Descrizione

Centro collinare risalente al Medioevo, la cui economia è ancora saldamente ancorata al settore primario: agricoltura, allevamento e silvicoltura rappresentano, infatti, le sue principali fonti di reddito. Circa la metà dei monticellani, che fanno registrare un indice di vecchiaia inferiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità risiede in case sparse e in numerosi aggregati urbani minori distribuiti sul territorio comunale. Quest’ultimo è circondato da una corona di monti ricoperti di lecci, ornielli e splendidi sughereti d’alto fusto, che si elevano al di sopra di un sottobosco di erica; è, inoltre, attraversato da numerosi corsi d’acqua, che, nella loro corsa verso il mare, dissetano vigne, frutteti e orti. L’abitato mantiene in parte le caratteristiche urbane medievali e sorge raccolto su un ripido sperone calcareo, che domina la piana di Fondi e dal quale lo sguardo è libero di spaziare sull’azzurra e opalescente superficie del mar Tirreno.

Centro collinare risalente al Medioevo, la cui economia è ancora saldamente ancorata al settore primario: agricoltura, allevamento e silvicoltura rappresentano, infatti, le sue principali fonti di reddito. Circa la metà dei monticellani, che fanno registrare un indice di vecchiaia inferiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità risiede in case sparse e in numerosi aggregati urbani minori distribuiti sul territorio comunale. Quest’ultimo è circondato da una corona di monti ricoperti di lecci, ornielli e splendidi sughereti d’alto fusto, che si elevano al di sopra di un sottobosco di erica; è, inoltre, attraversato da numerosi corsi d’acqua, che, nella loro corsa verso il mare, dissetano vigne, frutteti e orti. L’abitato mantiene in parte le caratteristiche urbane medievali e sorge raccolto su un ripido sperone calcareo, che domina la piana di Fondi e dal quale lo sguardo è libero di spaziare sull’azzurra e opalescente superficie del mar Tirreno.

Storia

Sul territorio comunale i romani sconfissero i sanniti nel 315 a.C. e, durante la seconda guerra punica (219-202 a.C.), riuscirono a bloccarvi Annibale. Le prime notizie certe sull’abitato si hanno a cominciare dal secolo XI, allorché il CASTRUM MONTICELLI viene citato in una donazione fatta da Leone, conte di Fondi, al vescovo di Terracina. Alla caduta dell’impero romano subì le invasioni dei longobardi e, in seguito, dei saraceni; per lunghi secoli seguì le sorti della contea di Fondi. Quando questa fu tolta ai Caetani, fautori dell’antipapa Clemente VII e responsabili dello scisma d’Occidente, per essere assegnata ai Colonna, anche il borgo seguì la stessa sorte. A causa della sua posizione ai confini tra lo Stato Pontificio ed il regno di Napoli, soffrì per lunghi anni il fenomeno del brigantaggio; l’ultima guarnigione borbonica lo abbandonò nel novembre del 1860. Il toponimo, che è stato Monticello fino al 1862 e Monte San Vito nell’anno successivo, è di chiara etimologia e si riferisce al Patrono. Fra le testimonianze storico-architettoniche figurano la parrocchiale di San Giovanni Battista, di origine medievale, con all’interno un trittico del XVI secolo del pittore Cristoforo Scacco, e i resti del castello, risalente probabilmente al XIII secolo. Nel territorio comunale si trovano anche le rovine di alcune costruzioni di epoca romana.

Sul territorio comunale i romani sconfissero i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANNITI'>sanniti</a> nel 315 a.C. e, durante la seconda guerra punica (219-202 a.C.), riuscirono a bloccarvi Annibale. Le prime notizie certe sull’abitato si hanno a cominciare dal secolo XI, allorché il CASTRUM MONTICELLI viene citato in una donazione fatta da Leone, conte di Fondi, al vescovo di Terracina. Alla caduta dell’impero romano subì le invasioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> e, in seguito, dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a>; per lunghi secoli seguì le sorti della contea di Fondi. Quando questa fu tolta ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CAETANI'>Caetani</a>, fautori dell’antipapa Clemente VII e responsabili dello scisma d’Occidente, per essere assegnata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a>, anche il borgo seguì la stessa sorte. A causa della sua posizione ai confini tra lo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=STATOPONTIFICIO'>Stato Pontificio</a> ed il regno di Napoli, soffrì per lunghi anni il fenomeno del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BRIGANTAGGIO'>brigantaggio</a>; l’ultima guarnigione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORBONICA'>borbonica</a> lo abbandonò nel novembre del 1860. Il toponimo, che è stato Monticello fino al 1862 e Monte San Vito nell’anno successivo, è di chiara etimologia e si riferisce al Patrono. Fra le testimonianze storico-architettoniche figurano la parrocchiale di San Giovanni Battista, di origine medievale, con all’interno un trittico del XVI secolo del pittore Cristoforo Scacco, e i resti del castello, risalente probabilmente al XIII secolo. Nel territorio comunale si trovano anche le rovine di alcune costruzioni di epoca romana.

