Descrizione

Centro collinare di origine antica; la sua economia si basa sulle attività del terziario e sulla piccola industria. La maggior parte dei rignanesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce negli aggregati urbani elementari di Capannacce, Case Morolo, Montelarco, Santo Sisino e Valle Spadana nonché in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone delimitato da due valloni, è costituito da un nucleo di aspetto medievale, con vie strette e case addossate le une alle altre, e da una parte più recente, in sensibile espansione edilizia. Il comprensorio comunale, solcato da diversi corsi d’acqua, presenta un profilo geometrico dolcemente ondulato; i poggi che ne movimentano la superficie mostrano diffuse coltivazioni di vite e di olivo, alle quali, nelle aree pianeggianti, si sostituiscono distese di colture cerealicole. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato Sant’Anastasio, affiancato dalle lettere capitali S e A. Il Santo, vestito con un piviale bianco, impugna, con una mano, un pastorale d’oro e, con l’altra, tiene una corona, anch’essa dorata.

Centro collinare di origine antica; la sua economia si basa sulle attività del terziario e sulla piccola industria. La maggior parte dei rignanesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce negli aggregati urbani elementari di Capannacce, Case Morolo, Montelarco, Santo Sisino e Valle Spadana nonché in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, allungato su uno sperone delimitato da due valloni, è costituito da un nucleo di aspetto medievale, con vie strette e case addossate le une alle altre, e da una parte più recente, in sensibile espansione edilizia. Il comprensorio comunale, solcato da diversi corsi d’acqua, presenta un profilo geometrico dolcemente ondulato; i poggi che ne movimentano la superficie mostrano diffuse coltivazioni di vite e di olivo, alle quali, nelle aree pianeggianti, si sostituiscono distese di colture cerealicole. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato Sant’Anastasio, affiancato dalle lettere capitali S e A. Il Santo, vestito con un piviale bianco, impugna, con una mano, un pastorale d’oro e, con l’altra, tiene una corona, anch’essa dorata.

Storia

Sede di insediamenti etruschi o falisci, è menzionata per la prima volta nel X secolo, periodo in cui, inclusa tra i possedimenti della chiesa di Santa Maria in Trastevere, fu attraversata dall’imperatore Ottone I in marcia verso Roma. Dalla fine del XII secolo al Cinquecento fece parte dei possedimenti dei Savelli; successivamente appartenne ai Borgia, ai Borghese, ai Muti, ai Cesi e ai Massimo, sotto i quali fu elevata al rango di ducato. Privo di specificazione fino al 1873, il toponimo, attestato nelle RATIONES DECIMARUM del Lazio (1274-1280), è una formazione prediale dal personale latino ARINIUS, con il suffisso aggettivale -ANUS. La duecentesca collegiata dei Santi Vincenzo e Anastasio, a tre navate, è impreziosita da altari rinascimentali, da resti di affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi e da una pregevole tela rappresentante la Madonna con il Bambino. La chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanza, eretta nel corso del X secolo sui resti di un preesistente tempio pagano, è affiancata da un campanile romanico a bifore e conserva affreschi duecenteschi e una bella cripta. Sulla piazza principale, dominata dalla trecentesca rocca Savelli, si trova un grosso cannone quattrocentesco, appartenuto secondo la tradizione a Cesare Borgia ma in realtà abbandonato dai lanzichenecchi nel 1527. Antichissime sono inoltre le catacombe dei Santissimi Martiri, le cui prime sepolture risalgono all’epoca di Diocleziano.

Sede di insediamenti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> o falisci, è menzionata per la prima volta nel X secolo, periodo in cui, inclusa tra i possedimenti della chiesa di Santa Maria in Trastevere, fu attraversata dall’imperatore Ottone I in marcia verso Roma. Dalla fine del XII secolo al Cinquecento fece parte dei possedimenti dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a>; successivamente appartenne ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGIA'>Borgia</a>, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGHESE'>Borghese</a>, ai Muti, ai Cesi e ai Massimo, sotto i quali fu elevata al rango di ducato. Privo di specificazione fino al 1873, il toponimo, attestato nelle RATIONES DECIMARUM del Lazio (1274-1280), è una formazione prediale dal personale latino ARINIUS, con il suffisso aggettivale -ANUS. La duecentesca collegiata dei Santi Vincenzo e Anastasio, a tre navate, è impreziosita da altari rinascimentali, da resti di affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi e da una pregevole tela rappresentante la Madonna con il Bambino. La chiesa dei Santi Abbondio e Abbondanza, eretta nel corso del X secolo sui resti di un preesistente tempio pagano, è affiancata da un campanile romanico a bifore e conserva affreschi duecenteschi e una bella cripta. Sulla piazza principale, dominata dalla trecentesca rocca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SAVELLI'>Savelli</a>, si trova un grosso cannone quattrocentesco, appartenuto secondo la tradizione a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CESAREBORGIA'>Cesare Borgia</a> ma in realtà abbandonato dai lanzichenecchi nel 1527. Antichissime sono inoltre le catacombe dei Santissimi Martiri, le cui prime sepolture risalgono all’epoca di Diocleziano.

