Descrizione

Comune collinare, di origine antica, basa la sua economia sulle tradizionali attività agro-pastorali, affiancate da una modesta presenza del settore industriale. Gli aluntini, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito nei nuclei urbani minori di Genovese e Santa Marina nonché in alcune case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, caratterizzato da agrumeti, vigneti e uliveti, intervallati da lembi digradanti di macchia sugherata, noccioleti, castagneti e ampi pascoli, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L'abitato, le cui abitazioni, appollaiate su un monte, sono fabbricate a declivio, non mostra segni di espansione edilizia.

Comune collinare, di origine antica, basa la sua economia sulle tradizionali attività agro-pastorali, affiancate da una modesta presenza del settore industriale. Gli aluntini, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito nei nuclei urbani minori di Genovese e Santa Marina nonché in alcune case sparse. Il territorio, fertile e produttivo, caratterizzato da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMETI'>agrumeti</a>, vigneti e uliveti, intervallati da lembi digradanti di macchia sugherata, noccioleti, castagneti e ampi pascoli, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L'abitato, le cui abitazioni, appollaiate su un monte, sono fabbricate a declivio, non mostra segni di espansione edilizia.

Storia

Prende il nome dal castello fondato nel 1061 da Roberto il Guiscardo e intitolato a San Marco. Nel 1862 fu aggiunto il determinante, che rievoca il nome pregreco dell'antico insediamento “Alontion”, HALUNTIUM nelle fonti latine. Esiste anche un'attestazione araba che riporta “Sant Marku”. La sua antica origine, che risale ai siculi, è testimoniata da reperti archeologici che vengono dalla dominazione greca, IV-III secolo a.C., quando ebbe una propria zecca, che conservò anche in epoca romana. Nel IX secolo si chiamava Demenna ed era a capo della resistenza dei bizantini contro gli arabi ma anche sotto il successivo dominio di questi ultimi fu capoluogo di un distretto (“iqlim”), diventando grande produttrice ed esportatrice di seta. Come San Marco nacque, intorno al castello, in epoca normanna. Ruggero I concesse l'amministrazione del feudo al vescovo di Troina; la contessa Adelasia, durante la sua reggenza nei primi anni del XII secolo, la elesse a sua residenza preferita. Restò di proprietà demaniale anche sotto gli svevi, fin quando, verso la fine del XIII secolo, dagli aragonesi fu infeudata a Garsia Sancio de Esur. Morto questi, nel 1320 Federico III d'Aragona ne affidò l'amministrazione ad altri feudatari. Seguirono gli anni dell'anarchia feudale finché nel 1398, dopo aver confiscato i beni di Federico e Bartolomeo d'Aragona, accusati di tradimento, il re Martino assegnò San Marco ad Abbo Filangieri, i cui discendenti ne avrebbero poi mantenuto il dominio fino al 1812. Del suo patrimonio storico-architettonico fanno parte: il tempio greco di Ercole, risalente al IV secolo a.C.; la chiesa di Sant'Antonio, che presenta una facciata seicentesca; la parrocchiale del Santissimo Salvatore, con campanile del Seicento; la chiesa di San Teodoro, costruita tra VIII e IX secolo, in stile bizantino; la chiesa madre, di epoca medievale; la chiesa di Sant'Agostino, del Seicento; la chiesa dell'Aracoeli, con portale riccamente decorato; i ruderi del castello normanno; la Badia Grande, fatta edificare da Margherita di Navarra nel 1170.

