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Descrizione

Comune di pianura, di origine medievale, ha un’economia basata prevalentemente sull’attività agricola, in particolar modo sulla produzione vitivinicola. I masiesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra la località Abazia, gli aggregati urbani minori Diridina, Montebro, Redabue, nonché numerose case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate: si raggiungono i 203 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia, sorge su un esiguo sperone delle colline che separano due corsi d’acqua. Lo stemma comunale, partito da un fiume sinuoso, azzurro, che si origina da un cantone dello scudo e termina in punta, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Vi si raffigura un ponte “al naturale”, accostato, ai lati, da due spighe d’oro in campo verde e da un ramo di vite fruttato su fondo amaranto.

Storia

Il toponimo, anch’esso di origine medievale, è attestato sin dall’889 come “Massius”, “Villa Masias”, “Masius”, “Maxus”, “Mascius”, “Maxius”, “Maxio”, “Maço”, “Mazo”, “Maxa” e “Maxia”, e sembra derivare dal latino MAN(S)UM, ‘dimora, cascinale’. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Nel 1190 i suoi abitanti si allearono con Alessandria e Asti, promettendosi reciproco aiuto in caso di attacchi bellici. A metà del XIII secolo, però, Asti intimò ad Alessandria di non acquistare alcun diritto sul borgo e nel 1218 acquistò, a sua volta, da varie famiglie locali, le loro quote giurisdizionali. Qualche anno dopo Bonifacio di Monferrato pretese la metà di pertinenza alessandrina, alimentando così ulteriori contrasti col centro astigiano, a cui il borgo rimase legato a lungo, finché non subentrarono le famiglie dei Civalieri di Quattordio e degli Olivazzi. Il suo emblema monumentale è la torre medievale, da poco restaurata e tornata all’originale imponenza. Di interesse storico-artistico sono anche la parrocchiale di San Dalmazzo, edificata in stile gotico nel XV secolo sui resti di un’antica struttura romanica, e il castello di Redabue, risalente al XII secolo, messo a ferro e fuoco da Facino Cane nel 1403 e rimaneggiato e restaurato più volte nel corso dei secoli.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario, la principale fonte di reddito della popolazione, è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, frumento, frutta e foraggi. Molto diffusa è la coltura della vite, dalla cui lavorazione nascono pregiati vini Doc. Si pratica anche l’allevamento di suini, avicoli e bovini. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da imprese di piccole dimensioni che operano nei comparti: alimentare, edile, meccanico, elettronico, metallurgico, della gomma e della plastica e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una discreta rete commerciale e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione per le classi materne ed elementari. Manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Base escursionistica del cosiddetto “Sentiero della Poiana”, percorso naturalistico del Wwf in collaborazione con le amministrazioni locali (attraverso cui è possibile visitare le pendici delle colline del Monferrato, la Valle del Tanaro, le vigne e gli antichi sentieri contadini), è meta di un discreto afflusso turistico. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni si segnalano: la “Festa d’la Culeina”, caratterizzata da due serate all’insegna della degustazione delle specialità locali, ad agosto; la castagnata, la festa dei vini e la “La festa della collina”, in cui si cena a base di pesce, agnolotti, braciolata e arrosti, a ottobre. La Patrona, Santa Maria Maddalena, si festeggia il 22 luglio. Ha dato i natali al soldato Giovanni Poggio, “l’uomo senza braccia”, medaglia d’oro nella campagna 1860, ricordato da Edmondo de Amicis.

Località

Abazia, Diridina, Montebro, Redabue

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Masio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.420
  • Lat 44° 52' 9,65'' 44.86934722
  • Long 8° 24' 22,47'' 8.40624167
  • CAP 15024
  • Prefisso 0131
  • Codice ISTAT 006091
  • Codice Catasto F015
  • Altitudine slm 142 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2528
  • Superficie 22.32 Km2
  • Densità 63,62 ab/Km2
  • Sismicità Zona 4
  • Alba 05:22
  • Tramonto 19:25
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