Descrizione

Centro di montagna sorto nel basso Medioevo; è sorretto dall’industria, dal terziario, dalle tradizionali attività rurali e dal tipico artigianato del ferro battuto, delle ceramiche e del restauro dei mobili antichi. Quasi un terzo dei pennesi, che presentano un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, adagiato al centro di un maestoso anfiteatro naturale e affacciato sulla confluenza del torrente Messa con il fiume Marecchia; il resto della comunità si distribuisce in numerose altre località, in una serie di aggregati urbani elementari e in case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Badia Tedalda (AR), in Toscana, è ammantato di folti boschi di carpini e aceri e vanta una delle cerrete più vaste d’Italia. Dall’abitato, dominato dall’imponente mole del castello di Billi e dalle rovine di un antico monastero, si scorgono le singolari forme delle alture calcaree del sasso Simone e del Simoncello: queste rupi spoglie, dalle cime estremamente pianeggianti, si ergono come torri al di sopra di un’immensa distesa boschiva e celano fossili marini, che ne tradiscono l’originaria posizione costiera. Caprioli, cinghiali, gatti selvatici e moltissime specie di uccelli e rapaci costituiscono la diversificata fauna locale.

Centro di montagna sorto nel basso Medioevo; è sorretto dall’industria, dal terziario, dalle tradizionali attività rurali e dal tipico artigianato del ferro battuto, delle ceramiche e del restauro dei mobili antichi. Quasi un terzo dei pennesi, che presentano un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, adagiato al centro di un maestoso anfiteatro naturale e affacciato sulla confluenza del torrente Messa con il fiume Marecchia; il resto della comunità si distribuisce in numerose altre località, in una serie di aggregati urbani elementari e in case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Badia Tedalda (AR), in Toscana, è ammantato di folti boschi di carpini e aceri e vanta una delle cerrete più vaste d’Italia. Dall’abitato, dominato dall’imponente mole del castello di Billi e dalle rovine di un antico monastero, si scorgono le singolari forme delle alture calcaree del sasso Simone e del Simoncello: queste rupi spoglie, dalle cime estremamente pianeggianti, si ergono come torri al di sopra di un’immensa distesa boschiva e celano fossili marini, che ne tradiscono l’originaria posizione costiera. Caprioli, cinghiali, gatti selvatici e moltissime specie di uccelli e rapaci costituiscono la diversificata fauna locale.

Storia

È nata nel 1350 dall’unione dei castelli di Penna e Billi, che nel 1265 erano stati affidati alla giurisdizione del rettore pontificio della Massa Trabaria –nel 1335 il conte Nerio di Carpegna prese possesso del castello di Penna–. Nel 1353, dopo l’unificazione, il territorio fu assoggettato alla Santa Sede dal cardinale Albornoz; seguì un periodo turbolento, caratterizzato dall’alternanza delle potenti famiglie dei Montefeltro e dei Malatesta. Nel Cinquecento, innalzata al rango di sede vescovile, acquisì il titolo di città. Il toponimo è chiaramente composto dai nomi degli antichi castelli di Penna e Billi; quest’ultimo, a sua volta, è da collegare al latino medievale BILLUS, ‘grosso tronco’. Spiccano tra le più importanti testimonianze architettoniche: il castello malatestiano di Billi; i ruderi del castello di Penna; il monastero delle monache agostiniane che, edificato tra il XV e il XVII secolo sui ruderi delle antiche mura, conserva una porta trecentesca; il palazzo del Bargello (XIV secolo), che include la porta Malatesta; la pieve romanica di Ponte Messa, eretta nell’VIII secolo d.C. su un antico tempio pagano. D’impronta rinascimentale sono la fontana della Pace, la cattedrale cinquecentesca e il palazzo della Ragione, con la loggia dei Mercanti.

È nata nel 1350 dall’unione dei castelli di Penna e Billi, che nel 1265 erano stati affidati alla giurisdizione del rettore pontificio della Massa Trabaria –nel 1335 il conte Nerio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CARPEGNA'>Carpegna</a> prese possesso del castello di Penna–. Nel 1353, dopo l’unificazione, il territorio fu assoggettato alla Santa Sede dal cardinale <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=ALBORNOZ'>Albornoz</a>; seguì un periodo turbolento, caratterizzato dall’alternanza delle potenti famiglie dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MONTEFELTRO'>Montefeltro</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>. Nel Cinquecento, innalzata al rango di sede vescovile, acquisì il titolo di città. Il toponimo è chiaramente composto dai nomi degli antichi castelli di Penna e Billi; quest’ultimo, a sua volta, è da collegare al latino medievale BILLUS, ‘grosso tronco’. Spiccano tra le più importanti testimonianze architettoniche: il castello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTIANO'>malatestiano</a> di Billi; i ruderi del castello di Penna; il monastero delle monache agostiniane che, edificato tra il XV e il XVII secolo sui ruderi delle antiche mura, conserva una porta trecentesca; il palazzo del Bargello (XIV secolo), che include la porta <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>; la pieve romanica di Ponte Messa, eretta nell’VIII secolo d.C. su un antico tempio pagano. D’impronta rinascimentale sono la fontana della Pace, la cattedrale cinquecentesca e il palazzo della Ragione, con la loggia dei Mercanti.

