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Descrizione

Comune di montagna, di antichissime origini, con un’economia essenzialmente agricola. Gli ottonesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, sono distribuiti in vari aggregati urbani, dei quali, oltre al capoluogo comunale, i più popolosi sono: Barchi, Granizzola, Orezzoli, Ottone Soprano, Grattarone-Montesoprano e Valsigiara, oltre che in alcune case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche anche molto accentuate. Analogamente l’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico montano. Lo stemma comunale, troncato semipartito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Vi sono raffigurati un’aquila nera su fondo dorato, due torri d’argento, merlate alla ghibellina, in campo azzurro e, su sfondo argenteo, una testa umana, con corona d’oro, posta di fianco.

Storia

I primi insediamenti nella zona sembra risalgano all’età del bronzo, come testimoniato dal rinvenimento di vari reperti archeologici; a questi subentrarono stanziamenti di liguri, seguiti da genti celtiche, a cui probabilmente va ricondotta l’origine del toponimo, che si fa risalire al celtico “tun” o “dun”, che significa ‘corso d’acqua’, in relazione alla presenza nel territorio del fiume Trebbia e del Rio Ottone. Dopo l’occupazione romana anche queste terre subirono le invasioni barbariche, tra cui particolarmente significativa fu quella dei longobardi, che vi favorirono la creazione di più monasteri benedettini: tra questi ultimi va ricordato il monastero di San Colombano di Bobbio. Dopo il declino dell’autorità abbaziale, la zona passò ai Malaspina che ne conservarono il possesso fino agli inizi del XVI secolo, quando nella direzione del feudo subentrarono i Fieschi, seguiti dai Doria. Tuttavia molte terre della val Trebbia restarono ai Malaspina, con la conseguenza che ai possedimenti dei Doria sulla destra del Trebbia si opponevano sulla sponda sinistra del fiume quelli malaspiniani. Questa situazione perdurò fino all’abolizione delle proprietà feudali nel 1797 a opera di Napoleone. Annessa al regno di Piemonte dal 1815 al 1859, passò, dopo l’unità d’Italia, dalla provincia di Genova, alla quale era appartenuta fino ad allora, a quella di Pavia, e quindi, nel 1923, a quella di Piacenza, registrando nell’immediato dopoguerra una massiccia emigrazione. Nel patrimonio storico-architettonico spiccano: la rocca dei Malaspina; il palazzo Balzarini; la casa Carboni; la parrocchiale di San Marziano; la pieve di San Bartolomeo; il Mulino dei Principi.

Economia

Oltre che degli uffici deputati al funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, è sede della Pro Loco. La principale, se non proprio esclusiva, fonte di reddito per la popolazione è rappresentata dall’agricoltura, che si basa su coltivazioni di cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, viti, e dall’allevamento di bovini, seguito da quello di ovini, caprini ed equini. L’industria è quasi del tutto assente, fatta eccezione per qualche piccola impresa edile. Il terziario si compone della rete distributiva, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, e dell’insieme dei servizi; tra questi ultimi va segnalato quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo; nelle scuole del posto si impartisce la sola istruzione obbligatoria. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Alla massiccia affluenza di turisti, attirati dalla freschezza del clima, dalla suggestiva cornice paesaggistica e dalla presenza del castello malaspiniano, non si accompagna un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro, poiché mancano industrie e servizi particolarmente sviluppati e l’agricoltura non ha raggiunto certamente livelli tali da consentire l’assorbimento di flussi di manodopera. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di alcuni tradizionali appuntamenti del folclore: la Fiera di merci e bestiame, che si svolge ogni mese, e la Sagra dei prodotti agricoli della montagna, che ha luogo ad ottobre. La festa del Patrono, San Bartolomeo, si celebra il 24 agosto.

Località

Artana, Barchi, Belnome, Bertassi, Bertone, Bogli, Cabosa, Costa, Fabbrica, Frassi, Giazzetta, Gramizzola, Grattarone-Montesoprano, La Ca', Le Inguie, Losso, Moglia, Orezzoli, Ottone Soprano, Rettagliata, Santa Maria, Semensi, Suzzi, Tartago, Toveraia, Traschio, Valsigiara

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Ottone rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 516
  • Lat 44° 37' 22,26'' 44.62285000
  • Long 9° 19' 55,80'' 9.33216667
  • CAP 29026
  • Prefisso 0523
  • Codice ISTAT 033030
  • Codice Catasto G195
  • Altitudine slm 510 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2737
  • Superficie 98.41 Km2
  • Densità 5,24 ab/Km2
  • Sismicità Zona 3
  • Alba 05:17
  • Tramonto 19:22
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