Descrizione

Centro di montagna, di origine incerta, che basa la sua economia sulle attività agricole, su quelle industriali e sul turismo. I pontesi, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi nuclei urbani minori e in case sparse. Il territorio, ricco di sorgive e bellezze naturali, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.921 metri di quota. L’abitato, che è costituito da due agglomerati che occupano la penisola di confluenza dei torrenti Orco e Soana, è dominato a nord-ovest dalla punta d’Arabella. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, si raffigura un ponte d’argento a due arcate, fondato su due rocche verdi poste ai lati dello scudo.

Centro di montagna, di origine incerta, che basa la sua economia sulle attività agricole, su quelle industriali e sul turismo. I pontesi, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi nuclei urbani minori e in case sparse. Il territorio, ricco di sorgive e bellezze naturali, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.921 metri di quota. L’abitato, che è costituito da due agglomerati che occupano la penisola di confluenza dei torrenti Orco e Soana, è dominato a nord-ovest dalla punta d’Arabella. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, si raffigura un ponte d’argento a due arcate, fondato su due rocche verdi poste ai lati dello scudo.

Storia

Per quanto concerne il toponimo, la località è nota fin dai tempi antichi come AD PONTES, denominazione dovuta forse alla presenza, nei pressi, di tre ponti che le assicuravano il collegamento con i territori circostanti. Nelle forme più antiche, tra cui “Villa Pontis”, 1257, si riconosce la continuazione di PONTEM. È molto frequente però nella attestazioni anche il passaggio del nome dalla terza alla seconda declinazione: CASTRI PONTI, ad esempio, del 1110. Sono presenti anche forme come “De Pont”, del 1212, con caduta della vocale atona finale e “Punti”, XIV secolo, in cui è evidente la riduzione, frequente nel dialetto, di “o” ad “u”. Fu probabilmente sede d’insediamenti umani anche in epoca preistorica, come testimonierebbero dei ritrovamenti archeologici. Intorno all’anno Mille, fu feudo dei marchesi d’Ivrea. Nel XII secolo fu assegnata ai conti del Canavese divisi in due casate: i San Martino e i Valperga. La popolazione partecipò alla rivolta dei tuchini per liberarsi dall’oppressione del potere feudale. Durante il secondo conflitto mondiale fu sede di presidi nazisti e fascisti. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la pieve di Santa Maria di Dolbazio, risalente probabilmente al IV secolo d.C.; la parrocchiale di San Costanzo, del XII secolo; torre Ferranda e torre Telleria di età medievale; la chiesa di San Francesco, del 1594; palazzo Borgarello, che presenta una facciata in stile neogotico, e la chiesetta della Madonna della neve che fu edificata sotto una grande parete rocciosa.

Per quanto concerne il toponimo, la località è nota fin dai tempi antichi come AD PONTES, denominazione dovuta forse alla presenza, nei pressi, di tre ponti che le assicuravano il collegamento con i territori circostanti. Nelle forme più antiche, tra cui “Villa Pontis”, 1257, si riconosce la continuazione di PONTEM. È molto frequente però nella attestazioni anche il passaggio del nome dalla terza alla seconda declinazione: CASTRI PONTI, ad esempio, del 1110. Sono presenti anche forme come “De Pont”, del 1212, con caduta della vocale atona finale e “Punti”, XIV secolo, in cui è evidente la riduzione, frequente nel dialetto, di “o” ad “u”. Fu probabilmente sede d’insediamenti umani anche in epoca preistorica, come testimonierebbero dei ritrovamenti archeologici. Intorno all’anno Mille, fu feudo dei marchesi d’Ivrea. Nel XII secolo fu assegnata ai conti del Canavese divisi in due casate: i San Martino e i Valperga. La popolazione partecipò alla rivolta dei tuchini per liberarsi dall’oppressione del potere feudale. Durante il secondo conflitto mondiale fu sede di presidi nazisti e fascisti. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano: la pieve di Santa Maria di Dolbazio, risalente probabilmente al IV secolo d.C.; la parrocchiale di San Costanzo, del XII secolo; torre Ferranda e torre Telleria di età medievale; la chiesa di San Francesco, del 1594; palazzo Borgarello, che presenta una facciata in stile neogotico, e la chiesetta della Madonna della neve che fu edificata sotto una grande parete rocciosa.

