Descrizione

Comune montano, moderno ma di origine medievale se non addirittura precedente; basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I santalfiesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano minore di Paoli I e in numerose case sparse. Il territorio, che comprende le aree speciali Serra delle Concazze e Zona Lavica, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 3.250 metri di quota. L'abitato, che conserva il suo caratteristico impianto urbanistico molto pittoresco, con grappoli di case arroccate sui fianchi della montagna, immerso in una lussureggiante vegetazione fatta di lunghi filari di viti e noccioli, mostra forti segni di espansione edilizia. Lo stemma comunale, tagliato da una sbarra d'argento, è stato concesso con Regio Decreto. Sullo sfondo rosso della prima sezione spiccano tre corone d'oro; nella seconda partizione si rappresenta, in campo di cielo, lo storico “Castagno dei cento cavalli”, fondato su una campagna erbosa.

Comune montano, moderno ma di origine medievale se non addirittura precedente; basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole. I santalfiesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano minore di Paoli I e in numerose case sparse. Il territorio, che comprende le aree speciali Serra delle Concazze e Zona Lavica, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 3.250 metri di quota. L'abitato, che conserva il suo caratteristico impianto urbanistico molto pittoresco, con grappoli di case arroccate sui fianchi della montagna, immerso in una lussureggiante vegetazione fatta di lunghi filari di viti e noccioli, mostra forti segni di espansione edilizia. Lo stemma comunale, tagliato da una sbarra d'argento, è stato concesso con Regio Decreto. Sullo sfondo rosso della prima sezione spiccano tre corone d'oro; nella seconda partizione si rappresenta, in campo di cielo, lo storico “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=CASTAGNODEICENTOCAVALLI'>Castagno dei cento cavalli</a>”, fondato su una campagna erbosa.

Storia

Il primo nome fu Sant'Arfiu a Vara. Nel dialetto locale è chiamata Santarfiu ed è nota per una grande festa, organizzata annualmente, in onore di Sant'Alfio, nome che viene dal latino ALPHIUS, a sua volta dal greco “Álphios”. Il Santo era uno dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, di nobile famiglia di Prefetta (città spagnola), deportati in Sicilia nel 253 d.C. per essere martirizzati. Il loro culto fu introdotto nella zona dai primi abitanti del luogo, che lì costruirono la chiesa madre, iniziando un popolamento reso possibile dalla concessione di terre da parte dei “parrini” (preti), appartenenti alla chiesa di Viagrande. Il borgo originario è stato feudo prima della nobile famiglia dei Paternò Castello e successivamente della contea di Mascali e quindi di quella di Giarre. Nel Seicento, infatti, fu uno dei sette quartieri del comune di Mascali. Soltanto verso la fine del Settecento acquistò una propria identità, che era già ben definita quando, nel 1815, era frazione di Giarre che si distaccava da Mascali; altro segno di identità distinta fu la concessione (a censo annuo) di una parte del feudo della Cerrita ai contadini santalfiesi. L'autonomia amministrativa come comune arrivò nel 1923, mediante distacco da Giarre. Il suo patrimonio artistico è povero di testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati; degna di nota per il suo valore artistico è la chiesa madre, che presenta una pregevole facciata in pietra lavica. Poco distante dal centro abitato si può ammirare un castagno famoso in tutto il mondo con il nome di “Castagno dei cento cavalli”, sotto il quale, secondo un'antica leggenda, la regina Giovanna I d'Angiò trovò riparo da un violento temporale.

