Descrizione

Comune montano, di probabile origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I ragalnesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nei nuclei urbani minori di Currone e Piano Vite nonché in numerose case sparse. Il territorio, che comprende parte del Monte Etna (area speciale), presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.845 metri di quota. L'abitato, che sorge ai piedi dell'imponente vulcano, ha un andamento plano-altimetrico movimentato. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nel primo riquadro, a sfondo azzurro, spicca la lettera maiuscola R, d'oro; il secondo campo, rosso, raffigura una stella d'oro a otto raggi; nella terza sezione, smaltata di rosso, campeggia un albero di ulivo sradicato, verde, munito di frutti neri; la quarta partizione, azzurra, rappresenta il monte Etna, fumante, con la cima innevata, fondato su una pianura d'oro.

Comune montano, di probabile origine medievale, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I ragalnesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nei nuclei urbani minori di Currone e Piano Vite nonché in numerose case sparse. Il territorio, che comprende parte del Monte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ETNA'>Etna</a> (area speciale), presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 2.845 metri di quota. L'abitato, che sorge ai piedi dell'imponente vulcano, ha un andamento plano-altimetrico movimentato. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nel primo riquadro, a sfondo azzurro, spicca la lettera maiuscola R, d'oro; il secondo campo, rosso, raffigura una stella d'oro a otto raggi; nella terza sezione, smaltata di rosso, campeggia un albero di ulivo sradicato, verde, munito di frutti neri; la quarta partizione, azzurra, rappresenta il monte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ETNA'>Etna</a>, fumante, con la cima innevata, fondato su una pianura d'oro.

Storia

L'origine del toponimo secondo qualche studioso deriva da un nome arabo, il cui valore etimologico è quello di ‘casale di Anna', ma purtroppo non ci sono attualmente attestazioni documentate che avvalorino l'ipotesi. In un documento del 1136 si rileva una antica denominazione: Rachalena. Al 1985 risale la sua autonomia amministrativa come comune, a seguito di distacco da Paternò. La prima testimonianza sulla sua origine risale all'epoca normanna e riguarda una donazione di terre al monastero di San Nicola in Pannacchio, fatta dal marito di Flandrina, figlia del conte Ruggero I. Proprio ai monasteri è legata la storia del borgo, i cui abitanti lavoravano i campi per quelli di Paternò. Dal 1440 divenne proprietà della famiglia Moncada. Anche qui la storia dell'abitato incrocia eruzioni dell'Etna: se ne ricorda, in particolare, una: quella del 1780, quando, dopo alcune scosse di terremoto, una lingua di fuoco iniziò a farsi strada lungo le pendici del vulcano, distruggendo i vigneti di contrada Milia e minacciando sempre più il centro abitato, fino ad arrestarsi otto giorni dopo. In questo i fedeli videro il segno dell'intervento di Santa Barbara, le cui reliquie erano state portate in processione. Durante la seconda guerra mondiale fu rifugio per molti abitanti di Paternò sfuggiti ai bombardamenti. Il suo patrimonio artistico, non presenta significative testimonianze storico-architettoniche che certifichino l'evoluzione della cultura dei secoli passati. Tra le strutture più importanti figura una costruzione moderna: l'osservatorio di astrofisica di Serra La Nave. Di un qualche interesse, comunque, sono considerate: la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, edificata nel XIX secolo, quella di Santa Barbara, quella di San Giovanni Bosco e quella della Madonna delle Nevi, nonché il Tempietto di Santa Rita.

