Descrizione

“Comune sparso” con sede in Celat. Di origine medioevale, fonda le basi della propria economia prevalentemente su attività industriali. I santomasini, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, abitano, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle frazioni di Avoscan-Sot Colarù-Vare, Celat Canacede, Colzaresè, Costoia, Fontanelle, Forchiade, Pecol, Piaia, Pianezze-Val di Zat, Pian Molin-Costa di Mezzo, Roi, Ronch, Tocoi-Chiesa, Val e Vallata, essendo la zona in continua espansione edilizia. Il territorio, classificato montagna, mostra un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e si estende tra le Dolomiti in un’area verde di boschi e di pascoli. L’abitato presenta variazioni plano-altimetriche tipicamente montane. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, campeggia un albero di abete, fondato su una verde campagna, che si sovrappone a una fascia argentata, merlata alla ghibellina.

“Comune sparso” con sede in Celat. Di origine medioevale, fonda le basi della propria economia prevalentemente su attività industriali. I santomasini, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, abitano, oltre che nel capoluogo comunale, anche nelle frazioni di Avoscan-Sot Colarù-Vare, Celat Canacede, Colzaresè, Costoia, Fontanelle, Forchiade, Pecol, Piaia, Pianezze-Val di Zat, Pian Molin-Costa di Mezzo, Roi, Ronch, Tocoi-Chiesa, Val e Vallata, essendo la zona in continua espansione edilizia. Il territorio, classificato montagna, mostra un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e si estende tra le Dolomiti in un’area verde di boschi e di pascoli. L’abitato presenta variazioni plano-altimetriche tipicamente montane. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, campeggia un albero di abete, fondato su una verde campagna, che si sovrappone a una fascia argentata, merlata alla ghibellina.

Storia

Le sue origini sono quasi del tutto sconosciute e si hanno soltanto pochi documenti che testimoniano insediamenti umani nella zona in epoca preistorica o romana. Fu, invece, terra di conquista durante le invasioni barbariche, tanto che l’imperatore Berengario ne fece dono al vescovo di Belluno Aimone. Questi ed i suoi successori concessero in licenza le terre a quei signori che più di altri avevano dimostrato fedeltà al vescovado. Nel corso degli anni sorsero numerose fortezze, costruite per preservare territori così duramente conquistati. Il castello della famiglia Avoscano fu per molti secoli quello più potente, grazie alle ambiziose gesta dei suoi componenti: quando, infatti, Cangrande della Scala occupò le terre di Belluno, riuscì a penetrare nell’Agordino e a conquistare anche il castello degli Avoscano, ma la fedeltà dimostratagli da Guadagnino Avoscano, lo portò a concedere nuovamente la rocca alla potente famiglia. Sotto il nuovo signore, la famiglia cercò di estendere i propri domini ed in pochissimo tempo si impadronì di Colle Santa Lucia, di Livinallongo e del Castello di Aandraz (1331). Poi, però, la situazione cambiò: Giacomo, discendente di Guadagnino, uccise a Belluno il Vicario imperiale, provocando la reazione dell’imperatore, tanto che già nel 1350 l’esercito del vescovo di Bressanone entrava nel castello di Andraz. Oggi del castello Avoscano restano ruderi e macerie e il nome della famiglia si ritrova soltanto nel piccolo paese di Avoscan. La chiesa è dedicata a San Tomaso ed era inizialmente in stile gotico. Aperta al culto nel 1361, venne consacrata nel 1437, dopo ampi e completi restauri ad opera di Mastri Comacini.

Le sue origini sono quasi del tutto sconosciute e si hanno soltanto pochi documenti che testimoniano insediamenti umani nella zona in epoca preistorica o romana. Fu, invece, terra di conquista durante le invasioni barbariche, tanto che l’imperatore Berengario ne fece dono al vescovo di Belluno Aimone. Questi ed i suoi successori concessero in licenza le terre a quei signori che più di altri avevano dimostrato fedeltà al vescovado. Nel corso degli anni sorsero numerose fortezze, costruite per preservare territori così duramente conquistati. Il castello della famiglia Avoscano fu per molti secoli quello più potente, grazie alle ambiziose gesta dei suoi componenti: quando, infatti, Cangrande <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=DELLASCALA'>della Scala</a> occupò le terre di Belluno, riuscì a penetrare nell’Agordino e a conquistare anche il castello degli Avoscano, ma la fedeltà dimostratagli da Guadagnino Avoscano, lo portò a concedere nuovamente la rocca alla potente famiglia. Sotto il nuovo signore, la famiglia cercò di estendere i propri domini ed in pochissimo tempo si impadronì di Colle Santa Lucia, di Livinallongo e del Castello di Aandraz (1331). Poi, però, la situazione cambiò: Giacomo, discendente di Guadagnino, uccise a Belluno il Vicario imperiale, provocando la reazione dell’imperatore, tanto che già nel 1350 l’esercito del vescovo di Bressanone entrava nel castello di Andraz. Oggi del castello Avoscano restano ruderi e macerie e il nome della famiglia si ritrova soltanto nel piccolo paese di Avoscan. La chiesa è dedicata a San Tomaso ed era inizialmente in stile gotico. Aperta al culto nel 1361, venne consacrata nel 1437, dopo ampi e completi restauri ad opera di Mastri Comacini.

