Descrizione

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I piobesini, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce tra nuclei urbani minori e case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico ondulato, con variazione altimetriche non molto accentuate: si raggiungono i 321 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, mostra un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari.

Comune collinare, di origine antica, probabilmente romana, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato un modesto tessuto industriale. I piobesini, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; la restante parte si distribuisce tra nuclei urbani minori e case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico ondulato, con variazione altimetriche non molto accentuate: si raggiungono i 321 metri di quota. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, mostra un andamento plano-altimetrico tipico delle zone collinari.

Storia

L’etimologia del toponimo è molto discussa. Secondo gli storici locali potrebbe essere ricondotto alla GENS PUBLICIA, o a POPULUS, inteso come ‘pioppo’, di cui poteva essere ricca la zona. Secondo qualche studioso, invece, potrebbe essere collegato a PIBLICUS, cioè ‘terre dell’agro pubblico, del fisco imperiale’, a testimonianze delle condizioni dell’agro piemontese in età romana. La documentazione medievale riporta, infine, “Publicis”, forma tra tutte più diffusa. Poche sono le notizie storiche sulle prime vicende del borgo e sulle sue origini: si sa che in età romana nel suo territorio si incrociavano due importanti strade, quella da Asti a Pollenzo e la seconda da Alba a Torino per Corneliano, e questo fatto favorì la nascita di un “locus”. Nel 901 venne assoggettata alla pieve di San Pietro, sorta proprio all’incrocio dei due percorsi antichi. Fu possesso dei de Brayda nel Duecento, che tenevano il luogo per il vescovo d’Asti; questi vennero privati del feudo, che venne restituito al casato nel 1303, unificato con quello di Corneliano, per essere nuovamente diviso nel 1307. Sul colle sorse un castello, appartenuto ai de Brayda, ma occupato dai de Baldissero alla fine del Trecento e negato ai Malabaila che l’avevano acquistato con metà signoria nel 1349, quota venduta poi nel 1461 ai Damiano, che vi risiedettero fino agli inizi del Cinquecento. L’altra metà del feudo, confiscata ai de Brayda, venne assegnata dal vescovo nel 1379 ai Roero che, sul colle, all’interno della cinta del castello già da tempo esistente, ne fecero erigere un altro, senza tuttavia mai risiedervi. Dal Seicento i due castelli caddero in rovina. Interessanti dal punto di vista storico-architettonico sono: la parrocchiale di San Pietro in Vincoli, riedificata a fine Ottocento, che mantiene dedicazione, orientamento e collocazione dell’antica pieve; la chiesa di San Rocco, dalle belle forme barocche, sede della confraternita dei Disciplinanti; la chiesa di Santa Maria, citata fin dal 1503.

L’etimologia del toponimo è molto discussa. Secondo gli storici locali potrebbe essere ricondotto alla GENS PUBLICIA, o a POPULUS, inteso come ‘pioppo’, di cui poteva essere ricca la zona. Secondo qualche studioso, invece, potrebbe essere collegato a PIBLICUS, cioè ‘terre dell’agro pubblico, del fisco imperiale’, a testimonianze delle condizioni dell’agro piemontese in età romana. La documentazione medievale riporta, infine, “Publicis”, forma tra tutte più diffusa. Poche sono le notizie storiche sulle prime vicende del borgo e sulle sue origini: si sa che in età romana nel suo territorio si incrociavano due importanti strade, quella da Asti a Pollenzo e la seconda da Alba a Torino per Corneliano, e questo fatto favorì la nascita di un “locus”. Nel 901 venne assoggettata alla pieve di San Pietro, sorta proprio all’incrocio dei due percorsi antichi. Fu possesso dei de Brayda nel Duecento, che tenevano il luogo per il vescovo d’Asti; questi vennero privati del feudo, che venne restituito al casato nel 1303, unificato con quello di Corneliano, per essere nuovamente diviso nel 1307. Sul colle sorse un castello, appartenuto ai de Brayda, ma occupato dai de Baldissero alla fine del Trecento e negato ai Malabaila che l’avevano acquistato con metà signoria nel 1349, quota venduta poi nel 1461 ai Damiano, che vi risiedettero fino agli inizi del Cinquecento. L’altra metà del feudo, confiscata ai de Brayda, venne assegnata dal vescovo nel 1379 ai Roero che, sul colle, all’interno della cinta del castello già da tempo esistente, ne fecero erigere un altro, senza tuttavia mai risiedervi. Dal Seicento i due castelli caddero in rovina. Interessanti dal punto di vista storico-architettonico sono: la parrocchiale di San Pietro in Vincoli, riedificata a fine Ottocento, che mantiene dedicazione, orientamento e collocazione dell’antica pieve; la chiesa di San Rocco, dalle belle forme barocche, sede della confraternita dei Disciplinanti; la chiesa di Santa Maria, citata fin dal 1503.

Economia

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione di vino Doc), pesche, fragole e nocciole; è praticato anche l’allevamento di polli; questi prodotti sostengono l’attività di alcune imprese alimentari. Il settore economico secondario è rappresentata anche dai comparti dell’editoria, cartario, delle confezioni, edile, dal vetro e dalla fabbricazioni di oggetti in vetro, mobili, fabbricazione di macchine per l’agricoltura, nonché industrie meccaniche e metallurgiche. Anche se non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, una discreta rete distributiva si aggiunge ai vari servizi che completano il panorama del terziario. Non dispone di strutture sociali di una certa rilevanza. Le scuole del posto assicurano solo l’istruzione materna ed elementare; alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe la popolazione a rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione di vino Doc), pesche, fragole e nocciole; è praticato anche l’allevamento di polli; questi prodotti sostengono l’attività di alcune imprese alimentari. Il settore economico secondario è rappresentata anche dai comparti dell’editoria, cartario, delle confezioni, edile, dal vetro e dalla fabbricazioni di oggetti in vetro, mobili, fabbricazione di macchine per l’agricoltura, nonché industrie meccaniche e metallurgiche. Anche se non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, una discreta rete distributiva si aggiunge ai vari servizi che completano il panorama del terziario. Non dispone di strutture sociali di una certa rilevanza. Le scuole del posto assicurano solo l’istruzione materna ed elementare; alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede un’emittente radiotelevisiva locale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe la popolazione a rivolgersi altrove.

Relazioni

Seppure non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, il bel paesaggio, dall’aspetto dolce e lineare, unito a suggestive vedute panoramiche, potrebbe costituire un valido motivo di richiamo per chi vuole rilassarsi e godere del contatto con la natura. Poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello delle sue attività produttive che non consentono un notevole assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto rilevanti con i centri vicini: la popolazione vi si rivolge, oltre che per il completamento degli studi, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. La festa patronale, dedicata alla Madonna del Carmine, si celebra il 16 luglio.

Seppure non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, il bel paesaggio, dall’aspetto dolce e lineare, unito a suggestive vedute panoramiche, potrebbe costituire un valido motivo di richiamo per chi vuole rilassarsi e godere del contatto con la natura. Poco frequentata per lavoro, a causa del modesto livello delle sue attività produttive che non consentono un notevole assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto rilevanti con i centri vicini: la popolazione vi si rivolge, oltre che per il completamento degli studi, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non si segnalano manifestazioni di rilievo. La festa patronale, dedicata alla Madonna del Carmine, si celebra il 16 luglio.

Località

Bricco, Catena Rossa

Bricco, Catena Rossa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Piobesi d'Alba rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.