Descrizione

Comune collinare, di antica origine, con un’economia basata sulle attività agricole e modeste attività industriali. I rocchesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosi nuclei urbani minori, nonché case sparse. Il territorio, ricco di boschi cedui e castagneti, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.352 metri di quota. L’abitato sorge sulla sinistra del torrente Malone, alle pendici meridionali di un colle sovrastato dal santuario della Madonna della Neve. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nella prima sezione, smaltata d’azzurro, figura una torre d’argento, merlata alla guelfa, fondata su una collina trapezoidale, verde, e sormontata dalle lettere maiuscole d’oro R e C, ordinate in fascia; il secondo campo, a sfondo rosso, racchiude un castagno verde, munito di dieci frutti dorati, posto su una verde pianura e sovrastato da una beccaccia d’oro. La redazione non ne ha ottenuto l’autorizzazione alla riproduzione.

Comune collinare, di antica origine, con un’economia basata sulle attività agricole e modeste attività industriali. I rocchesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosi nuclei urbani minori, nonché case sparse. Il territorio, ricco di boschi cedui e castagneti, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.352 metri di quota. L’abitato sorge sulla sinistra del torrente Malone, alle pendici meridionali di un colle sovrastato dal santuario della Madonna della Neve. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nella prima sezione, smaltata d’azzurro, figura una torre d’argento, merlata alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFA'>guelfa</a>, fondata su una collina trapezoidale, verde, e sormontata dalle lettere maiuscole d’oro R e C, ordinate in fascia; il secondo campo, a sfondo rosso, racchiude un castagno verde, munito di dieci frutti dorati, posto su una verde pianura e sovrastato da una beccaccia d’oro. La redazione non ne ha ottenuto l’autorizzazione alla riproduzione.

Storia

Il toponimo è documentato fin dal 1267 come La Rocha; l’etimo è nel latino ROCCA, che significa ‘dirupo scosceso’, conforme alla morfologia del suolo sul quale si è stabilito l’insediamento. In passato fu interessata da molte vicende guerresche, come testimonia il castello, ovvero la rocca, un edificio fortificato eretto agli inizi del XII secolo quale avamposto di difesa della vallata di Corio. Sul luogo esercitarono il loro potere diversi signori, fra i quali i marchesi del Monferrato. La lunga contesa per il possesso di questa importante terra fortificata portò anche alla parziale distruzione del castello da parte del principe Filippo di Acaia nel 1309. Solo verso la metà del Quattrocento, il marchese del Monferrato diede ordine di ricostruire le fortificazioni distrutte. Successivamente passò sotto il dominio dei conti sabaudi. Poche le testimonianze storico-architettoniche sopravvissute nel tempo: i ruderi dell’antico castello con le cinque torri puntate verso l’alto e i suggestivi archi ricoperti dall’edera; i bellissimi affreschi quattrocenteschi, conservati presso la piccola chiesa della Confraternita di Santa Croce, dedicata a San Giovanni Battista; il campanile romanico, dalle forme semplici e arcaiche, situato nei pressi del cimitero, e la parrocchiale di Santa Maria Assunta, dalla scenografica facciata.

Il toponimo è documentato fin dal 1267 come La Rocha; l’etimo è nel latino ROCCA, che significa ‘dirupo scosceso’, conforme alla morfologia del suolo sul quale si è stabilito l’insediamento. In passato fu interessata da molte vicende guerresche, come testimonia il castello, ovvero la rocca, un edificio fortificato eretto agli inizi del XII secolo quale avamposto di difesa della vallata di Corio. Sul luogo esercitarono il loro potere diversi signori, fra i quali i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDELMONFERRATO'>marchesi del Monferrato</a>. La lunga contesa per il possesso di questa importante terra fortificata portò anche alla parziale distruzione del castello da parte del principe Filippo di Acaia nel 1309. Solo verso la metà del Quattrocento, il marchese del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a> diede ordine di ricostruire le fortificazioni distrutte. Successivamente passò sotto il dominio dei conti sabaudi. Poche le testimonianze storico-architettoniche sopravvissute nel tempo: i ruderi dell’antico castello con le cinque torri puntate verso l’alto e i suggestivi archi ricoperti dall’edera; i bellissimi affreschi quattrocenteschi, conservati presso la piccola chiesa della Confraternita di Santa Croce, dedicata a San Giovanni Battista; il campanile romanico, dalle forme semplici e arcaiche, situato nei pressi del cimitero, e la parrocchiale di Santa Maria Assunta, dalla scenografica facciata.

Economia

Se si escludono gli ordinari uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota e, per l’assenza sul posto della stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono svolte, all’occorrenza, dal sindaco. L’agricoltura produce frumento, mais e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare, metallurgico, meccanico, edile, della lavorazione del legno e dei mobili. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati come quello bancario, ma la rete distributiva è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; quelle culturali sono rappresentate dalla biblioteca civica Bernardo Anglesio. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Se si escludono gli ordinari uffici municipali e postali, non ve ne sono altri degni di nota e, per l’assenza sul posto della stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono svolte, all’occorrenza, dal sindaco. L’agricoltura produce frumento, mais e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, edile, della lavorazione del legno e dei mobili. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati come quello bancario, ma la rete distributiva è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi dell’obbligo; quelle culturali sono rappresentate dalla biblioteca civica Bernardo Anglesio. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

Immersa in una cornice paesaggistica di spettacolare bellezza, è una tranquilla stazione di soggiorno frequentata soprattutto nella bella stagione; offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni sui monti circostanti, a contatto con un ambiente naturale intatto, caratterizzato da fitti boschi di castagni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni tradizionali, che animano la comunità, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate la fiera di Primavera, che si svolge ad aprile, e la fiera di Autunno, a ottobre. La festa della Patrona, Maria Santissima Assunta viene celebrata il 15 agosto.

Immersa in una cornice paesaggistica di spettacolare bellezza, è una tranquilla stazione di soggiorno frequentata soprattutto nella bella stagione; offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni sui monti circostanti, a contatto con un ambiente naturale intatto, caratterizzato da fitti boschi di castagni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni tradizionali, che animano la comunità, richiamando visitatori dai dintorni, meritano di essere citate la fiera di Primavera, che si svolge ad aprile, e la fiera di Autunno, a ottobre. La festa della Patrona, Maria Santissima Assunta viene celebrata il 15 agosto.

Località

Avvocat, Borgnio, Buretta, Case Arsun, Ciamà, Ferrando, Moie, Monsignore, Montiglio, Nepote, Piana, Poma, Remondato, Ruvera, San Giacomo, San Rocco, Trucco, Vallossera, Vauda di Rocca, Verna, Vinardi Mathi

Avvocat, Borgnio, Buretta, Case Arsun, Ciamà, Ferrando, Moie, Monsignore, Montiglio, Nepote, Piana, Poma, Remondato, Ruvera, San Giacomo, San Rocco, Trucco, Vallossera, Vauda di Rocca, Verna, Vinardi Mathi

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rocca Canavese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.