Economia

è sede della Pro Loco; il sindaco esercita l’autorità di pubblica sicurezza, poiché non vi è la stazione dei carabinieri. La popolazione fonda le basi della propria economia prevalentemente sulle attività industriali, rappresentate da stabilimenti per la lavorazione del legno, da fabbriche di strumenti ottici e fotografici, da mobilifici e da imprese edili. L’agricoltura trova espressione nella coltivazione di cereali; ben sviluppato l’allevamento di bovini e caprini e avicoli. Il terziario è rappresentato dagli impieghi nelle amministrazioni locali e nell’istruzione. I servizi pubblici sono adeguati alle dimensioni della comunità ed è assente il servizio bancario. Le strutture scolastiche permettono la frequenza delle scuole materna ed elementare, mentre le strutture culturali, utili per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, sono rappresentate dalla locale biblioteca. Non si registra la presenza di strutture sociali di rilievo; le strutture ricettive permettono la ristorazione e il soggiorno. L’assenza di strutture sanitarie, anche di base, costringe la popolazione a rivolgersi altrove.

è sede della Pro Loco; il sindaco esercita l’autorità di pubblica sicurezza, poiché non vi è la stazione dei carabinieri. La popolazione fonda le basi della propria economia prevalentemente sulle attività industriali, rappresentate da stabilimenti per la lavorazione del legno, da fabbriche di strumenti ottici e fotografici, da mobilifici e da imprese edili. L’agricoltura trova espressione nella coltivazione di cereali; ben sviluppato l’allevamento di bovini e caprini e avicoli. Il terziario è rappresentato dagli impieghi nelle amministrazioni locali e nell’istruzione. I servizi pubblici sono adeguati alle dimensioni della comunità ed è assente il servizio bancario. Le strutture scolastiche permettono la frequenza delle scuole materna ed elementare, mentre le strutture culturali, utili per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, sono rappresentate dalla locale biblioteca. Non si registra la presenza di strutture sociali di rilievo; le strutture ricettive permettono la ristorazione e il soggiorno. L’assenza di strutture sanitarie, anche di base, costringe la popolazione a rivolgersi altrove.

Relazioni

Pur non essendo particolarmente frequentata dai turisti, richiama, comunque, escursionisti per i suoi bei panorami verso il Civetta ed i gruppi dolomitici. La popolazione non intrattiene rapporti rilevanti con i centri vicini, ai quali, comunque, si rivolge per l’istruzione e per le necessità burocratiche. Nel mese di settembre si svolge la “Sagra gastronomica” che prevede, oltre alla degustazione di piatti tipici, anche la presenza di giostre e di bancarelle. Il Patrono, San Tomaso, si festeggia il 3 luglio.

Pur non essendo particolarmente frequentata dai turisti, richiama, comunque, escursionisti per i suoi bei panorami verso il Civetta ed i gruppi dolomitici. La popolazione non intrattiene rapporti rilevanti con i centri vicini, ai quali, comunque, si rivolge per l’istruzione e per le necessità burocratiche. Nel mese di settembre si svolge la “Sagra gastronomica” che prevede, oltre alla degustazione di piatti tipici, anche la presenza di giostre e di bancarelle. Il Patrono, San Tomaso, si festeggia il 3 luglio.

Località

Avoscan, Canacede, Celat, Colmandro, Colzaresè, Costoia, Fontanelle, Forchiade, Pecol, Piaia, Pian Molin-Costa di Mezzo, Pianezze, Roi, Ronch, Sasso Bianco, Tocol, Vallata, Varre

Avoscan, Canacede, Celat, Colmandro, Colzaresè, Costoia, Fontanelle, Forchiade, Pecol, Piaia, Pian Molin-Costa di Mezzo, Pianezze, Roi, Ronch, Sasso Bianco, Tocol, Vallata, Varre

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Tomaso Agordino rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.