Economia

Accanto alle residue attività rurali, rappresentate dall’allevamento bovino e dalla produzione di cereali, uva da vino e olive, figura un certo numero di piccole imprese industriali, attive soprattutto nei comparti dei materiali da costruzione e della lavorazione del legno e della pietra; il quadro dell’economia rignanese è completato dalla presenza di una rete distributiva commisurata alle esigenze della comunità e di un discreto numero di servizi privati, comprendente il credito e le assicurazioni. Il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone delle scuole dell’obbligo, degli istituti tecnico commerciale e tecnico per geometri, di una biblioteca comunale e, per quanto riguarda la sfera sanitaria, della farmacia, di alcuni poliambulatori e di un consultorio familiare; l’apparato ricettivo annovera un buon servizio di ristorazione e strutture per il soggiorno.

Accanto alle residue attività rurali, rappresentate dall’allevamento bovino e dalla produzione di cereali, uva da vino e olive, figura un certo numero di piccole imprese industriali, attive soprattutto nei comparti dei materiali da costruzione e della lavorazione del legno e della pietra; il quadro dell’economia rignanese è completato dalla presenza di una rete distributiva commisurata alle esigenze della comunità e di un discreto numero di servizi privati, comprendente il credito e le assicurazioni. Il comune, provvisto degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, dispone delle scuole dell’obbligo, degli istituti tecnico commerciale e tecnico per geometri, di una biblioteca comunale e, per quanto riguarda la sfera sanitaria, della farmacia, di alcuni poliambulatori e di un consultorio familiare; l’apparato ricettivo annovera un buon servizio di ristorazione e strutture per il soggiorno.

Relazioni

I contatti con l’esterno sono favoriti, oltre che dall’amenità dell’ambiente naturale e dalla quiete che vi regna, da un buon numero di manifestazioni tradizionali: il giorno dell’Epifania si svolgono la premiazione dei presepi e uno spettacolo teatrale per bambini mentre il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, ha luogo la benedizione del fuoco, degli animali e dei veicoli a motore; al carnevale, con le sue allegre sfilate di maschere, e alla tradizionale processione del Venerdì Santo segue la cosiddetta “Primavera dei vicoli”, sagra del folclore e della tradizione rignanese, accompagnata dall’esposizione di opere d’arte e di prodotti dell’artigianato locale. Il periodo estivo è animato dalle manifestazioni culturali e dagli altri eventi che compongono il programma dell’“Agosto rignanese” mentre l’8 settembre ha luogo una grande fiera di merci e bestiame; a Natale, inoltre, si svolge una caratteristica rappresentazione della Natività. La festa dei Patroni, Santi Vincenzo e Anastasio, si celebra il 22 gennaio.

I contatti con l’esterno sono favoriti, oltre che dall’amenità dell’ambiente naturale e dalla quiete che vi regna, da un buon numero di manifestazioni tradizionali: il giorno dell’Epifania si svolgono la premiazione dei presepi e uno spettacolo teatrale per bambini mentre il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, ha luogo la benedizione del fuoco, degli animali e dei veicoli a motore; al carnevale, con le sue allegre sfilate di maschere, e alla tradizionale processione del Venerdì Santo segue la cosiddetta “Primavera dei vicoli”, sagra del folclore e della tradizione rignanese, accompagnata dall’esposizione di opere d’arte e di prodotti dell’artigianato locale. Il periodo estivo è animato dalle manifestazioni culturali e dagli altri eventi che compongono il programma dell’“Agosto rignanese” mentre l’8 settembre ha luogo una grande fiera di merci e bestiame; a Natale, inoltre, si svolge una caratteristica rappresentazione della Natività. La festa dei Patroni, Santi Vincenzo e Anastasio, si celebra il 22 gennaio.

Località

Capannacce, Case Morolo, Montelarco

Capannacce, Case Morolo, Montelarco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rignano Flaminio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.