Descrizione

Comune di pianura, probabilmente di antiche origini, che ha affiancato un modesto sviluppo industriale alle tradizionali attività agricole. La comunità dei redondescani, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, è concentrata quasi esclusivamente nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località di San Fermo -contigua alle località di Piubega e Gazoldo degli Ippoliti dei comuni omonimi-, Bologne, Fienili di Sopra, Pagadelli e Pioppino. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena percettibili: di questa sua conformazione risente l'abitato, che presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante ed è interessato da un fenomeno di espansione edilizia. Lo stemma municipale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è uno scudo troncato di azzurro e di verde raffigurante uno scanno di legno che attraversa la troncatura.

Comune di pianura, probabilmente di antiche origini, che ha affiancato un modesto sviluppo industriale alle tradizionali attività agricole. La comunità dei redondescani, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media, è concentrata quasi esclusivamente nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località di San Fermo -contigua alle località di Piubega e Gazoldo degli Ippoliti dei comuni omonimi-, Bologne, Fienili di Sopra, Pagadelli e Pioppino. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena percettibili: di questa sua conformazione risente l'abitato, che presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante ed è interessato da un fenomeno di espansione edilizia. Lo stemma municipale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è uno scudo troncato di azzurro e di verde raffigurante uno scanno di legno che attraversa la troncatura.

Storia

Le sue origini sono quasi certamente romane: sembra infatti che nella zona si fossero accampati i soldati del console Caio Mario, dopo la vittoria sui cimbri nella battaglia dei Campi Raudi, avvenuta nel 101 a.C. Alcuni, piuttosto fantasiosamente, facendo riferimento allo stemma, su cui campeggia una tavola rotonda, ritengono che in questo luogo si sia accampato anche re Artù con i suoi cavalieri. Nel corso dei secoli il toponimo ha subito diverse modifiche: anticamente Redaldesco, è divenuto via via Redaldisco, Radaldisco, Rethaldesco e Redondeschi; riflette un antroponimo germanico "Redal" con il suffisso -ISCUS (da -isk germanico). Le vicende relative al Medioevo vedono il borgo, che, secondo la tradizione, Federico Barbarossa aveva dotato di un castello nella seconda metà del XII secolo, passare di mano in mano: dopo aver fatto parte dei possedimenti del monastero di Leno, divenne proprietà dei Casaloldi, cui seguirono i Visconti e infine i Gonzaga, dei quali seguì le sorti, conservando una grande autonomia, fino agli inizi del XVIII secolo, sviluppandosi nel periodo della loro ascesa e regredendo nella fase del loro declino. La storia successiva ne vede l'occupazione da parte degli austriaci, interrotta dalla breve parentesi dell'invasione napoleonica, e la partecipazione ai moti risorgimentali. Del castello medievale, il quale, a dispetto della tradizione che lo attribuisce a Federico Barbarossa, sembra piuttosto trecentesco, sono attualmente visibili la torre principale (affrescata all'interno) e quattro torrioni. Alla contessa Matilde di Canossa si deve, invece, la costruzione della parrocchiale, dedicata a San Maurizio (la cui facciata, ristrutturata nel XIX secolo da Domizio Panini, è in fastoso stile neogotico) e, in località Bologne, del romitorio di San Pietro (sugli affreschi che ne decorano le pareti, realizzati da un ignoto autore, sono visibili alcune scritte risalenti al passaggio dei lanzichenecchi nel 1630 e al periodo della dominazione napoleonica). Anche San Fermo ha una sua parrocchia, omonima, già esistente nel XVI secolo ma ricostruita nella seconda metà del XIX.

