Descrizione

Comune di montagna, fondato nel Medioevo; la sua economia è sorretta principalmente dalle tradizionali attività rurali. La maggioranza dei poggiobustonesi o poggiani, il cui indice di vecchiaia è compreso nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale ma una piccola parte della comunità risiede anche nella località di Borgo San Pietro e in alcuni aggregati urbani minori. L’abitato, interessato da una significativa espansione edilizia, è scaglionato sulle pendici di un ripido colle, dal quale gode di un vasto e suggestivo panorama: da un lato lo sguardo spazia sulla verde e fertile conca reatina, sugli specchi d’acqua che la costellano, su maestosi corsi d’acqua e su molteplici insediamenti umani; dalla parte opposta si ergono le cime dei Monti Reatini, caratterizzate dalle molteplici sfumature di verde dei querceti, dei castagneti e delle faggete.

Comune di montagna, fondato nel Medioevo; la sua economia è sorretta principalmente dalle tradizionali attività rurali. La maggioranza dei poggiobustonesi o poggiani, il cui indice di vecchiaia è compreso nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale ma una piccola parte della comunità risiede anche nella località di Borgo San Pietro e in alcuni aggregati urbani minori. L’abitato, interessato da una significativa espansione edilizia, è scaglionato sulle pendici di un ripido colle, dal quale gode di un vasto e suggestivo panorama: da un lato lo sguardo spazia sulla verde e fertile conca reatina, sugli specchi d’acqua che la costellano, su maestosi corsi d’acqua e su molteplici insediamenti umani; dalla parte opposta si ergono le cime dei Monti Reatini, caratterizzate dalle molteplici sfumature di verde dei querceti, dei castagneti e delle faggete.

Storia

Se ne fa menzione per la prima volta in un documento del 1117, nel quale si parla di una donazione fatta all’abbazia di Farfa; per lungo tempo fu sottoposta alla giurisdizione abbaziale finché non entrò a far parte dei possedimenti della vicina Rieti. Nel 1425 partecipò alla rivolta dei castelli locali contro l’egemonia reatina, abbattendo le torri di guardia, viste come simboli dell’oppressione. Il toponimo è un composto di “poggio” e, presumibilmente, di un nome medievale di persona come BUSTO, BUSTONIS. La principale testimonianza storico-architettonica è legata alla vicenda di San Francesco, che soggiornò a lungo in questi luoghi: secondo la leggenda vi giunse per la prima volta nel 1209 e, colpito dall’accoglienza festosa tributatagli dalla comunità, decise di stabilirsi in una piccola grotta poco distante dall’abitato; sul posto, nel 1235, venne eretto il convento di San Giacomo, costituito da una chiesa quattrocentesca a un’unica navata, un chiostro, in parte risalente al Duecento, e un refettorio, tutti decorati con pregevoli affreschi del Quattrocento e del Seicento; poco distante si trova un’altra cappella, eretta nel punto in cui San Francesco era solito ritirarsi a meditare e a pregare. Nell’abitato si trovano i resti del cassero e la parrocchiale di San Giovanni Battista, nella quale è conservato un interessante affresco del XV secolo.

Se ne fa menzione per la prima volta in un documento del 1117, nel quale si parla di una donazione fatta all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a>; per lungo tempo fu sottoposta alla giurisdizione abbaziale finché non entrò a far parte dei possedimenti della vicina Rieti. Nel 1425 partecipò alla rivolta dei castelli locali contro l’egemonia reatina, abbattendo le torri di guardia, viste come simboli dell’oppressione. Il toponimo è un composto di “poggio” e, presumibilmente, di un nome medievale di persona come BUSTO, BUSTONIS. La principale testimonianza storico-architettonica è legata alla vicenda di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANFRANCESCO'>San Francesco</a>, che soggiornò a lungo in questi luoghi: secondo la leggenda vi giunse per la prima volta nel 1209 e, colpito dall’accoglienza festosa tributatagli dalla comunità, decise di stabilirsi in una piccola grotta poco distante dall’abitato; sul posto, nel 1235, venne eretto il convento di San Giacomo, costituito da una chiesa quattrocentesca a un’unica navata, un chiostro, in parte risalente al Duecento, e un refettorio, tutti decorati con pregevoli affreschi del Quattrocento e del Seicento; poco distante si trova un’altra cappella, eretta nel punto in cui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANFRANCESCO'>San Francesco</a> era solito ritirarsi a meditare e a pregare. Nell’abitato si trovano i resti del cassero e la parrocchiale di San Giovanni Battista, nella quale è conservato un interessante affresco del XV secolo.

