Descrizione

Comune montano, di probabili origini medievali, la cui economia si basa sull’industria e sul turismo. I praiesi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente alto, vivono in buona percentuale nel capoluogo comunale, mentre il resto della comunità è distribuito nelle località di Felecchia e Pianceri Alto nonché in aggregati urbani minori (Collo, Mucengo, Ronco, Scoldo, Solesio e Valle Fredda). Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate; le movimentate pendici delle dorsali alpine presenti nella parte settentrionale del comprensorio declinano, al di là del torrente Sessera, verso rilievi meno elevati; qui, sotto larici, abeti, castagni e faggi spuntano tra felci, rovi e rose selvatiche, pregiate specie di funghi commestibili (laricini, finferle e colombelle grigie). L’abitato è costituito da due parti distinte di cui una sorge su un colle dominando dall’alto l’altra, che è disposta su un ripiano alluvionale lungo il corso del torrente Sessera. Lo stemma comunale, interzato in fascia, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo verde della prima sezione spicca un trifoglio d’argento; il secondo campo, dorato, racchiude una ruota dentata, rossa; nella terza partizione, smaltata d’azzurro, campeggiano due spade d’argento poste in croce di Sant’Andrea e accompagnate da una fiamma al naturale.

Comune montano, di probabili origini medievali, la cui economia si basa sull’industria e sul turismo. I praiesi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente alto, vivono in buona percentuale nel capoluogo comunale, mentre il resto della comunità è distribuito nelle località di Felecchia e Pianceri Alto nonché in aggregati urbani minori (Collo, Mucengo, Ronco, Scoldo, Solesio e Valle Fredda). Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate; le movimentate pendici delle dorsali alpine presenti nella parte settentrionale del comprensorio declinano, al di là del torrente Sessera, verso rilievi meno elevati; qui, sotto larici, abeti, castagni e faggi spuntano tra felci, rovi e rose selvatiche, pregiate specie di funghi commestibili (laricini, finferle e colombelle grigie). L’abitato è costituito da due parti distinte di cui una sorge su un colle dominando dall’alto l’altra, che è disposta su un ripiano alluvionale lungo il corso del torrente Sessera. Lo stemma comunale, interzato in fascia, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo verde della prima sezione spicca un trifoglio d’argento; il secondo campo, dorato, racchiude una ruota dentata, rossa; nella terza partizione, smaltata d’azzurro, campeggiano due spade d’argento poste in croce di Sant’Andrea e accompagnate da una fiamma al naturale.

Storia

Il toponimo, attestato in passato come “Pray di Coggiola”, si può ricondurre, secondo alcuni studiosi, al sostantivo tardo-latino “Pratales”, derivato a sua volta da PRATUM, ‘prato’, e che indicava probabilmente l’area prativa del comune. Inserita tra i territori del vicino feudo di Coggiola fin da epoca medievale, ne seguì per diversi secoli le vicende storiche e amministrative, fin quando, nel 1622, venne infeudata a Giovanni Battista Manelli per volere di Carlo Emanuele I di Savoia. Ceduta alla famiglia Dal Pozzo nel 1643 vi rimase fino al 1721, quando insieme a Coggiola passò tra le proprietà di Nicola Mocchia, governatore di Villafranca. Verso il 1850 l’abitato fu teatro delle prime manifestazioni per i diritti degli operai tessili. La parte alta dell’abitato è impreziosita dalla presenza di due interessanti edifici religiosi: la chiesa dell’Assunta, più volte restaurata, e composta dai ciottoli e dai materiali fluviali provenienti dal torrente Sessera; la chiesa dei Santissimi Antonio e Rocco, costruita in epoca barocca e ritoccata più volte nel corso delle epoche. Nella parte bassa dell’abitato si può invece ammirare la chiesa di San Giuseppe, edificata circa un secolo fa in stile romanico. In località Flecchia merita una visita palazzo Rizzi (XVII secolo) costruito sui ruderi del castello medievale, che conserva tuttora i loggiati ad arcate continue, nonché la chiesa di Sant’Ambrogio. Interessanti sono anche i resti del lanificio ottocentesco attualmente denominato “Fabbrica della Ruota”: situato sulle sponde del torrente Ponzone esso conserva ancora l’originaria turbina che serviva ad attivare gli ingranaggi delle macchine ed è adibito a luogo di conferenze e attività didattiche relative alla storia stessa dell’edificio.

