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Descrizione

Centro collinare, la cui origine medievale rinvia a radici molto più remote; ha un'economia basata sulle tradizionali attività agricole e su una modesta presenza del settore industriale. I licodiesi, con un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito in numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 1.153 metri di quota. L'abitato, che sorge adagiato su uno zoccolo basaltico ed è in forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico ondulato. Nello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si raffigura, in campo azzurro, una torre d'argento, merlata alla guelfa.

Storia

Il nome viene da un monastero benedettino costruito in epoca normanna, intitolato appunto a Santa Maria. Il determinante si deve, invece, a un piccolo nucleo abitativo. Le attestazioni documentate certe a proposito della sua origine sono esigue ma numerosi reperti archeologici accreditano l'ipotesi secondo cui sorse sul sito di una città sicana chiamata “Inessa”, risalente al XII secolo a.C. Recenti scavi hanno portato alla luce anche un villaggio ellenico del VI secolo a.C. Molto probabilmente vi si insediarono anche romani, bizantini e arabi, prima dell'arrivo dei normanni. Secondo gli storiografi il primo nucleo urbano da cui trae origine quello attuale sorse nel 1154 per opera del conte Simone del Vasto, conte di Policastro, che affidò al monaco cassinese Geremia, della chiesa di Sant'Agata, la giurisdizione sul cenobio e sulla chiesa dedicata alla Vergine Maria di Licodia, concedendo ai monaci anche la facoltà di fondare un casale, soggetto solo alla giurisdizione del priore del monastero di Licodia. Il diploma di infeudazione fu confermato da Guglielmo II, re di Sicilia, nel 1168. Il vescovo catanese Ruggero Oco, poi, nel 1205 elevò il monastero ad abbazia. Quando, all'indomani del Congresso di Vienna del 1815, nacque il Regno delle due Sicilie, dopo che nel 1812 erano stati aboliti i diritti feudali, perse la sua antica signoria monastica e fu aggregata a Paternò. L'autonomia amministrativa le fu restituita nel 1840 con un decreto di Ferdinando II di Borbone. Tra le testimonianze storico-architettoniche della cultura dei secoli passati, che costituiscono il suo patrimonio artistico, si segnalano: i ruderi dell'acquedotto greco-romano; una torre campanaria risalente al XII secolo; la chiesa madre dedicata al Santissimo Crocifisso, edificata nel 1734; la fontana del Cherubino, del XVIII secolo; il palazzo municipale dell'ex convento benedettino, del 1646; l'abbazia, di epoca medievale. Sono interessanti le zone archeologiche: Pietra Pirciaria, con tracce di una cinta muraria, Luppino, Poggio dell'Aquila, Mancuso, Mendorlito e Montalto Civita.

Economia

Il settore primario, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, olivo, agrumeti e altri frutteti nonché con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano nei comparti: alimentare, metalmeccanico, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione e dell'edilizia. Il terziario si compone di una modesta rete commerciale (che assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità) e dell'insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si annoverano un asilo nido e una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria. Per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca “Luigi Sturzo”. Alla diffusione dell'informazione e della cultura provvede anche un'emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato solo il servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ricercate della zona, si trova, tuttavia, in una favorevole posizione che permette di raggiungere facilmente il Parco dell'Etna, con escursioni verso il cratere del vulcano, usufruendo dei numerosi rifugi all'interno del parco, dove si possono ammirare le particolari flora e fauna che contraddistinguono la zona. Tra gli eventi ricorrenti si ricordano: la sagra della zagara e delle arance, tra aprile e maggio; la mostra di pittura, a luglio; il premio “La Torre”, ad agosto; la fiera dell'artigianato, a settembre; la rassegna il “Presepe più bello”, a dicembre. Il Patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo; altri festeggiamenti in onore del Santo si hanno l'ultima domenica di agosto.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Santa Maria di Licodia rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 7.641
  • Lat 37° 36' 54,80'' 37.61522222
  • Long 14° 53' 21,60'' 14.88933333
  • CAP 95038
  • Prefisso 095
  • Codice ISTAT 087047
  • Codice Catasto I240
  • Altitudine slm 442 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno
    C/1340
  • Superficie 26.23 Km2
  • Densità 291,31 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 04:44
  • Tramonto 19:11
Contatti
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