Descrizione

Comune collinare, di antichissime origini, che ha affiancato ad un'economia sostanzialmente agricola un modesto sviluppo industriale, caratterizzato da una discreta presenza dell'orticoltura e della floricoltura. La comunità dei redavallesi mostra un indice di vecchiaia eccezionalmente alto e risiede quasi interamente nel capoluogo comunale -contiguo alla località Manzo del comune di Santa Giuletta-. Il territorio comunale, che si estende parte in pianura e parte in collina, dando vita così ad un paesaggio particolarmente gradevole, presenta un profilo per lo più regolare, con qualche variazione altimetrica più accentuata nella zona meridionale. L'abitato, che si adagia alle pendici del Monte Castello, sul quale probabilmente sorgeva l'antica fortezza, ha conservato inalterato l'aspetto del vecchio borgo rurale, composto da abitazioni rustiche e da alcuni palazzi signorili dall'armoniosa architettura. Il comune è dotato di uno stemma ufficiale concesso con Decreto del 1973. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Comune collinare, di antichissime origini, che ha affiancato ad un'economia sostanzialmente agricola un modesto sviluppo industriale, caratterizzato da una discreta presenza dell'orticoltura e della floricoltura. La comunità dei redavallesi mostra un indice di vecchiaia eccezionalmente alto e risiede quasi interamente nel capoluogo comunale -contiguo alla località Manzo del comune di Santa Giuletta-. Il territorio comunale, che si estende parte in pianura e parte in collina, dando vita così ad un paesaggio particolarmente gradevole, presenta un profilo per lo più regolare, con qualche variazione altimetrica più accentuata nella zona meridionale. L'abitato, che si adagia alle pendici del Monte Castello, sul quale probabilmente sorgeva l'antica fortezza, ha conservato inalterato l'aspetto del vecchio borgo rurale, composto da abitazioni rustiche e da alcuni palazzi signorili dall'armoniosa architettura. Il comune è dotato di uno stemma ufficiale concesso con Decreto del 1973. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Storia

I primi insediamenti nella zona probabilmente risalgono ai galli; a questi subentrarono stanziamenti romani, come testimoniato dalla recente scoperta di una necropoli, risalente ad un periodo collocabile tra il I e il IV secolo d.C. Le notizie relative al Medioevo vedono il territorio al centro di contese e scontri bellici tra Piacenza e Pavia: infatti, dopo essere appartenuto, nell'alto Medioevo, al comitato di Piacenza, esso fu concesso nel 1164 da Federico Barbarossa ai pavesi, suscitando l'ira dei piacentini che, alleandosi con i cremonesi, nel 1175 attaccarono il borgo, incendiandone il castello. La storia successiva si identifica con quella del feudo di Broni, del quale fece parte per molto tempo, conquistando l'autonomia amministrativa soltanto alla fine del Settecento, dopo l'abolizione di tutte le proprietà feudali ad opera di Napoleone. Tra gli edifici di un certo pregio architettonico, degna di nota è la chiesa parrocchiale, intitolata a San Rocco e a San Martino, per la cui costruzione, nel XVIII secolo, furono utilizzati materiali provenienti dall'antica pieve di San Martino in Strada, per alcuni databile ad epoca franca e per altri addirittura al V secolo.

I primi insediamenti nella zona probabilmente risalgono ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GALLI'>galli</a>; a questi subentrarono stanziamenti romani, come testimoniato dalla recente scoperta di una necropoli, risalente ad un periodo collocabile tra il I e il IV secolo d.C. Le notizie relative al Medioevo vedono il territorio al centro di contese e scontri bellici tra Piacenza e Pavia: infatti, dopo essere appartenuto, nell'alto Medioevo, al comitato di Piacenza, esso fu concesso nel 1164 da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a> ai pavesi, suscitando l'ira dei piacentini che, alleandosi con i cremonesi, nel 1175 attaccarono il borgo, incendiandone il castello. La storia successiva si identifica con quella del feudo di Broni, del quale fece parte per molto tempo, conquistando l'autonomia amministrativa soltanto alla fine del Settecento, dopo l'abolizione di tutte le proprietà feudali ad opera di Napoleone. Tra gli edifici di un certo pregio architettonico, degna di nota è la chiesa parrocchiale, intitolata a San Rocco e a San Martino, per la cui costruzione, nel XVIII secolo, furono utilizzati materiali provenienti dall'antica pieve di San Martino in Strada, per alcuni databile ad epoca franca e per altri addirittura al V secolo.

