Descrizione

Comune collinare, di origine antica, ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da modeste iniziative industriali. I montafiesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si concentrano maggiormente nel capoluogo comunale e in case sparse; la restante parte risiede in pochissimi nuclei urbani minori e nella località Bagnasco. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate; vi si trova una sorgente denominata “fontana dello zolfo” o “di San Dionisio”: l’acqua fluisce perennemente da un terreno argilloso in quantità di oltre cinquecento litri all’ora in un prato presso il rio detto Bealera. L’abitato, che non mostra segni di espansione edilizia, è posto su un’altura dominata dai ruderi di un antico castello.

Comune collinare, di origine antica, ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da modeste iniziative industriali. I montafiesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si concentrano maggiormente nel capoluogo comunale e in case sparse; la restante parte risiede in pochissimi nuclei urbani minori e nella località Bagnasco. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate; vi si trova una sorgente denominata “fontana dello zolfo” o “di San Dionisio”: l’acqua fluisce perennemente da un terreno argilloso in quantità di oltre cinquecento litri all’ora in un prato presso il rio detto Bealera. L’abitato, che non mostra segni di espansione edilizia, è posto su un’altura dominata dai ruderi di un antico castello.

Storia

Il toponimo, la cui prima attestazione, “De Montafia”, è del 1191, sembrerebbe derivare da “montà” e ALPHAEUS, per cui il significato sarebbe ‘la salita di Alfeo’. Altri fanno derivare la denominazione da MELETUM o MARETUM, ‘luogo palustre’. Assegnato nel 988 da Ottone III a Manfredo di Vercelli, i signori di Montafia ne rimasero feudatari fino al 1557, dopo che nel 1268 il territorio era passato al vescovato di Torino. Nel 1577 il feudo fu avocato a sé da Emanuele Filiberto, ma pochi anni dopo Papa Gregorio XIII lo assegnò, unitamente al castello, al vescovo di Cervia; parte del feudo, tuttavia, tornò in proprietà della famiglia di Montafia nel momento in cui le figlie del conte Lodovico ottennero la separazione dell’allodiale dal feudo e la restituzione dei giardini. Successivamente si ebbe la signoria degli Sfrondati e, nel XVIII secolo, quella del principe Michele Imperiali che insieme alla moglie Irene ricostruì il castello. Del castello, eretto all’inizio dell’anno mille, quando il borgo si trasferì in collina per difendersi dagli attacchi nemici, non restano che pochi ruderi a testimoniare della passata grandezza di una delle più imponenti roccaforti dell’astigiano. Nel cimitero si trova la chiesa di San Martino, costruita tra la fine dell’XI e il XII secolo, che possiede un coro molto antico e alcuni affreschi della metà del XIV secolo, e uno del XVI secolo raffigurante “San Martino che dona il mantello al viandante”. La parrocchiale di San Dionigi, fatta ricostruire dalla principessa Irene Delfina Simiana di Pianezza all’inizio del Settecento, è in stile neoclassico a tre navate. Nella località di Bagnasco sorge la romanica chiesa di San Giorgio, a pianta basilicale a tre navate con tre absidi semicircolari e ingresso assiale in facciata, eretta tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo; nell’interno alcuni affreschi raffigurano due santi martiri, un Cristo e un San Michele Arcangelo.

Il toponimo, la cui prima attestazione, “De Montafia”, è del 1191, sembrerebbe derivare da “montà” e ALPHAEUS, per cui il significato sarebbe ‘la salita di Alfeo’. Altri fanno derivare la denominazione da MELETUM o MARETUM, ‘luogo palustre’. Assegnato nel 988 da Ottone III a Manfredo di Vercelli, i signori di Montafia ne rimasero feudatari fino al 1557, dopo che nel 1268 il territorio era passato al vescovato di Torino. Nel 1577 il feudo fu avocato a sé da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=EMANUELEFILIBERTO'>Emanuele Filiberto</a>, ma pochi anni dopo Papa Gregorio XIII lo assegnò, unitamente al castello, al vescovo di Cervia; parte del feudo, tuttavia, tornò in proprietà della famiglia di Montafia nel momento in cui le figlie del conte Lodovico ottennero la separazione dell’allodiale dal feudo e la restituzione dei giardini. Successivamente si ebbe la signoria degli Sfrondati e, nel XVIII secolo, quella del principe Michele Imperiali che insieme alla moglie Irene ricostruì il castello. Del castello, eretto all’inizio dell’anno mille, quando il borgo si trasferì in collina per difendersi dagli attacchi nemici, non restano che pochi ruderi a testimoniare della passata grandezza di una delle più imponenti roccaforti dell’astigiano. Nel cimitero si trova la chiesa di San Martino, costruita tra la fine dell’XI e il XII secolo, che possiede un coro molto antico e alcuni affreschi della metà del XIV secolo, e uno del XVI secolo raffigurante “San Martino che dona il mantello al viandante”. La parrocchiale di San Dionigi, fatta ricostruire dalla principessa Irene Delfina Simiana di Pianezza all’inizio del Settecento, è in stile neoclassico a tre navate. Nella località di Bagnasco sorge la romanica chiesa di San Giorgio, a pianta basilicale a tre navate con tre absidi semicircolari e ingresso assiale in facciata, eretta tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo; nell’interno alcuni affreschi raffigurano due santi martiri, un Cristo e un San Michele Arcangelo.

Economia

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli, che alimentano il comparto industriale alimentare. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese operanti nei comparti della lavorazione del legno, tessile, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, dei mobili e della metallurgia. Più numerose, seppure quasi sempre a conduzione individuale, risultano essere le imprese operanti nel comparto edile. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali annovera una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco e di stazione dei carabinieri. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli, che alimentano il comparto industriale alimentare. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese operanti nei comparti della lavorazione del legno, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, dei mobili e della metallurgia. Più numerose, seppure quasi sempre a conduzione individuale, risultano essere le imprese operanti nel comparto edile. È presente il servizio bancario. Tra le strutture sociali annovera una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non rappresenti una meta di notevole richiamo turistico, conserva comunque notevoli caratteristiche che le conferiscono un aspetto piacevole e interessante. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano manifestazioni di rilievo, fatta eccezione per la fiera che si tiene il giorno di Pasquetta. La festa del Patrono, San Dionigi, si celebra il 18 ottobre.

Sebbene non rappresenti una meta di notevole richiamo turistico, conserva comunque notevoli caratteristiche che le conferiscono un aspetto piacevole e interessante. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si segnalano manifestazioni di rilievo, fatta eccezione per la fiera che si tiene il giorno di Pasquetta. La festa del Patrono, San Dionigi, si celebra il 18 ottobre.

Località

Bagnasco, Bricco Miglino, Cascine Marco, Pessina, Val del Serro, Zolfo

Bagnasco, Bricco Miglino, Cascine Marco, Pessina, Val del Serro, Zolfo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montafia rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.