Descrizione

Centro collinare di antica origine, fonda la sua economia sulle attività agricole, cui si affiancano quelle industriali. I dolinciani, che presentano un indice di vecchiaia elevato, sono in gran parte concentrati in località Domio, oltre che nel capoluogo comunale. La rimanente parte è distribuita in numerose località minori, spesso con centinaia di abitanti. Il territorio, attraversato dal torrente Rosandra, mostra un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; l'abitato, che fa registrare i caratteri dell'espansione edilizia, presenta l'andamento plano-altimetrico collinare tipico del Carso triestino.

Centro collinare di antica origine, fonda la sua economia sulle attività agricole, cui si affiancano quelle industriali. I dolinciani, che presentano un indice di vecchiaia elevato, sono in gran parte concentrati in località Domio, oltre che nel capoluogo comunale. La rimanente parte è distribuita in numerose località minori, spesso con centinaia di abitanti. Il territorio, attraversato dal torrente Rosandra, mostra un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; l'abitato, che fa registrare i caratteri dell'espansione edilizia, presenta l'andamento plano-altimetrico collinare tipico del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=CARSOTRIESTINO'>Carso triestino</a>.

Storia

Prima denominata Dolina, dallo sloveno “valle, avvallamento”, assunse il nome attuale per un Regio Decreto del 1923: la prima parte del toponimo deriverebbe dal nome del Patrono del luogo, sant'Ulderico; la seconda parte viene dalla traduzione di Dolina. Occupata sin dai tempi del neolitico, come si induce dai resti di insediamenti abitativi ritrovati nella grotta delle gallerie, diverrà in seguito territorio occupato dai romani, che vi costruiranno il primo acquedotto per la città di Trieste; i castellieri di monte S. Michele e del monte Carso e i ruderi dei castelli di Moccò e di S. Servolo, attualmente in territorio sloveno, costituiscono ulteriore testimonianza di insediamenti remoti del territorio. Occupata nei secoli VII e VIII d.C. dagli slavi, che nel XIII secolo ne erano gli unici abitanti, è attualmente abitata da due entità etniche: l'italiana e la slovena, appunto. Nel Medioevo risultò ben sviluppata l'attività molitoria, di cui furono traccia, fino a pochi anni or sono, i numerosi mulini in attività lungo il corso del torrente Rosandra. La sua storia è legata a quella del castello di S. Servolo, eretto durante il secolo XI e occupato dai veneziani nella seconda metà XV secolo. Fra gli inizi del XVI e il periodo di dominazione napoleonica fu possedimento degli austriaci, mentre fu inserita nella provincia di Trieste dagli inizi del XX secolo, alcuni anni dopo la fine della prima guerra mondiale. Appartengono al patrimonio artistico e storico, oltre ai resti dell'acquedotto romano, la chiesa di Sant'Ulderico, le cui prime notizie risalgono al XIV secolo, e quelle di S. Martino, S. Lorenzo e S. Giuseppe, le prime due del XVII e l'ultima del XVIII secolo.

Prima denominata Dolina, dallo sloveno “valle, avvallamento”, assunse il nome attuale per un Regio Decreto del 1923: la prima parte del toponimo deriverebbe dal nome del Patrono del luogo, sant'Ulderico; la seconda parte viene dalla traduzione di Dolina. Occupata sin dai tempi del neolitico, come si induce dai resti di insediamenti abitativi ritrovati nella grotta delle gallerie, diverrà in seguito territorio occupato dai romani, che vi costruiranno il primo acquedotto per la città di Trieste; i castellieri di monte S. Michele e del monte Carso e i ruderi dei castelli di Moccò e di S. Servolo, attualmente in territorio sloveno, costituiscono ulteriore testimonianza di insediamenti remoti del territorio. Occupata nei secoli VII e VIII d.C. dagli slavi, che nel XIII secolo ne erano gli unici abitanti, è attualmente abitata da due entità etniche: l'italiana e la slovena, appunto. Nel Medioevo risultò ben sviluppata l'attività molitoria, di cui furono traccia, fino a pochi anni or sono, i numerosi mulini in attività lungo il corso del torrente Rosandra. La sua storia è legata a quella del castello di S. Servolo, eretto durante il secolo XI e occupato dai veneziani nella seconda metà XV secolo. Fra gli inizi del XVI e il periodo di dominazione napoleonica fu possedimento degli austriaci, mentre fu inserita nella provincia di Trieste dagli inizi del XX secolo, alcuni anni dopo la fine della prima guerra mondiale. Appartengono al patrimonio artistico e storico, oltre ai resti dell'acquedotto romano, la chiesa di Sant'Ulderico, le cui prime notizie risalgono al XIV secolo, e quelle di S. Martino, S. Lorenzo e S. Giuseppe, le prime due del XVII e l'ultima del XVIII secolo.

