Descrizione

Comune collinare di origine medievale, le cui principali risorse economiche sono costituite dall’agricoltura e dall’industria del mobile. La comunità dei monteciccardesi, che presenta un indice di vecchiaia compreso nei valori medi, si divide tra il capoluogo comunale, la località di Montegaudio, gli aggregati urbani elementari di Monte Santa Maria e Villa Betti nonché un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, solcato da numerosi corsi d’acqua, confina con un’isola amministrativa del comune di Montelabbate e con una del comune di Urbino. L’abitato è disposto con pianta allungata sulla sommità di un basso colle, che degrada dolcemente verso la fertile valle del fiume Foglia, ed è immerso in un paesaggio tranquillo e riposante, caratterizzato dal contrasto cromatico tra verdi pascoli e campi coltivati a cereali, biondeggianti di messi nella stagione calda e ombreggiati di tanto in tanto da solitarie querce. Sui poggi si scorgono inoltre piccole formazioni di vegetazione spontanea, che comprende varietà tipiche della macchia mediterranea, come il corbezzolo, il mirto, l’alloro e l’erica arborea, nonché specie quercine (diffusissima è la roverella). Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un cardo d’oro, munito di quattro foglie, fondato su un monte all’italiana a tre cime d’argento e accompagnato dalle lettere maiuscole M e S, iniziali di MONS SICCARDUS.

Comune collinare di origine medievale, le cui principali risorse economiche sono costituite dall’agricoltura e dall’industria del mobile. La comunità dei monteciccardesi, che presenta un indice di vecchiaia compreso nei valori medi, si divide tra il capoluogo comunale, la località di Montegaudio, gli aggregati urbani elementari di Monte Santa Maria e Villa Betti nonché un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, solcato da numerosi corsi d’acqua, confina con un’isola amministrativa del comune di Montelabbate e con una del comune di Urbino. L’abitato è disposto con pianta allungata sulla sommità di un basso colle, che degrada dolcemente verso la fertile valle del fiume Foglia, ed è immerso in un paesaggio tranquillo e riposante, caratterizzato dal contrasto cromatico tra verdi pascoli e campi coltivati a cereali, biondeggianti di messi nella stagione calda e ombreggiati di tanto in tanto da solitarie querce. Sui poggi si scorgono inoltre piccole formazioni di vegetazione spontanea, che comprende varietà tipiche della macchia mediterranea, come il corbezzolo, il mirto, l’alloro e l’erica arborea, nonché specie quercine (diffusissima è la roverella). Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un cardo d’oro, munito di quattro foglie, fondato su un monte all’italiana a tre cime d’argento e accompagnato dalle lettere maiuscole M e S, iniziali di MONS SICCARDUS.

Storia

È citata nel XIII secolo, insieme a Montegaudio e Monte Santa Maria, fra i castelli soggetti a Pesaro, di cui seguì le vicende storiche, passando dai Malatesta agli Sforza e successivamente ai Della Rovere. Dopo un lungo periodo di governo dei legati pontifici, inviati da Roma nel 1631, visse l’esperienza napoleonica della Repubblica Cisalpina del 1797 ma dopo la caduta del Regno Italico napoleonico tornò, come tutto il Pesarese, nell’orbita del dominio papale. In pieno clima risorgimentale fu travolta dagli avvenimenti nazionali che seguirono la conquista dello Stato Pontificio. Il toponimo, attestato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, è un composto di “monte” e di un nome di persona di origine non chiara. Il piccolo centro storico offre alcune interessanti testimonianze storico-artistiche del passato; tra queste spiccano un’antica tavola intitolata “La Madonna in trono con Bambino e Santi” –il dipinto, datato 1508, è custodito nella parrocchiale di San Sebastiano ed è attribuito a Bartolomeo di Gentile da Urbino– e il “conventino”, antico monastero appartenente alla congrega dei Servi di Maria che, con campanile e facciata dalle linee essenziali, si erge isolato a poca distanza dall’abitato.

