Descrizione

Cittadina di origine medioevale, dal secondo dopoguerra ha assunto un aspetto industriale che ne fa uno dei poli più importanti del Valdarno. La comunità dei montevarchini, con un indice di vecchiaia molto superiore alla media, è distribuita in numerose località, quali: Caposelvi, Levane, Mercatale, Valdarno, Moncioni, Rendola, Ricasoli, Ventena, Sevanella. Negli anni '60 e '70 si è avuta una notevole espansione edilizia che ha visto il sorgere di abitazioni prevalentemente in condominio. Il paesaggio è costituito dalla vallata dell'Arno con le colline circostanti che presentano le caratteristiche tipiche della collina toscana, dominata dalla presenza di olivi e cipressi. Lo stemma civico di Montevarchi rappresenta un monte a sei colline, ovvio riferimento al nome del comune, sovrastato dal rastrello guarnito di tre gigli d'oro, detto "Capo d'Angiò". Questo simbolo veniva concesso a quelle famiglie e a quelle comunità che dimostravano fedeltà alla casa d'Angiò e alla parte guelfa. Anticamente la lega di Montevarchi portava nella bandiera la figura di un leone su un fondo cosparso di gigli a rievocare Firenze guelfa.  

Cittadina di origine medioevale, dal secondo dopoguerra ha assunto un aspetto industriale che ne fa uno dei poli più importanti del Valdarno. La comunità dei montevarchini, con un indice di vecchiaia molto superiore alla media, è distribuita in numerose località, quali: Caposelvi, Levane, Mercatale, Valdarno, Moncioni, Rendola, Ricasoli, Ventena, Sevanella. Negli anni '60 e '70 si è avuta una notevole espansione edilizia che ha visto il sorgere di abitazioni prevalentemente in condominio. Il paesaggio è costituito dalla vallata dell'Arno con le colline circostanti che presentano le caratteristiche tipiche della collina toscana, dominata dalla presenza di olivi e cipressi. Lo stemma civico di Montevarchi rappresenta un monte a sei colline, ovvio riferimento al nome del comune, sovrastato dal rastrello guarnito di tre gigli d'oro, detto "Capo d'Angiò". Questo simbolo veniva concesso a quelle famiglie e a quelle comunità che dimostravano fedeltà alla casa d'Angiò e alla parte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=TOS&parola=GUELFA'>guelfa</a>. Anticamente la lega di Montevarchi portava nella bandiera la figura di un leone su un fondo cosparso di gigli a rievocare Firenze <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=TOS&parola=GUELFA'>guelfa</a>.  

Storia

Sorse nel XII secolo attorno al castello di Monte Guarchi e già in questo periodo era un importante centro di scambi di prodotti agricoli e artigianali; la vivacità del commercio era favorita dall'ubicazione dell'insediamento e dalla facilità delle comunicazioni con Firenze e Arezzo. Nel XIII secolo esisteva un piccolo fortilizio in prossimità di una collinetta dove oggi sorge il convento dei Cappuccini. Dominata alternativamente dai fiorentini e dai conti Guidi passò definitivamente a Firenze nel 1237. Successivamente fu teatro di incursioni sanguinose per tutto il periodo a cavallo dei secoli XIII e XIV (più volte da parte di Arezzo, infine da parte di Arrigo VII). Nel 1338 la repubblica di Firenze decise di fortificarla perché troppo vulnerabile agli assalti degli incursori nemici. Sotto il governo dei fiorentini era a capo di una podesteria, trasformata nel 1774 in comunità, dalla quale sorse, dopo l'unità d'Italia, il comune attuale. I monumenti più interessanti sono il Cassero delle mura, il rinascimentale palazzo Alamanni, il palazzo Pretorio con gli stemmi del Podestà, la Collegiata, il bassorilievo robbiano all'interno del museo della Collegiata e il tempietto robbiano.  

Sorse nel XII secolo attorno al castello di Monte Guarchi e già in questo periodo era un importante centro di scambi di prodotti agricoli e artigianali; la vivacità del commercio era favorita dall'ubicazione dell'insediamento e dalla facilità delle comunicazioni con Firenze e Arezzo. Nel XIII secolo esisteva un piccolo fortilizio in prossimità di una collinetta dove oggi sorge il convento dei Cappuccini. Dominata alternativamente dai fiorentini e dai conti Guidi passò definitivamente a Firenze nel 1237. Successivamente fu teatro di incursioni sanguinose per tutto il periodo a cavallo dei secoli XIII e XIV (più volte da parte di Arezzo, infine da parte di Arrigo VII). Nel 1338 la repubblica di Firenze decise di fortificarla perché troppo vulnerabile agli assalti degli incursori nemici. Sotto il governo dei fiorentini era a capo di una podesteria, trasformata nel 1774 in comunità, dalla quale sorse, dopo l'unità d'Italia, il comune attuale. I monumenti più interessanti sono il Cassero delle mura, il rinascimentale palazzo Alamanni, il palazzo Pretorio con gli stemmi del Podestà, la Collegiata, il bassorilievo robbiano all'interno del museo della Collegiata e il tempietto robbiano.  

