Descrizione

Comune di pianura, di presunta origine medievale, la cui economia si fonda sulla positiva compresenza di aziende operanti nei settori agricolo e industriale, che costituiscono le principali fonti di reddito della popolazione. I moscazzanesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località Colombare e San Donato, nonché in un numero poco rilevante di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che vanno da un minimo di 53 metri sul livello del mare ad un massimo di 75. Il capoluogo comunale, in forte espansione edilizia, presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale "partito", concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura su campo azzurro un castello rosso merlato alla guelfa e munito di una torre centrale. In ciascun campo della seconda parte, "troncata" d'argento e di rosso, si rappresenta una testa di grifo, smaltata di rosso nell'uno e d'argento nell'altro.

Comune di pianura, di presunta origine medievale, la cui economia si fonda sulla positiva compresenza di aziende operanti nei settori agricolo e industriale, che costituiscono le principali fonti di reddito della popolazione. I moscazzanesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale e, in minor misura, nelle località Colombare e San Donato, nonché in un numero poco rilevante di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che vanno da un minimo di 53 metri sul livello del mare ad un massimo di 75. Il capoluogo comunale, in forte espansione edilizia, presenta un andamento plano-altimetrico pianeggiante. Lo stemma comunale "partito", concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura su campo azzurro un castello rosso merlato alla guelfa e munito di una torre centrale. In ciascun campo della seconda parte, "troncata" d'argento e di rosso, si rappresenta una testa di grifo, smaltata di rosso nell'uno e d'argento nell'altro.

Storia

La diffusione dei culti di Santa Maria e San Pietro fa ipotizzare un'origine longobarda dell'insediamento; bisogna, tuttavia, attendere gli ultimi decenni del X secolo per la prima menzione del toponimo in una fonte documentaria. L'origine del nome potrebbe risalire al personale latino MUSCA. Le sue vicende storiche sono molto simili, nelle linee generali, a quelle degli altri borghi satelliti di Cremona, facenti parte della cosiddetta "Isola Fulcheria": feudo del vescovo cremonese, fu ceduta, nel corso del secolo undicesimo, al conte Ruggero di Bariano e, nei primi decenni del XIII secolo, alla famiglia Sommi di Cremona. Intorno alla metà del XV secolo, quando Venezia estese il suo dominio fino a comprendere Crema e i territori satelliti, passò sotto il controllo della Serenissima, fino alla fine del XVIII secolo, che vide la caduta della repubblica. Sullo scorcio del Medioevo, per la sua posizione geografica, fortemente strategica, fu trasformata in un borgo fortificato. Gli elementi di maggior spicco del patrimonio storico-artistico appartengono, senza alcun dubbio, all'architettura sacra: la parrocchiale, intitolata a San Pietro e databile al Settecento, l'oratorio di San Donato e quello della Madonna dei Prati. Particolare interesse rivestono alcune ville (villa Albergoni, villa Marazzi e villa Goppelli), che rappresentano le maggiori espressioni dell'edilizia monumentale civile sul territorio.

La diffusione dei culti di Santa Maria e San Pietro fa ipotizzare un'origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a> dell'insediamento; bisogna, tuttavia, attendere gli ultimi decenni del X secolo per la prima menzione del toponimo in una fonte documentaria. L'origine del nome potrebbe risalire al personale latino MUSCA. Le sue vicende storiche sono molto simili, nelle linee generali, a quelle degli altri borghi satelliti di Cremona, facenti parte della cosiddetta "Isola Fulcheria": feudo del vescovo cremonese, fu ceduta, nel corso del secolo undicesimo, al conte Ruggero di Bariano e, nei primi decenni del XIII secolo, alla famiglia Sommi di Cremona. Intorno alla metà del XV secolo, quando Venezia estese il suo dominio fino a comprendere Crema e i territori satelliti, passò sotto il controllo della Serenissima, fino alla fine del XVIII secolo, che vide la caduta della repubblica. Sullo scorcio del Medioevo, per la sua posizione geografica, fortemente strategica, fu trasformata in un borgo fortificato. Gli elementi di maggior spicco del patrimonio storico-artistico appartengono, senza alcun dubbio, all'architettura sacra: la parrocchiale, intitolata a San Pietro e databile al Settecento, l'oratorio di San Donato e quello della Madonna dei Prati. Particolare interesse rivestono alcune ville (villa Albergoni, villa Marazzi e villa Goppelli), che rappresentano le maggiori espressioni dell'edilizia monumentale civile sul territorio.

