Descrizione

Comune collinare di fondazione medievale, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura tradizionale e sull’industria del mobile. La maggior parte dei petrianesi, il cui indice di vecchiaia rientra nei valori medi, si concentra nella località di Gallo mentre il resto della comunità risiede nel capoluogo comunale, adagiato con pianta dispersa su un’altura, negli aggregati urbani elementari di Ponte Armellina, Santa Maria in Calafria e Valzangona nonché in un certo numero di case sparse sui fondi. Il profilo geometrico del territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Urbino, si presenta piuttosto dolce e omogeneo: ricalca infatti le sagome smussate di basse colline, separate da piccole valli. La vegetazione locale è quella tipica dell’ambiente collinare dell’entroterra marchigiano, che alterna oasi boschive di roverella, acero, cerro, castagno e nocciolo, piccole formazioni di macchia mediterranea (pino, ginepro, leccio e terebinto), prati adibiti al pascolo, filari di olivi e vigneti; i solchi vallivi sono invece scanditi dalle geometrie dei seminativi. Lo stemma comunale è “partito”: da un lato vi è raffigurata, su fondo rosso, una fontana d’oro fondata su una verde pianura, con due bacini rotondi sostenuti da due piedritti mistilinei; dall’altro lato campeggia, su uno sfondo azzurro, una spiga di grano dorata sospesa su una pianura dello stesso colore.

Comune collinare di fondazione medievale, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura tradizionale e sull’industria del mobile. La maggior parte dei petrianesi, il cui indice di vecchiaia rientra nei valori medi, si concentra nella località di Gallo mentre il resto della comunità risiede nel capoluogo comunale, adagiato con pianta dispersa su un’altura, negli aggregati urbani elementari di Ponte Armellina, Santa Maria in Calafria e Valzangona nonché in un certo numero di case sparse sui fondi. Il profilo geometrico del territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Urbino, si presenta piuttosto dolce e omogeneo: ricalca infatti le sagome smussate di basse colline, separate da piccole valli. La vegetazione locale è quella tipica dell’ambiente collinare dell’entroterra marchigiano, che alterna oasi boschive di roverella, acero, cerro, castagno e nocciolo, piccole formazioni di macchia mediterranea (pino, ginepro, leccio e terebinto), prati adibiti al pascolo, filari di olivi e vigneti; i solchi vallivi sono invece scanditi dalle geometrie dei seminativi. Lo stemma comunale è “partito”: da un lato vi è raffigurata, su fondo rosso, una fontana d’oro fondata su una verde pianura, con due bacini rotondi sostenuti da due piedritti mistilinei; dall’altro lato campeggia, su uno sfondo azzurro, una spiga di grano dorata sospesa su una pianura dello stesso colore.

Storia

Una pergamena datata 1069 d.C. e una citazione del Beato Mainardo fanno riferimento alla chiesa di SANCTO MARTINI IN PETRIANO, frequentato luogo di culto sin dall’XI secolo, quale sacrario della Madonna del Fulmine. Le sue vicende storiche si confondono fin dall’inizio con quelle di Urbino, che vi esercitò a lungo la propria giurisdizione: fu così coinvolta in aspre lotte feudali, che la videro schierata su posizioni ghibelline e legata indissolubilmente alla famiglia Montefeltro. Passata allo Stato Pontificio in seguito alla devoluzione del ducato di Urbino al pontefice (1631), fu invasa dalle truppe francesi negli ultimi anni del Settecento, tornando in seguito alla Chiesa fino all’unità d’Italia. Nel 1928 fu aggregata al comune di Colbordolo e solo nel 1947 riconquistò l’autonomia amministrativa. Menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, il toponimo è una formazione prediale, probabilmente dall’antroponimo latino PETREIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale –ANUS. Tra gli edifici religiosi di maggior pregio spicca la duecentesca chiesa di Santa Maria in Calafria Extra Muros, abbondantemente rimaneggiata nel corso del Seicento. È possibile inoltre ammirare l’antica chiesa di San Martino, a tre navate, con annessa torre campanaria.

Una pergamena datata 1069 d.C. e una citazione del Beato Mainardo fanno riferimento alla chiesa di SANCTO MARTINI IN PETRIANO, frequentato luogo di culto sin dall’XI secolo, quale sacrario della Madonna del Fulmine. Le sue vicende storiche si confondono fin dall’inizio con quelle di Urbino, che vi esercitò a lungo la propria giurisdizione: fu così coinvolta in aspre lotte feudali, che la videro schierata su posizioni <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINE'>ghibelline</a> e legata indissolubilmente alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a>. Passata allo Stato Pontificio in seguito alla devoluzione del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DUCATODIURBINO'>ducato di Urbino</a> al pontefice (1631), fu invasa dalle truppe francesi negli ultimi anni del Settecento, tornando in seguito alla Chiesa fino all’unità d’Italia. Nel 1928 fu aggregata al comune di Colbordolo e solo nel 1947 riconquistò l’autonomia amministrativa. Menzionato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, il toponimo è una formazione prediale, probabilmente dall’antroponimo latino PETREIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale –ANUS. Tra gli edifici religiosi di maggior pregio spicca la duecentesca chiesa di Santa Maria in Calafria Extra Muros, abbondantemente rimaneggiata nel corso del Seicento. È possibile inoltre ammirare l’antica chiesa di San Martino, a tre navate, con annessa torre campanaria.

Economia

L’economia locale è sempre più imperniata sul settore secondario, che negli ultimi decenni ha assunto un ruolo di primaria importanza nella formazione del reddito, sostituendosi così all’agricoltura tradizionale; quest’ultima, che produce frumento, uva da vino e foraggi, attraversa infatti una fase di crisi fisiologica e irreversibile. Tra le varie imprese industriali presenti spiccano quelle attive nei comparti del mobile e del legno, cui si affiancano piccoli opifici operanti nei comparti delle calzature, della carta e della lavorazione della pietra e dei metalli. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e della farmacia ma difetta di rilevanti strutture culturali, indispensabili alla formazione delle nuove leve; l’apparato ricettivo annovera alcuni esercizi per la ristorazione ma è sprovvisto di strutture per il soggiorno.

L’economia locale è sempre più imperniata sul settore secondario, che negli ultimi decenni ha assunto un ruolo di primaria importanza nella formazione del reddito, sostituendosi così all’agricoltura tradizionale; quest’ultima, che produce frumento, uva da vino e foraggi, attraversa infatti una fase di crisi fisiologica e irreversibile. Tra le varie imprese industriali presenti spiccano quelle attive nei comparti del mobile e del legno, cui si affiancano piccoli opifici operanti nei comparti delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, della carta e della lavorazione della pietra e dei metalli. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e della farmacia ma difetta di rilevanti strutture culturali, indispensabili alla formazione delle nuove leve; l’apparato ricettivo annovera alcuni esercizi per la ristorazione ma è sprovvisto di strutture per il soggiorno.

Relazioni

Non particolarmente nota come meta turistica, è piuttosto rinomata per il suo artigianato: nei mercati rionali si possono infatti acquistare pregevoli manufatti, quali calzature, pelletterie e oggetti in legno. La festa del Patrono San Martino si celebra l’11 novembre.

Non particolarmente nota come meta turistica, è piuttosto rinomata per il suo artigianato: nei mercati rionali si possono infatti acquistare pregevoli manufatti, quali <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, pelletterie e oggetti in legno. La festa del Patrono San Martino si celebra l’11 novembre.

Località

Gallo, La Valle, Ponte Armellina

Gallo, La Valle, Ponte Armellina