Descrizione

Cittadina collinare, di origine antichissima, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un discreto sviluppo industriale. I mussomelesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio, caratterizzato da una abbondante e rigogliosa vegetazione, costituita in prevalenza da boschi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che sorge a ridosso di una rupe orrida e magnifica, in posizione elevata, mostra segni di espansione edilizia. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurate tre torri (simbolo dell’arma della nobile famiglia baronale de Castellar), sormontate da tre api. Il tutto è sovrastato dal monogramma della Madonna, accompagnato, in capo, da una corona (aggiunta nel 1949) e, ai lati, da dodici stelle a cinque raggi.

Cittadina collinare, di origine antichissima, che basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un discreto sviluppo industriale. I mussomelesi, con un indice di vecchiaia nella media, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in case sparse. Il territorio, caratterizzato da una abbondante e rigogliosa vegetazione, costituita in prevalenza da boschi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che sorge a ridosso di una rupe orrida e magnifica, in posizione elevata, mostra segni di espansione edilizia. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurate tre torri (simbolo dell’arma della nobile famiglia baronale de Castellar), sormontate da tre api. Il tutto è sovrastato dal monogramma della Madonna, accompagnato, in capo, da una corona (aggiunta nel 1949) e, ai lati, da dodici stelle a cinque raggi.

Storia

Riportato col paraetimologico “Mons mellis”, in linea con l’attestato Mosimelli del 1408, il toponimo può indurre a una ricostruzione etimologica fuorviante. Quella più fondata, invece, rinvia all’arabo “manzil”, con valore semantico di ‘sosta’, ‘dimora’, nonché a “mal”, con significato di ‘ricchezza’, ‘ubertà’, come propone qualche studioso. L’origine dell’attuale centro urbano affonda le sue radici in un’epoca molto antica, come testimoniano numerosi reperti archeologici che risalgono all’epoca dei sicani e dei siculi. In seguito fu conquistata dai romani e dagli arabi. Nel XIV secolo, per volere degli aragonesi, il casale fu concesso a Manfredi Chiaromonte, che fece costruire una roccaforte difensiva che prese il suo nome: castello Chiaromonte. Nell’anno 1549 il feudo fu acquistato dal feudatario Cesare Lanza, la cui famiglia lo tenne fino al 1812, anno di abolizione dei diritti feudali. Del suo patrimonio storico-architettonico fanno parte: il castello chiaromontano, che sorge su una rupe alta ottanta metri, completamente restaurato; la chiesa madre, dedicata a San Ludovico, eretta nel Seicento; il santuario di Maria Santissima dei Miracoli, costruito nel XVI secolo; la parrocchiale di Sant’Antonio, edificata nel Settecento, al cui interno sono custodite pregevoli tele del La Barbera; la chiesa di Santa Margherita, del XIV secolo; la parrocchiale dei Monti, del Settecento; la chiesa della Madonna delle Vanelle, dell’Ottocento. Fuori dal centro abitato è possibile ammirare i reperti archeologici dei siti del monte Polizzello, di monte Raffe e di Catellucciano.

Riportato col paraetimologico “Mons mellis”, in linea con l’attestato Mosimelli del 1408, il toponimo può indurre a una ricostruzione etimologica fuorviante. Quella più fondata, invece, rinvia all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABO'>arabo</a> “manzil”, con valore semantico di ‘sosta’, ‘dimora’, nonché a “mal”, con significato di ‘ricchezza’, ‘ubertà’, come propone qualche studioso. L’origine dell’attuale centro urbano affonda le sue radici in un’epoca molto antica, come testimoniano numerosi reperti archeologici che risalgono all’epoca dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SICANI'>sicani</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=SICULI'>siculi</a>. In seguito fu conquistata dai romani e dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABI'>arabi</a>. Nel XIV secolo, per volere degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARAGONESI'>aragonesi</a>, il casale fu concesso a Manfredi Chiaromonte, che fece costruire una roccaforte difensiva che prese il suo nome: castello Chiaromonte. Nell’anno 1549 il feudo fu acquistato dal feudatario Cesare Lanza, la cui famiglia lo tenne fino al 1812, anno di abolizione dei diritti feudali. Del suo patrimonio storico-architettonico fanno parte: il castello chiaromontano, che sorge su una rupe alta ottanta metri, completamente restaurato; la chiesa madre, dedicata a San Ludovico, eretta nel Seicento; il santuario di Maria Santissima dei Miracoli, costruito nel XVI secolo; la parrocchiale di Sant’Antonio, edificata nel Settecento, al cui interno sono custodite pregevoli tele del La Barbera; la chiesa di Santa Margherita, del XIV secolo; la parrocchiale dei Monti, del Settecento; la chiesa della Madonna delle Vanelle, dell’Ottocento. Fuori dal centro abitato è possibile ammirare i reperti archeologici dei siti del monte Polizzello, di monte Raffe e di Catellucciano.