Economia

Dotata degli uffici della Comunità montana, è sede di stazione dei carabinieri. Ha un'economia sviluppata in tutti i settori produttivi: il primario, con la produzione di cereali, ortaggi, foraggi, frutta, olive e uve da vino e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini ed animali da cortile; il secondario, specializzato nei comparti metalmeccanico (che occupa il maggior numero di addetti), alimentare, chimico e farmaceutico, plastico, della lavorazione del vetro, elettronico, cantieristico, edile e cartario; sufficienti risultano, poi, la rete commerciale e l'offerta di servizi, fra i quali quello bancario e quelli delle agenzie per la consulenza informatica. L'elevato indice di vecchiaia giustifica la presenza di strutture sociali, quali case di riposo, e le strutture scolastiche consentono il raggiungimento del titolo di studio obbligatorio. A disposizione degli amanti della pittura e delle esposizioni è il vecchio oleificio, adibito a museo. Le strutture ricettive consentono sia la ristorazione che il soggiorno, quelle sanitarie mettono a disposizione il servizio farmaceutico.

Dotata degli uffici della Comunità montana, è sede di stazione dei carabinieri. Ha un'economia sviluppata in tutti i settori produttivi: il primario, con la produzione di cereali, ortaggi, foraggi, frutta, olive e uve da vino e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini ed animali da cortile; il secondario, specializzato nei comparti metalmeccanico (che occupa il maggior numero di addetti), alimentare, chimico e farmaceutico, plastico, della lavorazione del vetro, elettronico, cantieristico, edile e cartario; sufficienti risultano, poi, la rete commerciale e l'offerta di servizi, fra i quali quello bancario e quelli delle agenzie per la consulenza informatica. L'elevato indice di vecchiaia giustifica la presenza di strutture sociali, quali case di riposo, e le strutture scolastiche consentono il raggiungimento del titolo di studio obbligatorio. A disposizione degli amanti della pittura e delle esposizioni è il vecchio oleificio, adibito a museo. Le strutture ricettive consentono sia la ristorazione che il soggiorno, quelle sanitarie mettono a disposizione il servizio farmaceutico.

Relazioni

È abbastanza frequentata per lavoro ed è caratterizzata dalla presenza di elementi paesaggistici di notevole interesse, per il turista che volesse recarvisi. Le sue attrattive sono costituite dai resti dell'antichità ma anche da elementi naturali, come rupi, ghiaioni, pareti strapiombanti e fossati ripidi e scoscesi, prodotti dall'erosione delle acque: è il caso della Val Rosandra, che originò dall'erosione del torrente omonimo. La buona coesistenza fra elementi di etnie diverse, italiana e slovena, favorisce l'organizzazione di momenti di aggregazione, come quello della Majenca, che consiste in festeggiamenti per l'arrivo della primavera, che si tengono in maggio, o quello della mostra fieristica dei prodotti agricoli locali, che si tiene in settembre, in località Pesek. La festa del Patrono, Sant' Ulderico, si celebra il 4 luglio e costituisce ulteriore motivo di attrattiva per i forestieri amanti della zona.

È abbastanza frequentata per lavoro ed è caratterizzata dalla presenza di elementi paesaggistici di notevole interesse, per il turista che volesse recarvisi. Le sue attrattive sono costituite dai resti dell'antichità ma anche da elementi naturali, come rupi, ghiaioni, pareti strapiombanti e fossati ripidi e scoscesi, prodotti dall'erosione delle acque: è il caso della Val Rosandra, che originò dall'erosione del torrente omonimo. La buona coesistenza fra elementi di etnie diverse, italiana e slovena, favorisce l'organizzazione di momenti di aggregazione, come quello della Majenca, che consiste in festeggiamenti per l'arrivo della primavera, che si tengono in maggio, o quello della mostra fieristica dei prodotti agricoli locali, che si tiene in settembre, in località Pesek. La festa del Patrono, Sant' Ulderico, si celebra il 4 luglio e costituisce ulteriore motivo di attrattiva per i forestieri amanti della zona.

Località

Aquilinia, Bagnoli della Rosandra Superiore, Caresana, Crociata di Prebenico, Domio, Draga Sant'Elia, Grozzana, Hervati, Monte d'Oro, Pesek di Grozzana, Prebenico, San Giuseppe della Chiusa, San Lorenzo, Sant'Antonio in Bosco

Aquilinia, Bagnoli della Rosandra Superiore, Caresana, Crociata di Prebenico, Domio, Draga Sant'Elia, Grozzana, Hervati, Monte d'Oro, Pesek di Grozzana, Prebenico, San Giuseppe della Chiusa, San Lorenzo, Sant'Antonio in Bosco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di San Dorligo della Valle-Dolina rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.