Il toponimo, attestato in passato come “Pray di Coggiola”, si può ricondurre, secondo alcuni studiosi, al sostantivo tardo-latino “Pratales”, derivato a sua volta da PRATUM, ‘prato’, e che indicava probabilmente l’area prativa del comune. Inserita tra i territori del vicino feudo di Coggiola fin da epoca medievale, ne seguì per diversi secoli le vicende storiche e amministrative, fin quando, nel 1622, venne infeudata a Giovanni Battista Manelli per volere di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CARLOEMANUELEIDISAVOIA'>Carlo Emanuele I di Savoia</a>. Ceduta alla famiglia Dal Pozzo nel 1643 vi rimase fino al 1721, quando insieme a Coggiola passò tra le proprietà di Nicola Mocchia, governatore di Villafranca. Verso il 1850 l’abitato fu teatro delle prime manifestazioni per i diritti degli operai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILI'>tessili</a>. La parte alta dell’abitato è impreziosita dalla presenza di due interessanti edifici religiosi: la chiesa dell’Assunta, più volte restaurata, e composta dai ciottoli e dai materiali fluviali provenienti dal torrente Sessera; la chiesa dei Santissimi Antonio e Rocco, costruita in epoca barocca e ritoccata più volte nel corso delle epoche. Nella parte bassa dell’abitato si può invece ammirare la chiesa di San Giuseppe, edificata circa un secolo fa in stile romanico. In località Flecchia merita una visita palazzo Rizzi (XVII secolo) costruito sui ruderi del castello medievale, che conserva tuttora i loggiati ad arcate continue, nonché la chiesa di Sant’Ambrogio. Interessanti sono anche i resti del lanificio ottocentesco attualmente denominato “Fabbrica della Ruota”: situato sulle sponde del torrente Ponzone esso conserva ancora l’originaria turbina che serviva ad attivare gli ingranaggi delle macchine ed è adibito a luogo di conferenze e attività didattiche relative alla storia stessa dell’edificio.

Economia

È sede della Comunità montana e di Pro Loco. Una fiorente industria, attiva soprattutto nel settore tessile e meccanico, ma anche in quello alimentare, metallurgico e del legno, occupa un ruolo di primo piano nell’economia locale; le si affianca un terziario che include servizi più qualificati, come quelli bancario e assicurativo, e che può vantare un’attività commerciale piuttosto sviluppata, grazie anche al discreto flusso di turisti che giungono nella zona sia nel periodo estivo che in quello invernale. Il settore primario è presente con l’allevamento di bovini, ovini e caprini. Per il sociale non si annoverano strutture di una certa rilevanza. Ospita le scuole dell’obbligo e una biblioteca comunale. Il panorama della ricettività offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; per lo sport e per il tempo libero si può disporre di campi da tennis. Localmente l’assistenza sanitaria di base è garantita dalla farmacia.

È sede della Comunità montana e di Pro Loco. Una fiorente industria, attiva soprattutto nel settore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, ma anche in quello alimentare, metallurgico e del legno, occupa un ruolo di primo piano nell’economia locale; le si affianca un terziario che include servizi più qualificati, come quelli bancario e assicurativo, e che può vantare un’attività commerciale piuttosto sviluppata, grazie anche al discreto flusso di turisti che giungono nella zona sia nel periodo estivo che in quello invernale. Il settore primario è presente con l’allevamento di bovini, ovini e caprini. Per il sociale non si annoverano strutture di una certa rilevanza. Ospita le scuole dell’obbligo e una biblioteca comunale. Il panorama della ricettività offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; per lo sport e per il tempo libero si può disporre di campi da tennis. Localmente l’assistenza sanitaria di base è garantita dalla farmacia.

Relazioni

Immersa in un ambiente naturale tranquillo e rilassante, ricco di boschi e di corsi d’acqua che permettono di praticare la pesca sportiva, offre la possibilità di praticare l’escursionismo nonché passeggiate a piedi o in bicicletta; è inserita nell’itinerario “le vie della fede” (un percorso ideale che porta a conoscere i santuari sparsi nel territorio provinciale). Inoltre, gli amanti dell’arte venatoria hanno l’opportunità di praticare, nei boschi che la circondano, la caccia al camoscio. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Immersa in un ambiente naturale tranquillo e rilassante, ricco di boschi e di corsi d’acqua che permettono di praticare la pesca sportiva, offre la possibilità di praticare l’escursionismo nonché passeggiate a piedi o in bicicletta; è inserita nell’itinerario “le vie della fede” (un percorso ideale che porta a conoscere i santuari sparsi nel territorio provinciale). Inoltre, gli amanti dell’arte venatoria hanno l’opportunità di praticare, nei boschi che la circondano, la caccia al camoscio. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Località

Collo, Flecchia, Mucengo, Pianceri Alto, Ronco, Scoldo, Sella, Solesio, Valle Fredda

Collo, Flecchia, Mucengo, Pianceri Alto, Ronco, Scoldo, Sella, Solesio, Valle Fredda

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pray rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.