Descrizione

Comune collinare, di origine medievale, con un’economia basata sull’agricoltura, affiancata da un crescente sviluppo del terziario. La maggior parte dei murisenghesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Corteranzo, San Candido, in alcuni aggregati urbani minori, nonché numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, dominato dalla mole del castello, sorge su uno sperone che offre un’incantevole panorama sulla valle Stura. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati, su sfondo porpora, due leoni d’argento controrampanti, nell’atto di sostenere, con le branche anteriori, uno scudo, trinciato d’oro e d’azzurro, a forma di testa di cavallo.

Comune collinare, di origine medievale, con un’economia basata sull’agricoltura, affiancata da un crescente sviluppo del terziario. La maggior parte dei murisenghesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vive nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nelle località Corteranzo, San Candido, in alcuni aggregati urbani minori, nonché numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, dominato dalla mole del castello, sorge su uno sperone che offre un’incantevole panorama sulla valle Stura. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, sono raffigurati, su sfondo porpora, due leoni d’argento controrampanti, nell’atto di sostenere, con le branche anteriori, uno scudo, trinciato d’oro e d’azzurro, a forma di testa di cavallo.

Storia

Il toponimo, attestato dal periodo medievale attraverso una varia documentazione, presenta le varianti di “Munisengus”, “Munesengus”, “Murisengus”, a cui si affianca l’apax “Molisengh”. La varietà delle forme ha reso difficile l’individuazione dell’etimo, dando luogo a due possibili derivazioni: quella del nome del personale di MAURITIUS e quella, sempre legata ad un nome di persona, di MAURISIUS. Entrambe soddisfano, legate al suffisso germanico -ing, le attestazioni più tarde, ma non quelle più antiche, considerate difficilmente erronee o legate alla produzione di un singolo copista. Le sue origini risalgono all’età medievale, precisamente agli anni intorno al Novecento. I primi documenti in cui si trova menzione dell’insediamento appartengono, infatti, al 940 e, successivamente, al 1027: il primo attesta la partecipazione di un nobile cittadino a un placito astigiano, il secondo conferma il possesso di un monastero locale a Corrado II. I secoli successivi furono testimoni del suo passaggio a diverse signorie della zona: i Montiglio, i Radicati di Brozolo, gli Scozia, i quali detennero il feudo, con titolo comitale, per ben quattro secoli. Gli ultimi feudatari furono i principi Guasco di Bisio. Tra gli emblemi monumentali di maggior rilievo figurano: il trecentesco castello, con caratteristici rostri e merli medievali, che ospitò, nel 1813, Silvio Pellico che ivi scrisse la “Francesca da Rimini”; la parrocchiale di Sant’Antonio Abate, di scuola scapitiana, bell’esempio di rococò piemontese; la chiesa di San Michele, denominata precedentemente oratorio degli Angeli; la torre di San Pietro, ciò che resta del campanile dell’antica abbazia cistercense; la chiesa di San Luigi Gonzaga, tipica espressione del barocco piemontese, costruita dall’architetto torinese Bernardo Vittone.

Il toponimo, attestato dal periodo medievale attraverso una varia documentazione, presenta le varianti di “Munisengus”, “Munesengus”, “Murisengus”, a cui si affianca l’apax “Molisengh”. La varietà delle forme ha reso difficile l’individuazione dell’etimo, dando luogo a due possibili derivazioni: quella del nome del personale di MAURITIUS e quella, sempre legata ad un nome di persona, di MAURISIUS. Entrambe soddisfano, legate al suffisso germanico -ing, le attestazioni più tarde, ma non quelle più antiche, considerate difficilmente erronee o legate alla produzione di un singolo copista. Le sue origini risalgono all’età medievale, precisamente agli anni intorno al Novecento. I primi documenti in cui si trova menzione dell’insediamento appartengono, infatti, al 940 e, successivamente, al 1027: il primo attesta la partecipazione di un nobile cittadino a un placito astigiano, il secondo conferma il possesso di un monastero locale a Corrado II. I secoli successivi furono testimoni del suo passaggio a diverse signorie della zona: i Montiglio, i Radicati di Brozolo, gli Scozia, i quali detennero il feudo, con titolo comitale, per ben quattro secoli. Gli ultimi feudatari furono i principi Guasco di Bisio. Tra gli emblemi monumentali di maggior rilievo figurano: il trecentesco castello, con caratteristici rostri e merli medievali, che ospitò, nel 1813, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SILVIOPELLICO'>Silvio Pellico</a> che ivi scrisse la “Francesca da Rimini”; la parrocchiale di Sant’Antonio Abate, di scuola scapitiana, bell’esempio di rococò piemontese; la chiesa di San Michele, denominata precedentemente oratorio degli Angeli; la torre di San Pietro, ciò che resta del campanile dell’antica abbazia cistercense; la chiesa di San Luigi Gonzaga, tipica espressione del barocco piemontese, costruita dall’architetto torinese Bernardo Vittone.

Economia

È sede di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione della vite, cereali, foraggi e con l’allevamento di avicoli e bovini. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, metallurgico, meccanico, della lavorazione del legno, della gomma e della plastica, del vetro, delle parti e accessori per autoveicoli, del tessile, delle confezioni e della produzione di macchine per l’agricoltura. Il terziario è il settore economico maggiormente sviluppato; si compone di una buona rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario, assicurativo e immobiliare. Tra le strutture sociali si segnala la presenza di una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente una biblioteca civica. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione della vite, cereali, foraggi e con l’allevamento di avicoli e bovini. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare, edile, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, della lavorazione del legno, della gomma e della plastica, del vetro, delle parti e accessori per autoveicoli, del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni e della produzione di macchine per l’agricoltura. Il terziario è il settore economico maggiormente sviluppato; si compone di una buona rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario, assicurativo e immobiliare. Tra le strutture sociali si segnala la presenza di una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente una biblioteca civica. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le strutture sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Le bellezze e la tranquillità dell’ambiente naturale, nonché le sue ricchezze architettoniche la rendono meta di un discreto afflusso turistico del fine settimana e della stagione estiva. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la fiera del tartufo “Trifola d’or”, a novembre che rappresenta un importante momento commerciale e turistico, attrazione per migliaia di visitatori, ristoratori e appassionati della buona tavola; nello stesso mese si svolge anche la “Giornata gastronomica”. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra la prima domenica di settembre.

Le bellezze e la tranquillità dell’ambiente naturale, nonché le sue ricchezze architettoniche la rendono meta di un discreto afflusso turistico del fine settimana e della stagione estiva. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate: la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FIERADELTARTUFO'>fiera del tartufo</a> “Trifola d’or”, a novembre che rappresenta un importante momento commerciale e turistico, attrazione per migliaia di visitatori, ristoratori e appassionati della buona tavola; nello stesso mese si svolge anche la “Giornata gastronomica”. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra la prima domenica di settembre.

Località

Bricco, Casa Battia, Case Bava, Case Cerrano, Case Ferreri, Case Toeri, Case Turini, Corteranzo, Fornace, Gallo, Pavone, Rivo, San Candido, Sorina

Bricco, Casa Battia, Case Bava, Case Cerrano, Case Ferreri, Case Toeri, Case Turini, Corteranzo, Fornace, Gallo, Pavone, Rivo, San Candido, Sorina

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Murisengo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.