Descrizione

Comune di montagna, di origine medievale, che accanto alle tradizionali attività rurali sta sviluppando il turismo. Gli olmesi, con un alto indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e le località Frola e Malpasso. Il territorio, in cui scorrono più torrenti, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 1.658 metri del monte Saetta. L'abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo smalto argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca una fascia azzurra attraversata da un olmo sradicato.

Comune di montagna, di origine medievale, che accanto alle tradizionali attività rurali sta sviluppando il turismo. Gli olmesi, con un alto indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e le località Frola e Malpasso. Il territorio, in cui scorrono più torrenti, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 1.658 metri del monte Saetta. L'abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo smalto argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca una fascia azzurra attraversata da un olmo sradicato.

Storia

Le sue origini, al pari di quelle delle località vicine, sono da porre in relazione con lo sviluppo, nel corso del Medioevo, dei traffici commerciali lungo la cosiddetta via dei trafficanti o dei mercanti, che univa la Val Seriana alla Valtellina. Sorta come stazione di sosta per le carovane, che percorrevano questa strada, deriva il toponimo dal latino ULMUS, 'olmo', in riferimento ai tanti olmi che sorgono sulle rive di due affluenti del Brembo, i torrenti Stabina e Mora; alcuni studiosi, tuttavia, preferiscono richiamarsi alla consuetudine medievale delle autorità civiche di radunarsi sotto un olmo per deliberare. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilevanza, ha seguito quella dei territori circostanti che, dopo essere stati a lungo assoggettati ai Visconti e travagliati dalle lotte tra i guelfi e i ghibellini, nella prima metà del XV secolo passarono sotto la Repubblica Veneta. Gravemente colpita, sul finire del Cinquecento, da terribili carestie, vide la popolazione decimata dalla peste del 1630. Le vicende successive al declino della Serenissima, sancito dal trattato di Campoformio, del 1797, sono le stesse del resto della provincia. Il patrimonio storico-artistico annovera alcuni edifici di culto, tra cui figurano: la chiesetta di San Rocco, costruita dopo la pestilenza della prima metà del XVII secolo; la parrocchiale di Sant'Antonio Abate, riedificata all'inizio del Novecento, e il santuario della Madonna dei Campelli, sorto sul luogo in cui, stando alla tradizione, sarebbe apparsa la Madonna.

Le sue origini, al pari di quelle delle località vicine, sono da porre in relazione con lo sviluppo, nel corso del Medioevo, dei traffici commerciali lungo la cosiddetta via dei trafficanti o dei mercanti, che univa la Val Seriana alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VALTELLINA'>Valtellina</a>. Sorta come stazione di sosta per le carovane, che percorrevano questa strada, deriva il toponimo dal latino ULMUS, 'olmo', in riferimento ai tanti olmi che sorgono sulle rive di due affluenti del Brembo, i torrenti Stabina e Mora; alcuni studiosi, tuttavia, preferiscono richiamarsi alla consuetudine medievale delle autorità civiche di radunarsi sotto un olmo per deliberare. La sua storia, nella quale mancano eventi di particolare rilevanza, ha seguito quella dei territori circostanti che, dopo essere stati a lungo assoggettati ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a> e travagliati dalle lotte tra i guelfi e i ghibellini, nella prima metà del XV secolo passarono sotto la Repubblica Veneta. Gravemente colpita, sul finire del Cinquecento, da terribili carestie, vide la popolazione decimata dalla peste del 1630. Le vicende successive al declino della Serenissima, sancito dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TRATTATODICAMPOFORMIO'>trattato di Campoformio</a>, del 1797, sono le stesse del resto della provincia. Il patrimonio storico-artistico annovera alcuni edifici di culto, tra cui figurano: la chiesetta di San Rocco, costruita dopo la pestilenza della prima metà del XVII secolo; la parrocchiale di Sant'Antonio Abate, riedificata all'inizio del Novecento, e il santuario della Madonna dei Campelli, sorto sul luogo in cui, stando alla tradizione, sarebbe apparsa la Madonna.

Economia

Viste le piccole dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche. L'agricoltura, poco favorita dalle caratteristiche del territorio, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile e meccanica, non sono molto significative. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione) e dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non dispone di strutture sociali di rilievo, quali asili nido o case di riposo. Nelle scuole locali si impartisce l'istruzione obbligatoria; non vi sono strutture destinate all'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Viste le piccole dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche. L'agricoltura, poco favorita dalle caratteristiche del territorio, è integrata dall'allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola impresa edile e meccanica, non sono molto significative. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente al soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione) e dell'insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non dispone di strutture sociali di rilievo, quali asili nido o case di riposo. Nelle scuole locali si impartisce l'istruzione obbligatoria; non vi sono strutture destinate all'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Località di villeggiatura estiva, registra un significativo movimento di turisti, attratti dalla possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo delle bellezze dell'ambiente naturale, arricchito dalla presenza del Parco delle Orobie, e gustando i genuini prodotti locali, tra cui figurano: la polenta con il capriolo, il camoscio al limone e il "formai de mut Doc", ossia il formaggio dei monti del consorzio CTFM. Poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate, intrattiene rapporti non rilevanti con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono anche per l'istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti localmente. Tra gli appuntamenti consueti va ricordata la festa della ricorrenza dell'apparizione della Madonna dei Campelli, che si svolge la seconda domenica di settembre, con una processione nei prati circostanti. La festa del Patrono, Sant'Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Località di villeggiatura estiva, registra un significativo movimento di turisti, attratti dalla possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, godendo delle bellezze dell'ambiente naturale, arricchito dalla presenza del Parco delle Orobie, e gustando i genuini prodotti locali, tra cui figurano: la polenta con il capriolo, il camoscio al limone e il "formai de mut Doc", ossia il formaggio dei monti del consorzio CTFM. Poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non sono in grado di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta quotidianamente a raggiungere le aree più sviluppate, intrattiene rapporti non rilevanti con i comuni vicini, ai quali gli abitanti si rivolgono anche per l'istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti localmente. Tra gli appuntamenti consueti va ricordata la festa della ricorrenza dell'apparizione della Madonna dei Campelli, che si svolge la seconda domenica di settembre, con una processione nei prati circostanti. La festa del Patrono, Sant'Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Località

Frola Est, Frola Ovest, Malpasso, Monte Saetta

Frola Est, Frola Ovest, Malpasso, Monte Saetta

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Olmo al Brembo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.