon”), la maestosa porta Albani, il seicentesco teatro Zuccari nonché numerose e sontuose residenze signorili. I più importanti edifici religiosi sono invece il complesso di Santa Maria degli Angeli, l'oratorio dell'Immacolata e le chiese di Santa Caterina del Corso, Santa Caterina delle Bastarde, San Filippo, San Francesco, Santa Maria degli Angeli e San Bernardino.

Economia

Il contributo economico dell'agricoltura, specializzata nella produzione di frumento, uva e foraggi, della zootecnia e della silvicoltura (con la nota produzione di tartufo nero e bianco) è ancora significativo ma sono gli altri settori produttivi a dominare il quadro dell'economia vadese: l'industria, erede di un solido artigianato delle ceramiche, dell'oro e del ferro battuto, si mostra particolarmente dinamica nei comparti dei prodotti alimentari, dell'abbigliamento, del legno, dei mobili e dell'elettronica; piuttosto sviluppato è anche il terziario, rappresentato da un'articolata rete distributiva e da un ampio ventaglio di servizi privati. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di una casa di riposo, delle scuole dell'obbligo e di un istituto professionale industriale; ospita inoltre una biblioteca comunale, una biblioteca capitolare, il “Museo dei vecchi mestieri” e il “Centro nazionale sperimentale di tartuficoltura” che, in collaborazione con l'Università di Urbino, mira a diffondere la conoscenza di questo pregiato tubero per incrementarne la produzione. Le strutture sanitarie annoverano la sede del distretto sanitario, un presidio di guardia medica e la farmacia mentre l'apparato ricettivo include sia esercizi di ristoro sia strutture per il soggiorno.

Il contributo economico dell'agricoltura, specializzata nella produzione di frumento, uva e foraggi, della zootecnia e della silvicoltura (con la nota produzione di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=TARTUFO'>tartufo</a> nero e bianco) è ancora significativo ma sono gli altri settori produttivi a dominare il quadro dell'economia vadese: l'industria, erede di un solido artigianato delle ceramiche, dell'oro e del ferro battuto, si mostra particolarmente dinamica nei comparti dei prodotti alimentari, dell'abbigliamento, del legno, dei mobili e dell'elettronica; piuttosto sviluppato è anche il terziario, rappresentato da un'articolata rete distributiva e da un ampio ventaglio di servizi privati. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone di una casa di riposo, delle scuole dell'obbligo e di un istituto professionale industriale; ospita inoltre una biblioteca comunale, una biblioteca capitolare, il “Museo dei vecchi mestieri” e il “Centro nazionale sperimentale di tartuficoltura” che, in collaborazione con l'Università di Urbino, mira a diffondere la conoscenza di questo pregiato tubero per incrementarne la produzione. Le strutture sanitarie annoverano la sede del distretto sanitario, un presidio di guardia medica e la farmacia mentre l'apparato ricettivo include sia esercizi di ristoro sia strutture per il soggiorno.

Relazioni

Le notevoli attrattive artistiche e naturalistiche nonché l'abbondanza di prelibati tartufi rappresentano un sicuro motivo di richiamo; inoltre, in estate e in autunno hanno luogo numerose occasioni di ritrovo all'insegna del folclore e della gastronomia locale: tra le più rinomate figurano la “Fiera dei cani da tartufo” (ottobre) e la “Mostra nazionale del tartufo” (ottobre e novembre). Il Patrono San Michele si festeggia il 29 settembre.

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Località

Palazzi

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