Economia

L’intenso movimento turistico ha fatto sì che le tradizionali attività rurali (la silvicoltura, l’allevamento bovino e avicolo nonché la coltivazione di cereali e foraggi) si contraessero a favore del terziario; buoni profitti derivano inoltre dall’industria, attiva soprattutto nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni, delle calzature, della lavorazione dei metalli e della meccanica. La rete commerciale è piuttosto sviluppata, al pari dei servizi privati, che annoverano il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici postali e municipali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e, per quanto concerne le strutture culturali, di un museo diocesano, di un museo informatico e della storia del calcolo nonché di una biblioteca specializzata in teologia, patristica e missionologia; l’apparato ricettivo si compone di strutture per il soggiorno e di esercizi di ristoro; l’assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia e da un ambulatorio pubblico.

L’intenso movimento turistico ha fatto sì che le tradizionali attività rurali (la silvicoltura, l’allevamento bovino e avicolo nonché la coltivazione di cereali e foraggi) si contraessero a favore del terziario; buoni profitti derivano inoltre dall’industria, attiva soprattutto nei comparti dei prodotti alimentari, delle confezioni, delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, della lavorazione dei metalli e della meccanica. La rete commerciale è piuttosto sviluppata, al pari dei servizi privati, che annoverano il credito e le assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici postali e municipali e di una stazione dei carabinieri, dispone di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado e, per quanto concerne le strutture culturali, di un museo diocesano, di un museo informatico e della storia del calcolo nonché di una biblioteca specializzata in teologia, patristica e missionologia; l’apparato ricettivo si compone di strutture per il soggiorno e di esercizi di ristoro; l’assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia e da un ambulatorio pubblico.

Relazioni

Tra i principali elementi di richiamo spicca il singolare museo a cielo aperto ideato dal poeta Tonino Guerra e denominato “I luoghi dell’anima”: esso si sviluppa lungo un suggestivo percorso che parte dall’“Orto dei frutti dimenticati” e, toccando la “Strada delle meridiane”, il “Giardino pietrificato”, “l’Angelo coi baffi”, il “Santuario dei pensieri” e il “Rifugio delle Madonne abbandonate”, giunge fino al “Gelso della pace”. Eventi ricorrenti sono inoltre la processione dei Giudei, sacra rappresentazione del Venerdì Santo, la “Fiera del mercato verde” (aprile e maggio) e la mostra-mercato nazionale dell’antiquariato (giugno e luglio). La festa del Patrono San Pio V si celebra il 5 maggio.

Tra i principali elementi di richiamo spicca il singolare museo a cielo aperto ideato dal poeta Tonino Guerra e denominato “I luoghi dell’anima”: esso si sviluppa lungo un suggestivo percorso che parte dall’“Orto dei frutti dimenticati” e, toccando la “Strada delle meridiane”, il “Giardino pietrificato”, “l’Angelo coi baffi”, il “Santuario dei pensieri” e il “Rifugio delle Madonne abbandonate”, giunge fino al “Gelso della pace”. Eventi ricorrenti sono inoltre la processione dei Giudei, sacra rappresentazione del Venerdì Santo, la “Fiera del mercato verde” (aprile e maggio) e la mostra-mercato nazionale dell’antiquariato (giugno e luglio). La festa del Patrono San Pio V si celebra il 5 maggio.

Località

Aia di Bartolo, Ca' Romano, Castello, Cermitosa, Lago Villagrande, Maciano, Miratoio, Moleto, Molino di Bascio, Monte Calbo, Monticello, Pantaneto, Ponte Messa, San Marino, Santa Maria dell'Olivo, Scavolino, Soanne, Villa Maindi, Villa Santoni

Aia di Bartolo, Ca' Romano, Castello, Cermitosa, Lago Villagrande, Maciano, Miratoio, Moleto, Molino di Bascio, Monte Calbo, Monticello, Pantaneto, Ponte Messa, San Marino, Santa Maria dell'Olivo, Scavolino, Soanne, Villa Maindi, Villa Santoni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Pennabilli rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.