È citata nel XIII secolo, insieme a Montegaudio e Monte Santa Maria, fra i castelli soggetti a Pesaro, di cui seguì le vicende storiche, passando dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a> agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=SFORZA'>Sforza</a> e successivamente ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a>. Dopo un lungo periodo di governo dei legati pontifici, inviati da Roma nel 1631, visse l’esperienza napoleonica della Repubblica Cisalpina del 1797 ma dopo la caduta del Regno Italico napoleonico tornò, come tutto il Pesarese, nell’orbita del dominio papale. In pieno clima risorgimentale fu travolta dagli avvenimenti nazionali che seguirono la conquista dello Stato Pontificio. Il toponimo, attestato nelle RATIONES DECIMARUM delle Marche, è un composto di “monte” e di un nome di persona di origine non chiara. Il piccolo centro storico offre alcune interessanti testimonianze storico-artistiche del passato; tra queste spiccano un’antica tavola intitolata “La Madonna in trono con Bambino e Santi” –il dipinto, datato 1508, è custodito nella parrocchiale di San Sebastiano ed è attribuito a Bartolomeo di Gentile da Urbino– e il “conventino”, antico monastero appartenente alla congrega dei Servi di Maria che, con campanile e facciata dalle linee essenziali, si erge isolato a poca distanza dall’abitato.

Economia

La zootecnia (si pratica l’allevamento bovino e suino) e l’agricoltura, con la coltivazione di foraggi e soprattutto uva da vino (la varietà nota come Sangiovese marchigiano dà un ottimo vino rosso), costituiscono tuttora una fondamentale fonte di reddito e di occupazione, malgrado la crisi progressiva che negli ultimi decenni ha interessato il settore primario. Fondamentale è anche l’apporto economico di alcune piccole imprese industriali, attive principalmente nei comparti del legno, del mobile, dei prodotti tessili e della lavorazione dei metalli. L’esiguità della rete commerciale e la mancanza di servizi privati qualificati, quali il credito e le assicurazioni, relegano invece il terziario in un ruolo poco significativo nell’ambito dell’economia locale. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, mostra qualche carenza nella dotazione di strutture e servizi di utilità sociale: è provvisto di scuole per l’istruzione primaria ma non dispone delle strutture normalmente preposte alla tutela e alla divulgazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei; per quanto attiene l’assistenza sanitaria, usufruisce della farmacia; l’apparato ricettivo è piuttosto ridotto: offre infatti possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

La zootecnia (si pratica l’allevamento bovino e suino) e l’agricoltura, con la coltivazione di foraggi e soprattutto uva da vino (la varietà nota come Sangiovese marchigiano dà un ottimo vino rosso), costituiscono tuttora una fondamentale fonte di reddito e di occupazione, malgrado la crisi progressiva che negli ultimi decenni ha interessato il settore primario. Fondamentale è anche l’apporto economico di alcune piccole imprese industriali, attive principalmente nei comparti del legno, del mobile, dei prodotti tessili e della lavorazione dei metalli. L’esiguità della rete commerciale e la mancanza di servizi privati qualificati, quali il credito e le assicurazioni, relegano invece il terziario in un ruolo poco significativo nell’ambito dell’economia locale. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, mostra qualche carenza nella dotazione di strutture e servizi di utilità sociale: è provvisto di scuole per l’istruzione primaria ma non dispone delle strutture normalmente preposte alla tutela e alla divulgazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei; per quanto attiene l’assistenza sanitaria, usufruisce della farmacia; l’apparato ricettivo è piuttosto ridotto: offre infatti possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Relazioni

Il quieto borgo medievale, fortemente legato alle consuetudini e alle cadenze tipiche dei piccoli insediamenti rurali, conserva un patrimonio di tradizioni particolarmente ricco, cui si connettono interessanti manifestazioni folcloristiche, vissute con grande partecipazione dall’intera comunità. Le principali occasioni di contatto con l’esterno sono però costituite soprattutto da eventi fieristici, quali il mercato del 15 maggio, che richiama acquirenti ed espositori dai vicini comuni, nonché la fiera di bestiame e artigianato tipico che vivacizza l’antico “conventino” dei Servi di Maria il Lunedì dell’Angelo. La festa del Patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Il quieto borgo medievale, fortemente legato alle consuetudini e alle cadenze tipiche dei piccoli insediamenti rurali, conserva un patrimonio di tradizioni particolarmente ricco, cui si connettono interessanti manifestazioni folcloristiche, vissute con grande partecipazione dall’intera comunità. Le principali occasioni di contatto con l’esterno sono però costituite soprattutto da eventi fieristici, quali il mercato del 15 maggio, che richiama acquirenti ed espositori dai vicini comuni, nonché la fiera di bestiame e artigianato tipico che vivacizza l’antico “conventino” dei Servi di Maria il Lunedì dell’Angelo. La festa del Patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

Località

Case la Valle, Monte Santa Maria, Montegaudio

Case la Valle, Monte Santa Maria, Montegaudio