L'origine del toponimo secondo qualche studioso deriva da un nome <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABO'>arabo</a>, il cui valore etimologico è quello di ‘casale di Anna', ma purtroppo non ci sono attualmente attestazioni documentate che avvalorino l'ipotesi. In un documento del 1136 si rileva una antica denominazione: Rachalena. Al 1985 risale la sua autonomia amministrativa come comune, a seguito di distacco da Paternò. La prima testimonianza sulla sua origine risale all'epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=NORMANNA'>normanna</a> e riguarda una donazione di terre al monastero di San Nicola in Pannacchio, fatta dal marito di Flandrina, figlia del conte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=RUGGEROI'>Ruggero I</a>. Proprio ai monasteri è legata la storia del borgo, i cui abitanti lavoravano i campi per quelli di Paternò. Dal 1440 divenne proprietà della famiglia Moncada. Anche qui la storia dell'abitato incrocia eruzioni dell'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ETNA'>Etna</a>: se ne ricorda, in particolare, una: quella del 1780, quando, dopo alcune scosse di terremoto, una lingua di fuoco iniziò a farsi strada lungo le pendici del vulcano, distruggendo i vigneti di contrada Milia e minacciando sempre più il centro abitato, fino ad arrestarsi otto giorni dopo. In questo i fedeli videro il segno dell'intervento di Santa Barbara, le cui reliquie erano state portate in processione. Durante la seconda guerra mondiale fu rifugio per molti abitanti di Paternò sfuggiti ai bombardamenti. Il suo patrimonio artistico, non presenta significative testimonianze storico-architettoniche che certifichino l'evoluzione della cultura dei secoli passati. Tra le strutture più importanti figura una costruzione moderna: l'osservatorio di astrofisica di Serra La Nave. Di un qualche interesse, comunque, sono considerate: la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, edificata nel XIX secolo, quella di Santa Barbara, quella di San Giovanni Bosco e quella della Madonna delle Nevi, nonché il Tempietto di Santa Rita.

Economia

Il settore primario è presente con la coltivazione di viti, olivo, agrumeti e altri frutteti. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, metalmeccanico, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione e dell'edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie localmente assicurano solo il servizio farmaceutico.

Il settore primario è presente con la coltivazione di viti, olivo, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMETI'>agrumeti</a> e altri frutteti. Il settore industriale è costituito da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano prevalentemente nei comparti: alimentare, metalmeccanico, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione e dell'edilizia. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell'insieme dei servizi più qualificati, che comprendono quello bancario. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; per l'arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione; quelle sanitarie localmente assicurano solo il servizio farmaceutico.

Relazioni

La stupenda vista che si gode dall'abitato, insieme al prezioso patrimonio naturalistico, rappresenta una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico sul posto. Per altro, grazie alla sua favorevole posizione è un ottimo punto di partenza per escursioni verso il Parco dell'Etna. Ancora più significativa è la forza centripeta del comune, che fa registrare un consistente saldo attivo del movimento migratorio. Tra le manifestazioni ricorrenti si ricordano: la mostra estemporanea di pittura, a marzo; la sagra delle ciliegie, a giugno; l'estate ragalnese; il concorso nazionale fotografico, tra settembre e ottobre; il premio giornalistico, a settembre; la sagra della salsiccia, dei “caliceddi” e del vino, tra settembre e novembre; la sagra dell'olio d'oliva, a dicembre. La Patrona, Madonna del Carmelo, si festeggia l'ultima domenica di settembre.

La stupenda vista che si gode dall'abitato, insieme al prezioso patrimonio naturalistico, rappresenta una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico sul posto. Per altro, grazie alla sua favorevole posizione è un ottimo punto di partenza per escursioni verso il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=PARCODELLETNA'>Parco dell'Etna</a>. Ancora più significativa è la forza centripeta del comune, che fa registrare un consistente saldo attivo del movimento migratorio. Tra le manifestazioni ricorrenti si ricordano: la mostra estemporanea di pittura, a marzo; la sagra delle ciliegie, a giugno; l'estate ragalnese; il concorso nazionale fotografico, tra settembre e ottobre; il premio giornalistico, a settembre; la sagra della salsiccia, dei “caliceddi” e del vino, tra settembre e novembre; la sagra dell'olio d'oliva, a dicembre. La Patrona, Madonna del Carmelo, si festeggia l'ultima domenica di settembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Ragalna rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.