Economia

La comunità moscazzanese vive dei prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento: si coltivano cereali e foraggi e si allevano bovini, suini e, in misura minore, caprini e ovini. Piuttosto scarsa la presenza di attività industriali, che si limitano a pochi stabilimenti operanti nei comparti edile e metallurgico. Si registra, inoltre, la presenza di laboratori artigianali specializzati nella lavorazione di ceramiche artistiche. La rete commerciale risponde in maniera soddisfacente ai bisogni essenziali della comunità. Nelle scuole locali s'impartisce la sola istruzione primaria. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie di ogni tipo costringe la popolazione a spostarsi nei comuni vicini anche per i servizi di base, come la farmacia. Non si rileva inoltre la presenza di strutture sociali, quali case di riposo e asili nido, né di quelle riservate all'arricchimento e all'approfondimento culturale, con l'eccezione del servizio di biblioteca.

La comunità moscazzanese vive dei prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento: si coltivano cereali e foraggi e si allevano bovini, suini e, in misura minore, caprini e ovini. Piuttosto scarsa la presenza di attività industriali, che si limitano a pochi stabilimenti operanti nei comparti edile e metallurgico. Si registra, inoltre, la presenza di laboratori artigianali specializzati nella lavorazione di ceramiche artistiche. La rete commerciale risponde in maniera soddisfacente ai bisogni essenziali della comunità. Nelle scuole locali s'impartisce la sola istruzione primaria. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie di ogni tipo costringe la popolazione a spostarsi nei comuni vicini anche per i servizi di base, come la farmacia. Non si rileva inoltre la presenza di strutture sociali, quali case di riposo e asili nido, né di quelle riservate all'arricchimento e all'approfondimento culturale, con l'eccezione del servizio di biblioteca.

Relazioni

Può essere considerata una meta turistica per le attrattive naturalistiche di cui è dotata e che giustificano la sua appartenenza al Parco dell'Adda Sud. Intrattiene quotidianamente rapporti con i comuni del circondario, ai quali la popolazione si rivolge per il commercio e l'espletamento di pratiche burocratiche. La necessità di raggiungere i comuni vicini, per usufruire dei servizi non presenti sul posto, ha favorito la realizzazione di un sistema di collegamenti valido ed efficiente, agevolato dalle caratteristiche orografiche di questa parte della regione. Tra gli eventi che ricorrono annualmente si segnala "Luglio insieme", che consiste in una rassegna di spettacoli teatrali e musicali. La festa del Patrono, San Pietro, si celebra la seconda domenica di luglio. Il comune è gemellato, dal 1994, con francese Aiseray.

Può essere considerata una meta turistica per le attrattive naturalistiche di cui è dotata e che giustificano la sua appartenenza al Parco dell'Adda Sud. Intrattiene quotidianamente rapporti con i comuni del circondario, ai quali la popolazione si rivolge per il commercio e l'espletamento di pratiche burocratiche. La necessità di raggiungere i comuni vicini, per usufruire dei servizi non presenti sul posto, ha favorito la realizzazione di un sistema di collegamenti valido ed efficiente, agevolato dalle caratteristiche orografiche di questa parte della regione. Tra gli eventi che ricorrono annualmente si segnala "Luglio insieme", che consiste in una rassegna di spettacoli teatrali e musicali. La festa del Patrono, San Pietro, si celebra la seconda domenica di luglio. Il comune è gemellato, dal 1994, con francese Aiseray.

Località

Colombare, San Donato

Colombare, San Donato

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Moscazzano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.