Economia

Lo stile di vita tranquillo e l’attaccamento alle tradizioni non impediscono alla comunità di aprirsi agli stimoli del progresso. Il settore primario resta la principale risorsa economica locale: nella parte pianeggiante del territorio comunale si coltivano ortaggi, legumi e frutta (uva, arance) mentre la presenza, più in alto, di pascoli e boschi favorisce la pastorizia e la silvicoltura. L’industria è praticamente assente, ad eccezione di poche imprese di dimensione artigianale attive nei comparti alimentare, del legno, dei mobili e dell’edilizia. Tali attività economiche non riescono comunque ad assorbire tutta la manodopera disponibile, che è costretta a cercare lavoro altrove. Nel comune si trovano gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, una biblioteca comunale e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; la centrale operativa di continuità assistenziale di Latina e un consultorio provvedono all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo è in grado di fornire adeguata ospitalità.

Lo stile di vita tranquillo e l’attaccamento alle tradizioni non impediscono alla comunità di aprirsi agli stimoli del progresso. Il settore primario resta la principale risorsa economica locale: nella parte pianeggiante del territorio comunale si coltivano ortaggi, legumi e frutta (uva, arance) mentre la presenza, più in alto, di pascoli e boschi favorisce la pastorizia e la silvicoltura. L’industria è praticamente assente, ad eccezione di poche imprese di dimensione artigianale attive nei comparti alimentare, del legno, dei mobili e dell’edilizia. Tali attività economiche non riescono comunque ad assorbire tutta la manodopera disponibile, che è costretta a cercare lavoro altrove. Nel comune si trovano gli ordinari uffici municipali e postali, una stazione dei carabinieri, una biblioteca comunale e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; la centrale operativa di continuità assistenziale di Latina e un consultorio provvedono all’assistenza sanitaria; l’apparato ricettivo è in grado di fornire adeguata ospitalità.

Relazioni

Non è una meta turistica particolarmente ricercata anche se il territorio comunale, ricco di boschi, permette di effettuare belle escursioni a chi è in cerca di un rigenerante contatto con la natura lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. In diversi momenti dell’anno richiama un gran numero di visitatori dal circondario; assai rinomate sono la fiera di Sant’Innocenzo (25 ottobre) e la sagra del fico (terza domenica di agosto). La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio, con una solenne cerimonia in cui la statua del Santo viene portata in processione attraverso le strade dell’abitato; diversi giochi popolari e la possibilità di acquistare i genuini prodotti locali movimentano questa giornata di festa. È gemellata con Saint-Romain-le-Puy (Francia) dal 1986.

Non è una meta turistica particolarmente ricercata anche se il territorio comunale, ricco di boschi, permette di effettuare belle escursioni a chi è in cerca di un rigenerante contatto con la natura lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. In diversi momenti dell’anno richiama un gran numero di visitatori dal circondario; assai rinomate sono la fiera di Sant’Innocenzo (25 ottobre) e la sagra del fico (terza domenica di agosto). La festa del Patrono San Biagio si celebra il 3 febbraio, con una solenne cerimonia in cui la statua del Santo viene portata in processione attraverso le strade dell’abitato; diversi giochi popolari e la possibilità di acquistare i genuini prodotti locali movimentano questa giornata di festa. È gemellata con Saint-Romain-le-Puy (Francia) dal 1986.

Località

Ameroni, Col Cornacchia, Col di Riso, Farnete, Grotte, La Vecchia, Ponte San Marco, Valle Viola, Vetica

Ameroni, Col Cornacchia, Col di Riso, Farnete, Grotte, La Vecchia, Ponte San Marco, Valle Viola, Vetica

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monte San Biagio rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.