Descrizione

Cittadina di collina, la cui origine si fa risalire a epoca antica, basa la propria economia su un fronte doppio, quello dell’attività agricola e quello dell’attività industriale. I negaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono oltre che nel capoluogo comunale, in numerose case sparse e nelle località Arbizzano-Santa Maria –contigua al centro Pedemonte del comune di San Pietro in Cariano–, Fane, Mazzano, Montecchio, Prun e Torbe; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi nuclei urbani minori. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato presenta evidenti segnali di espansione edilizia e ha un andamento plano-altimetrico collinare. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Regio Decreto. Sullo sfondo rosso del primo campo spicca la testa di un negro, in evidente assonanza con il toponimo; nella seconda partizione, argentata, si raffigura un grappolo d’uva nera, munito di due pampini verdi.

Cittadina di collina, la cui origine si fa risalire a epoca antica, basa la propria economia su un fronte doppio, quello dell’attività agricola e quello dell’attività industriale. I negaresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono oltre che nel capoluogo comunale, in numerose case sparse e nelle località Arbizzano-Santa Maria –contigua al centro Pedemonte del comune di San Pietro in Cariano–, Fane, Mazzano, Montecchio, Prun e Torbe; il resto della popolazione si distribuisce in numerosi nuclei urbani minori. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato presenta evidenti segnali di espansione edilizia e ha un andamento plano-altimetrico collinare. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Regio Decreto. Sullo sfondo rosso del primo campo spicca la testa di un negro, in evidente assonanza con il toponimo; nella seconda partizione, argentata, si raffigura un grappolo d’uva nera, munito di due pampini verdi.

Storia

Il suo toponimo deriva dalla bolla di papa Eugenio III del 1145, dove si trova la denominazione di Negrar: pleben de Negrario. La zona fu abitata già dalla preistoria, a giudicare dai rinvenimenti di reperti risalenti all’epoca dell’homo erecto e continuò a esserlo anche in epoca romana. Numerose sono le testimonianze archeologiche di quel periodo, in particolare sono state ritrovate ville rustiche e urbane. La più importante è certamente quella in località Villa, i cui resti sono conservati nel Museo Archeologico del Teatro Romano di Verona. Nel 1166 divenne comune. Dello stesso anno, infatti, è l’epigrafe, posta sul campanile della chiesa, che esprime la gioia della popolazione per aver ottenuto l’autonomia nei confronti del potere religioso e dei feudatari. Con la signoria scaligera si procedette ad un’organizzazione del territorio, tracciando i confini della zona, che sono rimasti inalterati fino ad oggi. La sua storia seguente si allinea a quella del resto della provincia. Il patrimonio storico-artistico è caratterizzato dalla presenza di numerose ville nobiliari, come la quattrocentesca Villa Bertoldi, Villa la Sorte del XVII secolo e Villa Rizzardi. Presso Arbizzano, oltre all’antica chiesa di San Pietro, si trovano Villa Fredigoni, Villa Messedaglia, Villa Verità, Villa Zamboni e Villa Albertini.

Il suo toponimo deriva dalla bolla di papa Eugenio III del 1145, dove si trova la denominazione di Negrar: pleben de Negrario. La zona fu abitata già dalla preistoria, a giudicare dai rinvenimenti di reperti risalenti all’epoca dell’homo erecto e continuò a esserlo anche in epoca romana. Numerose sono le testimonianze archeologiche di quel periodo, in particolare sono state ritrovate ville rustiche e urbane. La più importante è certamente quella in località Villa, i cui resti sono conservati nel Museo Archeologico del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=TEATROROMANODIVERONA'>Teatro Romano di Verona</a>. Nel 1166 divenne comune. Dello stesso anno, infatti, è l’epigrafe, posta sul campanile della chiesa, che esprime la gioia della popolazione per aver ottenuto l’autonomia nei confronti del potere religioso e dei feudatari. Con la signoria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=SCALIGERA'>scaligera</a> si procedette ad un’organizzazione del territorio, tracciando i confini della zona, che sono rimasti inalterati fino ad oggi. La sua storia seguente si allinea a quella del resto della provincia. Il patrimonio storico-artistico è caratterizzato dalla presenza di numerose ville nobiliari, come la quattrocentesca Villa Bertoldi, Villa la Sorte del XVII secolo e Villa Rizzardi. Presso Arbizzano, oltre all’antica chiesa di San Pietro, si trovano Villa Fredigoni, Villa Messedaglia, Villa Verità, Villa Zamboni e Villa Albertini.