Economia

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli; si pratica anche la pesca. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano nei comparti: della lavorazione e della conservazione delle carni, della produzione lattiero-casearia, alimentare, delle bevande, delle confezioni, della lavorazione del legno, di articoli in gomma e in plastica, metallurgico, meccanica, elettronica, della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli, dei mobili e dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e le assicurazioni. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche locali garantiscono la frequenza delle scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica Ruffini, il museo del territorio, all’interno della torre Ferranda, e il museo della plastica (in una vecchia fabbrica, sede di un cotonificio dove venne creato il tessuto utilizzato per i primi pantaloni “jeans”). Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario è assicurato dalla farmacia.

È sede di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli; si pratica anche la pesca. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni, che operano nei comparti: della lavorazione e della conservazione delle carni, della produzione lattiero-casearia, alimentare, delle bevande, delle confezioni, della lavorazione del legno, di articoli in gomma e in plastica, metallurgico, meccanica, elettronica, della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli, dei mobili e dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario e le assicurazioni. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture scolastiche locali garantiscono la frequenza delle scuole dell’obbligo; per l’arricchimento culturale sono presenti la biblioteca civica Ruffini, il museo del territorio, all’interno della torre Ferranda, e il museo della plastica (in una vecchia fabbrica, sede di un cotonificio dove venne creato il tessuto utilizzato per i primi pantaloni “jeans”). Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario è assicurato dalla farmacia.

Relazioni

Immersa nella quiete di uno scenografico paesaggio naturale, è frequentata soprattutto nella bella stagione. È, infatti, meta prediletta degli amanti della natura e delle vacanze all’insegna della tranquillità; offre a quanti vi si rechino anche la possibilità di effettuare escursioni e scalate verso le vette del monte Quinseina (famosa palestra di roccia). Altro motivo di richiamo è venire a contatto con un ambiente dal fascino particolare, in cui ancora si conserva la lingua franco-provenzale. Tra le manifestazioni: la mostra del biologico e dell’artigianato, a giugno; la fiera dell’antiquariato e della roba usata, ad agosto; la fiera di San Matteo, a settembre, e la fiera di San Luca, a ottobre. Il Patrono, San Costanzo, si festeggia il 21 settembre. Ha dato i natali a Piero Martinetti, filosofo e docente dell’università di Milano.

Immersa nella quiete di uno scenografico paesaggio naturale, è frequentata soprattutto nella bella stagione. È, infatti, meta prediletta degli amanti della natura e delle vacanze all’insegna della tranquillità; offre a quanti vi si rechino anche la possibilità di effettuare escursioni e scalate verso le vette del monte Quinseina (famosa palestra di roccia). Altro motivo di richiamo è venire a contatto con un ambiente dal fascino particolare, in cui ancora si conserva la lingua franco-provenzale. Tra le manifestazioni: la mostra del biologico e dell’artigianato, a giugno; la fiera dell’antiquariato e della roba usata, ad agosto; la fiera di San Matteo, a settembre, e la fiera di San Luca, a ottobre. Il Patrono, San Costanzo, si festeggia il 21 settembre. Ha dato i natali a Piero Martinetti, filosofo e docente dell’università di Milano.

Località

Bausano, Boetti, Configliè, Faiallo, Fasane, Formiero, Lantigliera, Panier, Piancerese, Piangiacolin, Pianseretto, Poetti, Rive del Bausano, Santa Maria, Truccà, Truch Bertot, Truch Bonet, Vislario

Bausano, Boetti, Configliè, Faiallo, Fasane, Formiero, Lantigliera, Panier, Piancerese, Piangiacolin, Pianseretto, Poetti, Rive del Bausano, Santa Maria, Truccà, Truch Bertot, Truch Bonet, Vislario

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pont-Canavese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.