Economia

La principale fonte di reddito per gli abitanti è ancora oggi l'agricoltura, praticata con successo, attraverso un cospicuo numero di aziende agricole, anche grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, e basata prevalentemente sulla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutteti e soprattutto vigneti, che producono uve pregiate da cui si ricavano prestigiose qualità di vini, molti dei quali, particolarmente rinomati, al pari di quelli tipici delle altre zone dell'Oltrepò pavese, hanno ottenuto il riconoscimento del marchio della denominazione di origine controllata. L'industria, di modeste dimensioni, è presente con varie iniziative nei comparti edile, meccanico e dei giocattoli; a queste si affianca una discreta presenza dell'orticoltura e della floricoltura. Il terziario invece si compone soltanto di una piccola rete distributiva (sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dei poco rilevanti servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi pubblici particolari, non presenta strutture sociali di rilievo, se si eccettua un asilo nido; nelle scuole del posto si impartisce solamente l'istruzione materna ed elementare e manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur comprendendo qualche esercizio di ristorazione, non offrono possibilità di soggiorno, mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

La principale fonte di reddito per gli abitanti è ancora oggi l'agricoltura, praticata con successo, attraverso un cospicuo numero di aziende agricole, anche grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, e basata prevalentemente sulla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutteti e soprattutto vigneti, che producono uve pregiate da cui si ricavano prestigiose qualità di vini, molti dei quali, particolarmente rinomati, al pari di quelli tipici delle altre zone dell'Oltrepò <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=PAVESE'>pavese</a>, hanno ottenuto il riconoscimento del marchio della denominazione di origine controllata. L'industria, di modeste dimensioni, è presente con varie iniziative nei comparti edile, meccanico e dei giocattoli; a queste si affianca una discreta presenza dell'orticoltura e della floricoltura. Il terziario invece si compone soltanto di una piccola rete distributiva (sufficiente comunque a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dei poco rilevanti servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. Priva di servizi pubblici particolari, non presenta strutture sociali di rilievo, se si eccettua un asilo nido; nelle scuole del posto si impartisce solamente l'istruzione materna ed elementare e manca una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur comprendendo qualche esercizio di ristorazione, non offrono possibilità di soggiorno, mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Nonostante le sue modeste dimensioni, riesce con le sue risorse economiche ad assorbire buona parte della forza lavoro locale, consentendo anzi anche l'impiego di manodopera esterna. I redavallesi che non trovano lavoro nel territorio comunale si recano giornalmente nei maggiori centri vicini, con i quali si intrattengono intensi rapporti non solo per motivi occupazionali ma soprattutto per esigenze legate allo svolgimento di attività burocratiche e per l'utilizzo dei servizi che mancano sul posto. La festa del Patrono, San Rocco, si celebra il 16 agosto. Il comune è gemellato con la città francese di Vaux En Bugey.

Nonostante le sue modeste dimensioni, riesce con le sue risorse economiche ad assorbire buona parte della forza lavoro locale, consentendo anzi anche l'impiego di manodopera esterna. I redavallesi che non trovano lavoro nel territorio comunale si recano giornalmente nei maggiori centri vicini, con i quali si intrattengono intensi rapporti non solo per motivi occupazionali ma soprattutto per esigenze legate allo svolgimento di attività burocratiche e per l'utilizzo dei servizi che mancano sul posto. La festa del Patrono, San Rocco, si celebra il 16 agosto. Il comune è gemellato con la città francese di Vaux En Bugey.

Località

Calcababbio, Casa Ramati

Calcababbio, Casa Ramati

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Redavalle rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.