Descrizione

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Palazzo; di origine medievale, fonda la sua economia sulle tradizionali attività agricole affiancate da modeste attività industriali. I montegiochesi, aventi un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si divide tra gli aggregati urbani minori di Fabbrica, Faravella, Montegioco, Piaggio, Pragasso, nonché poche case sparse. Il territorio, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da espansione edilizia, sorge sulla sommità di un colle che offre uno spettacolare panorama della val Grue. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca una banda ondata, azzurra, attraversata da un monte verde a tre cime e accostata, in un cantone del capo, da una spiga di grano fruttata e da un grappolo d’uva e, in un cantone della punta, da un castello turrito, rosso.

Piccola comunità, classificata “comune sparso” con sede in Palazzo; di origine medievale, fonda la sua economia sulle tradizionali attività agricole affiancate da modeste attività industriali. I montegiochesi, aventi un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto degli abitanti si divide tra gli aggregati urbani minori di Fabbrica, Faravella, Montegioco, Piaggio, Pragasso, nonché poche case sparse. Il territorio, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da espansione edilizia, sorge sulla sommità di un colle che offre uno spettacolare panorama della val Grue. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca una banda ondata, azzurra, attraversata da un monte verde a tre cime e accostata, in un cantone del capo, da una spiga di grano fruttata e da un grappolo d’uva e, in un cantone della punta, da un castello turrito, rosso.

Storia

Il toponimo è attestato, solo a partire dal 1257, attraverso le forme di “Monsiocum”, “Monsyochum” e “Monteiocho”, derivanti, molto probabilmente, da un’arbitraria alterazione, forse ipercorrettiva, di ‘Monte-giogo’, dall’unione di MONS e JOGUM. Le sue origini risalgono all’epoca medievale. Notizie certe riguardanti il suo insediamento si hanno dal 1152, anno in cui Baldobuono e Nantelmo di Montegioco cedettero a Santa Maria del Senatore parte della pigione di una casa. Il pontefice Alessandro III, attraverso una bolla papale datata 1180, confermò alla chiesa di Santa Maria del Foro il possesso dei beni lì posseduti. Nel 1312 venne inclusa nella pace stabilita tra guelfi e ghibellini ad opera di Guido e Mosca della Torre, i quali comandarono di consegnare loro sia il suo castello che il suo loco. Durante il XV secolo appartenne alla famiglia ghibellina degli Opizzoni, ma fino al 1566, anno in cui, resosi vacante il feudo, il borgo si riscattò mantenendo la sua autonomia per i successivi ottant’anni. Nel 1647 vi s’insediò la signoria dei marchesi Bussetti. Tra le vestigia del suo passato figurano: la parrocchiale dell’Assunta; un’abside romanica; l’antico castello, oggi abitazione privata, restaurato più volte e conservante un’antica torre merlata con strette aperture in stile neogotico; il seicentesco palazzo Bussetti, fatto costruire dall’omonima famiglia regnante localmente nel XVII secolo.

Il toponimo è attestato, solo a partire dal 1257, attraverso le forme di “Monsiocum”, “Monsyochum” e “Monteiocho”, derivanti, molto probabilmente, da un’arbitraria alterazione, forse ipercorrettiva, di ‘Monte-giogo’, dall’unione di MONS e JOGUM. Le sue origini risalgono all’epoca medievale. Notizie certe riguardanti il suo insediamento si hanno dal 1152, anno in cui Baldobuono e Nantelmo di Montegioco cedettero a Santa Maria del Senatore parte della pigione di una casa. Il pontefice Alessandro III, attraverso una bolla papale datata 1180, confermò alla chiesa di Santa Maria del Foro il possesso dei beni lì posseduti. Nel 1312 venne inclusa nella pace stabilita tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFI'>guelfi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINI'>ghibellini</a> ad opera di Guido e Mosca della Torre, i quali comandarono di consegnare loro sia il suo castello che il suo loco. Durante il XV secolo appartenne alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a> degli Opizzoni, ma fino al 1566, anno in cui, resosi vacante il feudo, il borgo si riscattò mantenendo la sua autonomia per i successivi ottant’anni. Nel 1647 vi s’insediò la signoria dei marchesi Bussetti. Tra le vestigia del suo passato figurano: la parrocchiale dell’Assunta; un’abside romanica; l’antico castello, oggi abitazione privata, restaurato più volte e conservante un’antica torre merlata con strette aperture in stile neogotico; il seicentesco palazzo Bussetti, fatto costruire dall’omonima famiglia regnante localmente nel XVII secolo.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, foraggi, uva, utilizzata per la produzione di vini Doc e Docg, e altra frutta. Accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di equini e suini. Il settore industriale, poco sviluppato, è costituito da piccole industrie che operano nei comparti della metallurgia, delle bevande e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione un campo da calcio e una piscina. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Dal punto di vista burocratico non si registrano particolari strutture: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si coltivano cereali, frumento, foraggi, uva, utilizzata per la produzione di vini Doc e Docg, e altra frutta. Accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di equini e suini. Il settore industriale, poco sviluppato, è costituito da piccole industrie che operano nei comparti della metallurgia, delle bevande e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Per lo sport e il tempo libero sono a disposizione un campo da calcio e una piscina. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Relazioni

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale ed effettuare piacevoli passeggiate nei dintorni, il cui sfruttamento può portare a un incremento del turismo. Non vi si svolgono significative manifestazioni culturali o ricreative che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra “Polenta e cinghiale”, il primo sabato di settembre. La Patrona, Santa Maria Assunta, si festeggia il 15 agosto. Il giorno di astensione dal lavoro viene stabilito dall’amministrazione comunale ogni anno in data diversa.

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale ed effettuare piacevoli passeggiate nei dintorni, il cui sfruttamento può portare a un incremento del turismo. Non vi si svolgono significative manifestazioni culturali o ricreative che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della sagra “Polenta e cinghiale”, il primo sabato di settembre. La Patrona, Santa Maria Assunta, si festeggia il 15 agosto. Il giorno di astensione dal lavoro viene stabilito dall’amministrazione comunale ogni anno in data diversa.

Località

Fabbrica, Faravella, Palazzo, Piaggio, Pragasso

Fabbrica, Faravella, Palazzo, Piaggio, Pragasso

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montegioco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.