Le sue origini sono quasi certamente romane: sembra infatti che nella zona si fossero accampati i soldati del console Caio Mario, dopo la vittoria sui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CIMBRI'>cimbri</a> nella battaglia dei Campi Raudi, avvenuta nel 101 a.C. Alcuni, piuttosto fantasiosamente, facendo riferimento allo stemma, su cui campeggia una tavola rotonda, ritengono che in questo luogo si sia accampato anche re Artù con i suoi cavalieri. Nel corso dei secoli il toponimo ha subito diverse modifiche: anticamente Redaldesco, è divenuto via via Redaldisco, Radaldisco, Rethaldesco e Redondeschi; riflette un antroponimo germanico "Redal" con il suffisso -ISCUS (da -isk germanico). Le vicende relative al Medioevo vedono il borgo, che, secondo la tradizione, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a> aveva dotato di un castello nella seconda metà del XII secolo, passare di mano in mano: dopo aver fatto parte dei possedimenti del monastero di Leno, divenne proprietà dei Casaloldi, cui seguirono i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a> e infine i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GONZAGA'>Gonzaga</a>, dei quali seguì le sorti, conservando una grande autonomia, fino agli inizi del XVIII secolo, sviluppandosi nel periodo della loro ascesa e regredendo nella fase del loro declino. La storia successiva ne vede l'occupazione da parte degli austriaci, interrotta dalla breve parentesi dell'invasione napoleonica, e la partecipazione ai moti risorgimentali. Del castello medievale, il quale, a dispetto della tradizione che lo attribuisce a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, sembra piuttosto trecentesco, sono attualmente visibili la torre principale (affrescata all'interno) e quattro torrioni. Alla contessa Matilde di Canossa si deve, invece, la costruzione della parrocchiale, dedicata a San Maurizio (la cui facciata, ristrutturata nel XIX secolo da Domizio Panini, è in fastoso stile neogotico) e, in località Bologne, del romitorio di San Pietro (sugli affreschi che ne decorano le pareti, realizzati da un ignoto autore, sono visibili alcune scritte risalenti al passaggio dei lanzichenecchi nel 1630 e al periodo della dominazione napoleonica). Anche San Fermo ha una sua parrocchia, omonima, già esistente nel XVI secolo ma ricostruita nella seconda metà del XIX.

Economia

Nell'economia locale l'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta in genere; è praticato anche l'allevamento di bovini e suini. L'industria è rappresentata soprattutto da fabbriche tessili, cui si affiancano stabilimenti alimentari e imprese edili di piccole dimensioni. Il terziario si compone della rete distributiva (di proporzioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi, tra cui è presente quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non possiede strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari ma non manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive non offrono possibilità di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Nell'economia locale l'agricoltura, praticata con successo grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta in genere; è praticato anche l'allevamento di bovini e suini. L'industria è rappresentata soprattutto da fabbriche <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILI'>tessili</a>, cui si affiancano stabilimenti alimentari e imprese edili di piccole dimensioni. Il terziario si compone della rete distributiva (di proporzioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell'insieme dei servizi, tra cui è presente quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non possiede strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari ma non manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive non offrono possibilità di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

Al ridotto movimento turistico, dovuto all'assenza di attrattive significative, fa riscontro un modesto afflusso di manodopera esterna, in quanto il suo sviluppo economico non ha raggiunto un livello tale da consentire l'assorbimento di consistenti flussi di pendolari. I rapporti con i centri vicini non sono rilevanti, mancando anche quei tradizionali appuntamenti folcloristici che altrove costituiscono occasioni di richiamo per parecchi visitatori. La festa del Patrono, San Maurizio, si celebra l'ultima domenica di settembre.

Al ridotto movimento turistico, dovuto all'assenza di attrattive significative, fa riscontro un modesto afflusso di manodopera esterna, in quanto il suo sviluppo economico non ha raggiunto un livello tale da consentire l'assorbimento di consistenti flussi di pendolari. I rapporti con i centri vicini non sono rilevanti, mancando anche quei tradizionali appuntamenti folcloristici che altrove costituiscono occasioni di richiamo per parecchi visitatori. La festa del Patrono, San Maurizio, si celebra l'ultima domenica di settembre.

Località

Bologne, Bologne di Mezzo, Fienili di Sopra, Pagadelli, Pioppino, San Fermo

Bologne, Bologne di Mezzo, Fienili di Sopra, Pagadelli, Pioppino, San Fermo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Redondesco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.