Economia

La sua struttura amministrativa si compone degli uffici municipali e postali, nonché della stazione dei carabinieri. Un’importante fonte di reddito è rappresentata tuttora dall’agricoltura che si diversifica in varie colture: frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi e alberi da frutta. Praticato è l’allevamento bovino e avicolo. L’attività industriale nel comparto alimentare si distingue nel lattiero-caseario e nella produzione del vino Valpolicella. Sono presenti stabilimenti per l’industria tessile, conciaria, del legno, editoria, articoli in materie plastiche, vetro, laterizi, industrie meccaniche, metalmeccaniche, tra cui la produzione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, e di mobili. Si segnalano anche stabilimenti per la fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici. Collegato a queste attività vi è un terziario molto avanzato, che si caratterizza per la presenza di ditte che offrono la fornitura di software, consulenza in materia informatica ed elaborazione elettronica dei dati. Buona è la rete commerciale e va segnalata la presenza del servizio bancario. Le strutture sociali sono presenti con asili nido; quelle scolastiche permettono di frequentare le scuole dell’obbligo. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione sia di soggiorno; va segnalata la presenza di un agriturismo. Le strutture sanitarie sono assicurate dal servizio ospedaliero.

La sua struttura amministrativa si compone degli uffici municipali e postali, nonché della stazione dei carabinieri. Un’importante fonte di reddito è rappresentata tuttora dall’agricoltura che si diversifica in varie colture: frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi e alberi da frutta. Praticato è l’allevamento bovino e avicolo. L’attività industriale nel comparto alimentare si distingue nel lattiero-caseario e nella produzione del vino <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=VALPOLICELLA'>Valpolicella</a>. Sono presenti stabilimenti per l’industria tessile, conciaria, del legno, editoria, articoli in materie plastiche, vetro, laterizi, industrie meccaniche, metalmeccaniche, tra cui la produzione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, e di mobili. Si segnalano anche stabilimenti per la fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici. Collegato a queste attività vi è un terziario molto avanzato, che si caratterizza per la presenza di ditte che offrono la fornitura di software, consulenza in materia informatica ed elaborazione elettronica dei dati. Buona è la rete commerciale e va segnalata la presenza del servizio bancario. Le strutture sociali sono presenti con asili nido; quelle scolastiche permettono di frequentare le scuole dell’obbligo. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione sia di soggiorno; va segnalata la presenza di un agriturismo. Le strutture sanitarie sono assicurate dal servizio ospedaliero.

Relazioni

Inserita negli itinerari turistici della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni (particolari specialità gastronomiche sono le lasagne al tartufo e le bavette alla boscaiola, nonché l’anatra). È abbastanza frequentata anche per lavoro. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali, comunque, si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e per tutti quei servizi che sul posto risultano assenti. Tra le manifestazioni locali ricorrenti, in gardo di richiamare visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: il palio del Recioto, che consiste nella promozione di vini tra cui il Recioto, a marzo; ad aprile, il Gran Premio palio del Recioto con una corsa ciclistica internazionale; nei mesi di luglio e di agosto, l’appuntamento con la rassegna teatrale dell’estate. Il Patrono, San Martino, si festeggia l’11 novembre.

Inserita negli itinerari turistici della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni (particolari specialità gastronomiche sono le lasagne al tartufo e le bavette alla boscaiola, nonché l’anatra). È abbastanza frequentata anche per lavoro. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali, comunque, si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e per tutti quei servizi che sul posto risultano assenti. Tra le manifestazioni locali ricorrenti, in gardo di richiamare visitatori dai dintorni, meritano di essere citate: il palio del Recioto, che consiste nella promozione di vini tra cui il Recioto, a marzo; ad aprile, il Gran Premio palio del Recioto con una corsa ciclistica internazionale; nei mesi di luglio e di agosto, l’appuntamento con la rassegna teatrale dell’estate. Il Patrono, San Martino, si festeggia l’11 novembre.

Località

Arbizzano-Santa Maria, Bassa, Busa, Cerè, Chieve, Fane, Galdè, Martini, Mazzano, Montecchio, Montericco, Moron, Provale, Prun, Quena, Saline, Spighetta, Torbe, Valle

Arbizzano-Santa Maria, Bassa, Busa, Cerè, Chieve, Fane, Galdè, Martini, Mazzano, Montecchio, Montericco, Moron, Provale, Prun, Quena, Saline, Spighetta, Torbe, Valle

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Negrar di Valpolicella rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.