Descrizione

Comune di montagna, classificato “comune sparso”, con sede in località Prato, di origini alto-medievali e con un’economia basata soprattutto sulle tradizionali attività rurali, cui si affianca una modesta presenza industriale. I resiani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, pur avendo mantenuto nel corso dei secoli caratteristiche linguistiche slave, parlano un dialetto sloveno di tipo arcaico, che si discosta dagli altri; sono distribuiti anche nelle località di Gniva, Oseacco, San Giorgio, Stolvizza e Uccea. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.587 metri del monte Canin. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta, su sfondo azzurro, un albero verde, poggiato su una montagna dello stesso colore che si origina dalla punta dello scudo e accompagnato, ai lati, da un cuore dorato e da un cervo, anch’esso d’oro, raffigurato nell’atto di sostenere il tronco. Nel capo, partito, spiccano uno scaglione nero, su sfondo dorato, e una croce rossa, su sfondo d’argento.

Comune di montagna, classificato “comune sparso”, con sede in località Prato, di origini alto-medievali e con un’economia basata soprattutto sulle tradizionali attività rurali, cui si affianca una modesta presenza industriale. I resiani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, pur avendo mantenuto nel corso dei secoli caratteristiche linguistiche slave, parlano un dialetto sloveno di tipo arcaico, che si discosta dagli altri; sono distribuiti anche nelle località di Gniva, Oseacco, San Giorgio, Stolvizza e Uccea. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.587 metri del monte Canin. L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento plano-altimetrico vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta, su sfondo azzurro, un albero verde, poggiato su una montagna dello stesso colore che si origina dalla punta dello scudo e accompagnato, ai lati, da un cuore dorato e da un cervo, anch’esso d’oro, raffigurato nell’atto di sostenere il tronco. Nel capo, partito, spiccano uno scaglione nero, su sfondo dorato, e una croce rossa, su sfondo d’argento.

Storia

I primi insediamenti nella zona avvennero intorno al VII secolo d.C. a opera di popolazioni slave, inizialmente nomadi e dedite alla pastorizia. Queste, pur avendo tradizioni e usi profondamente differenti tra loro e pur avendo perso i contatti con gli altri slavi, mantennero le proprie caratteristiche linguistiche originarie, che sono rimaste inalterate nel corso dei secoli. Ciò è dovuto in massima parte all'isolamento in cui vivevano tali comunità, i cui rapporti con gli altri abitanti delle vallate carniche erano praticamente inesistenti. Il toponimo, attestato in un documento della seconda metà del XIII secolo, potrebbe derivare dal verbo latino RESECARE, ossia ‘falciare, mietere’, forse sovrapposto a un altro vocabolo, oppure dal termine tedesco “rise”, con cui si indica ‘un canale utilizzato per lo scorrimento dei tronchi’. Fin dagli inizi del 1100 l'intera valle fece parte dei possedimenti dell'abbazia di Moggio, senza essere caratterizzata da eventi storici di particolare rilievo. Risale al Medioevo la tradizione, in auge fino a qualche tempo fa, di eleggere ogni anno il “cameraro”, priore delle confraternite, addetto a raccogliere le offerte dei fedeli per far fronte alle esigenze dell’intera vallata. Nei secoli XIV e XV divenne un importante tramite per le popolazioni che, flagellate da guerre ed epidemie, si spostavano da Plezzo, nell'attuale Serbia, fino a Resiutta. Durante la dominazione veneta furono costruite due fortezze nelle località di Stolvizza e San Giorgio, di cui però non rimane alcuna testimonianza. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. Del suo patrimonio architettonico fa parte la chiesa parrocchiale di Prato, in cui è possibile ammirare una pregevole scultura lignea, raffigurante la Madonna col Bambino, realizzata da Giacomo Martini di Tolmezzo nella prima metà del XVI secolo.

I primi insediamenti nella zona avvennero intorno al VII secolo d.C. a opera di popolazioni slave, inizialmente nomadi e dedite alla pastorizia. Queste, pur avendo tradizioni e usi profondamente differenti tra loro e pur avendo perso i contatti con gli altri slavi, mantennero le proprie caratteristiche linguistiche originarie, che sono rimaste inalterate nel corso dei secoli. Ciò è dovuto in massima parte all'isolamento in cui vivevano tali comunità, i cui rapporti con gli altri abitanti delle vallate carniche erano praticamente inesistenti. Il toponimo, attestato in un documento della seconda metà del XIII secolo, potrebbe derivare dal verbo latino RESECARE, ossia ‘falciare, mietere’, forse sovrapposto a un altro vocabolo, oppure dal termine tedesco “rise”, con cui si indica ‘un canale utilizzato per lo scorrimento dei tronchi’. Fin dagli inizi del 1100 l'intera valle fece parte dei possedimenti dell'abbazia di Moggio, senza essere caratterizzata da eventi storici di particolare rilievo. Risale al Medioevo la tradizione, in auge fino a qualche tempo fa, di eleggere ogni anno il “cameraro”, priore delle confraternite, addetto a raccogliere le offerte dei fedeli per far fronte alle esigenze dell’intera vallata. Nei secoli XIV e XV divenne un importante tramite per le popolazioni che, flagellate da guerre ed epidemie, si spostavano da Plezzo, nell'attuale Serbia, fino a Resiutta. Durante la dominazione veneta furono costruite due fortezze nelle località di Stolvizza e San Giorgio, di cui però non rimane alcuna testimonianza. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. Del suo patrimonio architettonico fa parte la chiesa parrocchiale di Prato, in cui è possibile ammirare una pregevole scultura lignea, raffigurante la Madonna col Bambino, realizzata da Giacomo Martini di Tolmezzo nella prima metà del XVI secolo.

Economia

È sede della stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla produzione degli ortaggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazioni, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti automobilistico, edile, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno e della fabbricazione di apparecchiature medicali. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione. Nelle scuole locali si impartisce l'istruzione obbligatoria; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

È sede della stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla produzione degli ortaggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazioni, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti automobilistico, edile, dell’abbigliamento, della lavorazione del legno e della fabbricazione di apparecchiature medicali. Alquanto modesta è anche la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione. Nelle scuole locali si impartisce l'istruzione obbligatoria; non si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

I rapporti, alquanto rilevanti, con il circondario si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra cui meritano di essere citati: il carnevale resiano; la festa dei coscritti e la “Camminata in Val Resia”, che si svolge a maggio. La festa della Patrona, Santa Maria Assunta, si celebra il 15 agosto.

I rapporti, alquanto rilevanti, con il circondario si intensificano in occasione di alcuni appuntamenti consueti, tra cui meritano di essere citati: il carnevale resiano; la festa dei coscritti e la “Camminata in Val Resia”, che si svolge a maggio. La festa della Patrona, Santa Maria Assunta, si celebra il 15 agosto.

Località

Gniva, Lischiazze, Monte Canin, Monte Lavara, Oseacco, Prato, San Giorgio, Stolvizza, Tapot Clanzon, Uccea

Gniva, Lischiazze, Monte Canin, Monte Lavara, Oseacco, Prato, San Giorgio, Stolvizza, Tapot Clanzon, Uccea

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Resia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.