Economia

Benché profondamente legata alle proprie tradizioni, la comunità mostra una discreta apertura nei confronti del progresso. L’agricoltura, rivolta soprattutto alla produzione di cereali e legumi e alla coltivazione della vite, riveste tuttora un ruolo di spicco nell’economia poggiana ed è largamente praticato anche l’allevamento di bovini ed equini. L’industria, ancora piuttosto lontana dall’assumere una posizione di rilievo, è rappresentata da diverse imprese di dimensioni artigianali attive nei comparti alimentare, del legno, del mobile, metallurgico ed edile. Poco sviluppato è anche il terziario: se la rete distributiva appare tutto sommato adeguata alle esigenze della comunità, nel comparto dei servizi si registra l’assenza del credito e delle assicurazioni. Il comune dispone degli ordinari uffici municipali e postali, delle scuole dell’obbligo e di una biblioteca; possiede un apparato ricettivo di buon livello, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno, ma per le esigenze di carattere sanitario può contare soltanto sulla farmacia.

Benché profondamente legata alle proprie tradizioni, la comunità mostra una discreta apertura nei confronti del progresso. L’agricoltura, rivolta soprattutto alla produzione di cereali e legumi e alla coltivazione della vite, riveste tuttora un ruolo di spicco nell’economia poggiana ed è largamente praticato anche l’allevamento di bovini ed equini. L’industria, ancora piuttosto lontana dall’assumere una posizione di rilievo, è rappresentata da diverse imprese di dimensioni artigianali attive nei comparti alimentare, del legno, del mobile, metallurgico ed edile. Poco sviluppato è anche il terziario: se la rete distributiva appare tutto sommato adeguata alle esigenze della comunità, nel comparto dei servizi si registra l’assenza del credito e delle assicurazioni. Il comune dispone degli ordinari uffici municipali e postali, delle scuole dell’obbligo e di una biblioteca; possiede un apparato ricettivo di buon livello, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno, ma per le esigenze di carattere sanitario può contare soltanto sulla farmacia.

Relazioni

Il richiamo spirituale esercitato dalle tracce del passaggio di San Francesco è tuttora vivissimo: in questo angolo un po’ appartato della valle reatina, chiamata anche Valle Santa per aver ospitato il Poverello d’Assisi, è consistente il flusso di visitatori attratti dai più rinomati luoghi di culto. Non mancano le attrattive naturalistiche: i laghi Lungo, di Ripasottile e di Ventina, residui dell’antico lago Velino, il vastissimo specchio d’acqua che un tempo occupava tutta la conca di Rieti; i boschi dei Monti Reatini, che nei mesi più caldi offrono ai villeggianti il refrigerio della loro ombra; la vicinanza del massiccio montuoso del Terminillo, meta ideale per gli appassionati di escursionismo, alpinismo e sport invernali. La principale manifestazione tradizionale, la festa del Buongiorno (4 ottobre), è legata alla vicenda francescana: un banditore si aggira per le vie dell’abitato, percuotendo un tamburo e pronunciando le parole “Buongiorno, brava gente”, le stesse con le quali il Santo salutò gli abitanti la prima volta che venne in questi luoghi. La festa del Patrono San Felice si celebra la prima domenica di settembre. Ha dato i natali a uno dei principali esponenti della musica leggera italiana della seconda metà del Novecento, Lucio Battisti.

Il richiamo spirituale esercitato dalle tracce del passaggio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANFRANCESCO'>San Francesco</a> è tuttora vivissimo: in questo angolo un po’ appartato della valle reatina, chiamata anche Valle Santa per aver ospitato il Poverello d’Assisi, è consistente il flusso di visitatori attratti dai più rinomati luoghi di culto. Non mancano le attrattive naturalistiche: i laghi Lungo, di Ripasottile e di Ventina, residui dell’antico lago Velino, il vastissimo specchio d’acqua che un tempo occupava tutta la conca di Rieti; i boschi dei Monti Reatini, che nei mesi più caldi offrono ai villeggianti il refrigerio della loro ombra; la vicinanza del massiccio montuoso del Terminillo, meta ideale per gli appassionati di escursionismo, alpinismo e sport invernali. La principale manifestazione tradizionale, la festa del Buongiorno (4 ottobre), è legata alla vicenda francescana: un banditore si aggira per le vie dell’abitato, percuotendo un tamburo e pronunciando le parole “Buongiorno, brava gente”, le stesse con le quali il Santo salutò gli abitanti la prima volta che venne in questi luoghi. La festa del Patrono San Felice si celebra la prima domenica di settembre. Ha dato i natali a uno dei principali esponenti della musica leggera italiana della seconda metà del Novecento, Lucio Battisti.

Località

Borgo Colli, Borgo San Pietro, Convento di San Giacomo, Monte Rosato, Villa Capita, Villa Falilò, Villa Provaroni, Villa Roma

Borgo Colli, Borgo San Pietro, Convento di San Giacomo, Monte Rosato, Villa Capita, Villa Falilò, Villa Provaroni, Villa Roma

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Poggio Bustone rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.