Economia

L'economia ha assistito a una radicale trasformazione: da prevalentemente agricolo ha assunto un carattere prettamente industriale, con ricchi complessi nei comparti siderurgico, metallurgico, edile, tessile nonché imprese manifatturiere del comparto calzaturiero, dell'abbigliamento, della lavorazione della pelle, dei prodotti chimici. Fa parte del distretto scolastico n. 28, con sede a S. Giovanni Valdarno. L'assistenza sanitaria è garantita dal locale ospedale, dalle strutture ambulatoriali e dal servizio di pronto intervento. Vi è un adeguato sistema di servizi e uffici che testimonia l'intraprendenza locale: accanto a quelli ordinari comunali, bancari e postali vi sono una casa di riposo e l'associazione Valdarnese dei genitori di ragazzi handicappati. Altri uffici presenti sono quelli dell'Associazione degli industriali di Arezzo, dell'Associazione provinciale dell'Artigianato, della Confederazione italiana degli agricoltori e della Confesercenti. Si registra la presenza degli uffici giudiziari e finanziari. Anche la cultura trova ampi spazi: alle strutture della scuola dell'obbligo si aggiungono il liceo scientifico, il liceo classico e l'istituto professionale per il commercio; all'interno della Collegiata è allestito un museo; va segnalata anche la presenza di una buona biblioteca e dell'emittente televisiva locale "TV1". Lo sport viene praticato nello stadio e nel circolo del tennis. Completa il panorama la presenza di qualche confortevole albergo e di esercizi di ristoro.  

L'economia ha assistito a una radicale trasformazione: da prevalentemente agricolo ha assunto un carattere prettamente industriale, con ricchi complessi nei comparti siderurgico, metallurgico, edile, tessile nonché imprese manifatturiere del comparto calzaturiero, dell'abbigliamento, della lavorazione della pelle, dei prodotti chimici. Fa parte del distretto scolastico n. 28, con sede a S. Giovanni Valdarno. L'assistenza sanitaria è garantita dal locale ospedale, dalle strutture ambulatoriali e dal servizio di pronto intervento. Vi è un adeguato sistema di servizi e uffici che testimonia l'intraprendenza locale: accanto a quelli ordinari comunali, bancari e postali vi sono una casa di riposo e l'associazione Valdarnese dei genitori di ragazzi handicappati. Altri uffici presenti sono quelli dell'Associazione degli industriali di Arezzo, dell'Associazione provinciale dell'Artigianato, della Confederazione italiana degli agricoltori e della Confesercenti. Si registra la presenza degli uffici giudiziari e finanziari. Anche la cultura trova ampi spazi: alle strutture della scuola dell'obbligo si aggiungono il liceo scientifico, il liceo classico e l'istituto professionale per il commercio; all'interno della Collegiata è allestito un museo; va segnalata anche la presenza di una buona biblioteca e dell'emittente televisiva locale "TV1". Lo sport viene praticato nello stadio e nel circolo del tennis. Completa il panorama la presenza di qualche confortevole albergo e di esercizi di ristoro.  

Relazioni

L'evoluzione sociale e culturale, da agricola in industriale, ha influenzato positivamente la vita della cittadina, che intrattiene vivaci scambi con il resto della Toscana e dell'Italia. Il luogo non presenta grandi attrattive per motivi di turismo ma particolarmente intensi sono i rapporti con i centri vicini per motivi di lavoro. Non ci sono tipiche feste religiose o sagre ma si può menzionare l'allestimento di una rievocazione storica che avviene la prima domenica di settembre. La festa in onore del Patrono San Lorenzo si celebra il 10 agosto. È gemellata: dal 1984 con Kitzingen (Germania); dal 1988 con Roanne (Francia); dal 1990 con Kanougon (Burkina Faso).  

L'evoluzione sociale e culturale, da agricola in industriale, ha influenzato positivamente la vita della cittadina, che intrattiene vivaci scambi con il resto della Toscana e dell'Italia. Il luogo non presenta grandi attrattive per motivi di turismo ma particolarmente intensi sono i rapporti con i centri vicini per motivi di lavoro. Non ci sono tipiche feste religiose o sagre ma si può menzionare l'allestimento di una rievocazione storica che avviene la prima domenica di settembre. La festa in onore del Patrono San Lorenzo si celebra il 10 agosto. È gemellata: dal 1984 con Kitzingen (Germania); dal 1988 con Roanne (Francia); dal 1990 con Kanougon (Burkina Faso).  

Località

Acquaborra-Caselle, Borro al Quercio, Caposelvi, Cappuccini, Casa al Piano, Crocefisso, Levane, Mercatale Valdarno, Moncioni, Monsorbi-Pettini, Noferi-Lavatoio, Pateresso, Poggio Cuccole, Poggio San Marco, Rendola, Ricasoli, San Marco, Ventena, Villaggio Selt

Acquaborra-Caselle, Borro al Quercio, Caposelvi, Cappuccini, Casa al Piano, Crocefisso, Levane, Mercatale Valdarno, Moncioni, Monsorbi-Pettini, Noferi-Lavatoio, Pateresso, Poggio Cuccole, Poggio San Marco, Rendola, Ricasoli, San Marco, Ventena, Villaggio Selt

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montevarchi rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.