Economia

È sede, tra l’altro, del distretto scolastico n. 8 e di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, agrumi e altra frutta (soprattutto fichi e fichi d’india); si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano in vari comparti, tra cui quello manifatturiero dell’oreficeria. Interessante è l’artigianato: ricami, lavorazione del legno, del ferro battuto, della ceramica nonché produzione di cesti e canestri di canne. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Le strutture scolastiche e culturali locali mettono a disposizione le classi dell’obbligo e vari istituti per l’istruzione secondaria di secondo grado nonché la biblioteca Paolo Emiliani Giudici e il museo civico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione campi da calcetto, da tennis e da bocce. È assicurato il servizio ospedaliero.

È sede, tra l’altro, del distretto scolastico n. 8 e di Pro Loco. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=AGRUMI'>agrumi</a> e altra frutta (soprattutto fichi e fichi d’india); si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che operano in vari comparti, tra cui quello manifatturiero dell’oreficeria. Interessante è l’artigianato: ricami, lavorazione del legno, del ferro battuto, della ceramica nonché produzione di cesti e canestri di canne. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Le strutture scolastiche e culturali locali mettono a disposizione le classi dell’obbligo e vari istituti per l’istruzione secondaria di secondo grado nonché la biblioteca Paolo Emiliani Giudici e il museo civico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione campi da calcetto, da tennis e da bocce. È assicurato il servizio ospedaliero.

Relazioni

Pur apprezzata per l’aria salubre e le bellezze dell’ambiente non è meta di significativo movimento turistico. Tra le manifestazioni all’insegna della tradizione e gli eventi ricorrenti civili o religiosi, in grado sia di coinvolgere la comunità locale, sia di richiamare visitatori dai dintorni, meritano una citazione la rappresentazione dell’arrivo dei tre re Magi, a gennaio; i riti della Settimana Santa; la festa di San Giuseppe con la rappresentazione “i Vicchiariaddi”, a marzo; la fiera agricola della Madonna delle Vanelle, a maggio; la sagra della ricotta, a giugno; la festa della Madonna delle Vigne, ad agosto; la fiera agricola artigianale del castello, il corteo storico in costumi medievali, la festa di Gesù Nazzareno, a settembre. La Patrona, Maria Santissima dei Miracoli, si festeggia l’8 settembre.

Pur apprezzata per l’aria salubre e le bellezze dell’ambiente non è meta di significativo movimento turistico. Tra le manifestazioni all’insegna della tradizione e gli eventi ricorrenti civili o religiosi, in grado sia di coinvolgere la comunità locale, sia di richiamare visitatori dai dintorni, meritano una citazione la rappresentazione dell’arrivo dei tre re Magi, a gennaio; i riti della Settimana Santa; la festa di San Giuseppe con la rappresentazione “i Vicchiariaddi”, a marzo; la fiera agricola della Madonna delle Vanelle, a maggio; la sagra della ricotta, a giugno; la festa della Madonna delle Vigne, ad agosto; la fiera agricola artigianale del castello, il corteo storico in costumi medievali, la festa di Gesù Nazzareno, a settembre. La Patrona, Maria Santissima dei Miracoli, si festeggia l’8 settembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Mussomeli rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.