Il primo nome fu Sant'Arfiu a Vara. Nel dialetto locale è chiamata Santarfiu ed è nota per una grande festa, organizzata annualmente, in onore di Sant'Alfio, nome che viene dal latino ALPHIUS, a sua volta dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECO'>greco</a> “Álphios”. Il Santo era uno dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, di nobile famiglia di Prefetta (città spagnola), deportati in Sicilia nel 253 d.C. per essere martirizzati. Il loro culto fu introdotto nella zona dai primi abitanti del luogo, che lì costruirono la chiesa madre, iniziando un popolamento reso possibile dalla concessione di terre da parte dei “parrini” (preti), appartenenti alla chiesa di Viagrande. Il borgo originario è stato feudo prima della nobile famiglia dei Paternò Castello e successivamente della contea di Mascali e quindi di quella di Giarre. Nel Seicento, infatti, fu uno dei sette quartieri del comune di Mascali. Soltanto verso la fine del Settecento acquistò una propria identità, che era già ben definita quando, nel 1815, era frazione di Giarre che si distaccava da Mascali; altro segno di identità distinta fu la concessione (a censo annuo) di una parte del feudo della Cerrita ai contadini santalfiesi. L'autonomia amministrativa come comune arrivò nel 1923, mediante distacco da Giarre. Il suo patrimonio artistico è povero di testimonianze storico-architettoniche dei secoli passati; degna di nota per il suo valore artistico è la chiesa madre, che presenta una pregevole facciata in pietra lavica. Poco distante dal centro abitato si può ammirare un castagno famoso in tutto il mondo con il nome di “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=CASTAGNODEICENTOCAVALLI'>Castagno dei cento cavalli</a>”, sotto il quale, secondo un'antica leggenda, la regina Giovanna I d'Angiò trovò riparo da un violento temporale.

Economia

L'agricoltura produce cereali, frumento, uva, olive, agrumi e altra frutta. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, dei materiali da costruzione e dell'edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca “Monsignor Nicotra”. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato solo il servizio farmaceutico.

L'agricoltura produce cereali, frumento, uva, olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, dei materiali da costruzione e dell'edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca “Monsignor Nicotra”. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato solo il servizio farmaceutico.

Relazioni

Immersa in una suggestiva cornice paesaggistica, attira un discreto numero di visitatori, che restano affascinati dal secolare “Castagno dei cento cavalli”, ritenuto tra i più vecchi al mondo. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: è poco frequentata, infatti, per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, mentre fa registrare un pendolarismo alquanto diffuso verso le aree più sviluppate, sia per motivi di studio, sia per l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra gli eventi ricorrenti si annoverano: la fiera del primo venerdì di maggio; la rassegna “Etna musica”, tra luglio e settembre; la manifestazione suoni e luci del Natale e la sagra dell'uva. I Patroni, Sant'Alfio, San Filadelfo e San Cirino, si festeggiano la prima domenica di maggio. Il giorno di astensione dal lavoro è il 3 novembre, in memoria del miracolo ricevuto nel 1928 dai Santi, che si vuole abbiano salvato il paese dall'eruzione dell'Etna.

Immersa in una suggestiva cornice paesaggistica, attira un discreto numero di visitatori, che restano affascinati dal secolare “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=CASTAGNODEICENTOCAVALLI'>Castagno dei cento cavalli</a>”, ritenuto tra i più vecchi al mondo. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: è poco frequentata, infatti, per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, mentre fa registrare un pendolarismo alquanto diffuso verso le aree più sviluppate, sia per motivi di studio, sia per l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra gli eventi ricorrenti si annoverano: la fiera del primo venerdì di maggio; la rassegna “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ETNA'>Etna</a> musica”, tra luglio e settembre; la manifestazione suoni e luci del Natale e la sagra dell'uva. I Patroni, Sant'Alfio, San Filadelfo e San Cirino, si festeggiano la prima domenica di maggio. Il giorno di astensione dal lavoro è il 3 novembre, in memoria del miracolo ricevuto nel 1928 dai Santi, che si vuole abbiano salvato il paese dall'eruzione dell'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ETNA'>Etna</a>.

Località

Paoli, Serra delle Concazze, Zona Lavica

Paoli, Serra delle Concazze, Zona Lavica

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Sant'Alfio rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.