Prende il nome dal castello fondato nel 1061 da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ROBERTOILGUISCARDO'>Roberto il Guiscardo</a> e intitolato a San Marco. Nel 1862 fu aggiunto il determinante, che rievoca il nome pregreco dell'antico insediamento “Alontion”, HALUNTIUM nelle fonti latine. Esiste anche un'attestazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABA'>araba</a> che riporta “Sant Marku”. La sua antica origine, che risale ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SICULI'>siculi</a>, è testimoniata da reperti archeologici che vengono dalla dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECA'>greca</a>, IV-III secolo a.C., quando ebbe una propria zecca, che conservò anche in epoca romana. Nel IX secolo si chiamava Demenna ed era a capo della resistenza dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BIZANTINI'>bizantini</a> contro gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABI'>arabi</a> ma anche sotto il successivo dominio di questi ultimi fu capoluogo di un distretto (“iqlim”), diventando grande produttrice ed esportatrice di seta. Come San Marco nacque, intorno al castello, in epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=NORMANNA'>normanna</a>. <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=RUGGEROI'>Ruggero I</a> concesse l'amministrazione del feudo al vescovo di Troina; la contessa Adelasia, durante la sua reggenza nei primi anni del XII secolo, la elesse a sua residenza preferita. Restò di proprietà demaniale anche sotto gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SVEVI'>svevi</a>, fin quando, verso la fine del XIII secolo, dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARAGONESI'>aragonesi</a> fu infeudata a Garsia Sancio de Esur. Morto questi, nel 1320 Federico III d'Aragona ne affidò l'amministrazione ad altri feudatari. Seguirono gli anni dell'anarchia feudale finché nel 1398, dopo aver confiscato i beni di Federico e Bartolomeo d'Aragona, accusati di tradimento, il re Martino assegnò San Marco ad Abbo Filangieri, i cui discendenti ne avrebbero poi mantenuto il dominio fino al 1812. Del suo patrimonio storico-architettonico fanno parte: il tempio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECO'>greco</a> di Ercole, risalente al IV secolo a.C.; la chiesa di Sant'Antonio, che presenta una facciata seicentesca; la parrocchiale del Santissimo Salvatore, con campanile del Seicento; la chiesa di San Teodoro, costruita tra VIII e IX secolo, in stile <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BIZANTINO'>bizantino</a>; la chiesa madre, di epoca medievale; la chiesa di Sant'Agostino, del Seicento; la chiesa dell'Aracoeli, con portale riccamente decorato; i ruderi del castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=NORMANNO'>normanno</a>; la Badia Grande, fatta edificare da Margherita di Navarra nel 1170.

Economia

Il settore primario, favorito dal clima e dalla fertilità del terreno, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, oliveti, agrumeti e altri frutteti nonché con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, della fabbricazione dei mobili e dell'edilizia. Interessante è l'artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione dei merletti. Il terziario, con una sufficiente rete commerciale, offre anche servizi più qualificati, come quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica e quella parrocchiale “San Nicola di Bari”. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Il settore primario, favorito dal clima e dalla fertilità del terreno, è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, oliveti, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMETI'>agrumeti</a> e altri frutteti nonché con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, della fabbricazione dei mobili e dell'edilizia. Interessante è l'artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione dei merletti. Il terziario, con una sufficiente rete commerciale, offre anche servizi più qualificati, come quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica e quella parrocchiale “San Nicola di Bari”. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Non rappresenta una meta di notevole richiamo turistico ma la straordinaria bellezza dell'ambiente circostante e il suo ricco patrimonio architettonico potrebbero favorire lo sviluppo del turismo. Vanto della gastronomia locale sono il salame, il formaggio pecorino, la ricotta e le provole. Tra le manifestazioni si ricordano: il carnevale; i riti della Settimana Santa; la festa del Crocifisso, a marzo; la rassegna “Presepia”, a dicembre. I Patroni, San Marco e San Nicola, si festeggiano il 31 luglio.

Non rappresenta una meta di notevole richiamo turistico ma la straordinaria bellezza dell'ambiente circostante e il suo ricco patrimonio architettonico potrebbero favorire lo sviluppo del turismo. Vanto della gastronomia locale sono il salame, il formaggio pecorino, la ricotta e le provole. Tra le manifestazioni si ricordano: il carnevale; i riti della Settimana Santa; la festa del Crocifisso, a marzo; la rassegna “Presepia”, a dicembre. I Patroni, San Marco e San Nicola, si festeggiano il 31 luglio.

Località

Cuffari, Genovese, Piattaforma, Torrenova, Zappulla

Cuffari, Genovese, Piattaforma, Torrenova, Zappulla

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Marco d'Alunzio rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.