Descrizione

Piccola comunità di pianura, di antiche origini, che ha affiancato alle tradizionali attività agricole un discreto sviluppo industriale. I roncaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare segni evidenti di una forte espansione edilizia. Il territorio disegna un profilo geometrico molto regolare, con lievi variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 73 metri sul livello del mare ad un massimo di appena 83 metri; di questa caratteristica orografica risente l'abitato, che ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, ricorda nella lama di vanga su fondo verde l'origine del toponimo (il verde indica l'agricoltura e la vanga la vita laboriosa e la bonifica operata); nell'angelo stilizzato su fondo azzurro l'origine religiosa del comune, la cui chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo dal 1100 (l'angelo raffigura San Michele, mentre l'azzurro simboleggia la lealtà e la forza della comunità di Roncaro). La fascia grigia trasversale indica la presenza di famiglie nobili nella storia di Roncaro.

Piccola comunità di pianura, di antiche origini, che ha affiancato alle tradizionali attività agricole un discreto sviluppo industriale. I roncaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale, che fa registrare segni evidenti di una forte espansione edilizia. Il territorio disegna un profilo geometrico molto regolare, con lievi variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 73 metri sul livello del mare ad un massimo di appena 83 metri; di questa caratteristica orografica risente l'abitato, che ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, ricorda nella lama di vanga su fondo verde l'origine del toponimo (il verde indica l'agricoltura e la vanga la vita laboriosa e la bonifica operata); nell'angelo stilizzato su fondo azzurro l'origine religiosa del comune, la cui chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo dal 1100 (l'angelo raffigura San Michele, mentre l'azzurro simboleggia la lealtà e la forza della comunità di Roncaro). La fascia grigia trasversale indica la presenza di famiglie nobili nella storia di Roncaro.

Storia

Il toponimo è un derivato di "ronco", appellativo comune nei dialetti e nella toponomastica dell'Italia settentrionale e centrale, con riferimento a 'luogo disboscato' e quindi anche 'terreno coltivato' o 'pascolo'. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilievo, ha ricalcato quella dei territori circostanti, passati nel corso dei secoli sotto diverse signorie. Già dal XII secolo questa zona appartenne con ogni probabilità a più proprietari, avendovi estesi possedimenti il monastero di Sant'Agata in Monte di Pavia, l'ospedale di Santa Maria in Betlem di Borgo Ticino e il monastero pavese di San Pietro in Ciel d'Oro. Come fu tipico dell'epoca medioevale, seguì le sorti delle nobili famiglie che si susseguirono alla sua guida: annessa al feudo di Vistarino, nella seconda metà del XV secolo fece parte delle proprietà dei Giorgi e probabilmente, al pari dei borghi vicini, passò al Collegio Ghislieri di Pavia durante il pontificato di Pio V. Mancano nell'esiguo territorio monumenti di rilievo, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele e costruita nella seconda metà del XVI secolo sui resti di un precedente edificio di culto, in stile romanico, risalente al 1100, e per il monumento ai caduti della prima guerra mondiale.

Il toponimo è un derivato di "ronco", appellativo comune nei dialetti e nella toponomastica dell'Italia settentrionale e centrale, con riferimento a 'luogo disboscato' e quindi anche 'terreno coltivato' o 'pascolo'. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilievo, ha ricalcato quella dei territori circostanti, passati nel corso dei secoli sotto diverse signorie. Già dal XII secolo questa zona appartenne con ogni probabilità a più proprietari, avendovi estesi possedimenti il monastero di Sant'Agata in Monte di Pavia, l'ospedale di Santa Maria in Betlem di Borgo Ticino e il monastero pavese di San Pietro in Ciel d'Oro. Come fu tipico dell'epoca medioevale, seguì le sorti delle nobili famiglie che si susseguirono alla sua guida: annessa al feudo di Vistarino, nella seconda metà del XV secolo fece parte delle proprietà dei Giorgi e probabilmente, al pari dei borghi vicini, passò al Collegio Ghislieri di Pavia durante il pontificato di Pio V. Mancano nell'esiguo territorio monumenti di rilievo, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele e costruita nella seconda metà del XVI secolo sui resti di un precedente edificio di culto, in stile romanico, risalente al 1100, e per il monumento ai caduti della prima guerra mondiale.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di particolari strutture. L'economia locale si basa soprattutto sull'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno: si producono principalmente cereali e frumento. Una parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l'allevamento di suini. Tenuto conto del numero degli abitanti, va segnalato lo sviluppo dell'industria meccanica, che assorbe un buon numero di addetti; a questa si affiancano più modeste iniziative nei comparti edile e del legno. Il terziario invece si compone di un solo esercizio di distribuzione al dettaglio e dei poco rilevanti servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo, fatta eccezione per un asilo nido. Le strutture scolastiche comprendono soltanto le scuole materne e manca perfino una biblioteca per l'arricchimento culturale. Non si registra neppure la presenza di strutture sanitarie, è pertanto indispensabile rivolgersi altrove anche per poter usufruire dei servizi di base; la capacità ricettiva è limitata alla sola possibilità di ristorazione.

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di particolari strutture. L'economia locale si basa soprattutto sull'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno: si producono principalmente cereali e frumento. Una parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l'allevamento di suini. Tenuto conto del numero degli abitanti, va segnalato lo sviluppo dell'industria meccanica, che assorbe un buon numero di addetti; a questa si affiancano più modeste iniziative nei comparti edile e del legno. Il terziario invece si compone di un solo esercizio di distribuzione al dettaglio e dei poco rilevanti servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo, fatta eccezione per un asilo nido. Le strutture scolastiche comprendono soltanto le scuole materne e manca perfino una biblioteca per l'arricchimento culturale. Non si registra neppure la presenza di strutture sanitarie, è pertanto indispensabile rivolgersi altrove anche per poter usufruire dei servizi di base; la capacità ricettiva è limitata alla sola possibilità di ristorazione.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, a causa dell'assenza di attrattive di rilievo, è abbastanza frequentata per lavoro, grazie soprattutto alla presenza di qualche iniziativa industriale che consente di assorbire discreti flussi di manodopera dai dintorni; tuttavia, ciò non toglie che parte degli abitanti si rechino giornalmente a lavorare nei centri maggiori. Nel complesso, comunque, i suoi rapporti con i comuni limitrofi sono scarsi, a causa dell'assenza di scuole e del modesto livello dei servizi, oltre che della mancanza di quei tradizionali appuntamenti folcloristici che altrove sono soliti richiamare numerosi visitatori. La festa del Patrono, San Michele, ricorre la seconda domenica di maggio e viene celebrata con una fiera, occasione per l'esposizione di macchinari agricoli, piante, fiori e animali.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, a causa dell'assenza di attrattive di rilievo, è abbastanza frequentata per lavoro, grazie soprattutto alla presenza di qualche iniziativa industriale che consente di assorbire discreti flussi di manodopera dai dintorni; tuttavia, ciò non toglie che parte degli abitanti si rechino giornalmente a lavorare nei centri maggiori. Nel complesso, comunque, i suoi rapporti con i comuni limitrofi sono scarsi, a causa dell'assenza di scuole e del modesto livello dei servizi, oltre che della mancanza di quei tradizionali appuntamenti folcloristici che altrove sono soliti richiamare numerosi visitatori. La festa del Patrono, San Michele, ricorre la seconda domenica di maggio e viene celebrata con una fiera, occasione per l'esposizione di macchinari agricoli, piante, fiori e animali.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Roncaro rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.