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Descrizione

Comune collinare, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha affiancato modeste iniziative industriali, alcune delle quali di lunga tradizione, come quella estrattiva del gesso; in crescita il turismo. I moncucchesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, numerosi aggregati urbani minori e moltissime case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. L’abitato, che non mostra segni di espansione edilizia, sorge in posizione elevata su una dorsale collinare che si dirama verso sud dalla cresta spartiacque fra il bacino del Po e quello del Tanaro.

Storia

Il toponimo risulta composto di “Monte” e CUCUS, che sta a indicare ‘tondeggiante’, mentre meno accreditata è la tesi che lo fa derivare dal personale romano COCCUS. La prima attestazione è documentata nella forma di “Monte Cucho” e risale al 998, e successivamente si evolve in “Muncucus” e “Moncucus”. Le più antiche tracce di insediamento si fanno risalire all’epoca preistorica e romana ma è solo nel Medioevo che l’abitato si sviluppa. Nel X secolo l’imperatore Ottone I fece atto di cessione del feudo in favore di Aimone, conte di Vercelli, e della sua famiglia che ne tenne il possesso fino al 1100, epoca in cui passò a un ramo dei Radicati che conservarono il dominio su di esso fino al XV secolo, ancorché in quegli anni avessero fatto atto di sottomissione al comune di Chieri prima e al marchesato di Monferrato in seguito. Passò ai Savoia nel 1631 con la pace di Cherasco e successivamente feudatari della località furono i Grisella di Rosignano, gli Scarampi di Monale, i Cardè, i Carron di San Tommaso, i Solaro di Govone e infine i Melano di Portula. Molto interessante sotto il profilo storico e archeologico è il castello dei Grisella, di epoca quattrocentesca: a pianta irregolare presenta una torre vicino all’entrata e altre opere difensive sul lato nord ovest. Rimaneggiato nel Settecento, conserva ancora in molte sue parti l’originario aspetto medievale. Non rimane purtroppo granché del vicino castello di Pogliano, ridotto a un rudere in seguito alle distruzioni dell’Ottocento, una parte del muro di cinta e una fossa utilizzata come cisterna. Di antiche origini è la parrocchiale di San Giovanni Battista situata sopra il bastione esterno eretto intorno al castello. All’interno degno di nota è un altare di epoca barocca, mentre la facciata dall’aspetto neoclassico risale al periodo ottocentesco. Vicino alla chiesa di San Michele, in stile barocco, sorge il campanile, che un tempo era la torre civica del posto.

Economia

Non è sede di altri uffici all’infuori di quelli deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Il settore primario è presente con la coltivazione di foraggi e frumento. Di particolare rilevanza è la viticoltura che consente la produzione dei vini Doc Malvasia e Freisa. Il tessuto industriale è costituito da piccole imprese operanti nei comparti dei prodotti genericamente alimentari, dell’estrazione della pietra, del legno, dei materiali da costruzione, metallurgico, meccanico ed edile. Modesta è la presenza del terziario: fatta eccezione per un’agenzia assicurativa, non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole del posto assicurano la frequenza delle sole classi elementari; per l’arricchimento culturale è presente il museo del gesso, che illustra, con attrezzi, fotografie e piantine, le diverse fasi di lavorazione in epoca preindustriale di questa pietra locale e i suoi vari impieghi nell’edilizia rurale del Basso Monferrato. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

La bella immagine che la località evoca, immersa nel verde di dolci colline, nonché le sue bellezze storico-architettoniche, la rendono una meta interessante per quanti amano la cultura e allo stesso tempo il paesaggio naturale. Rappresenta, pertanto, un luogo ideale dove rilassarsi, con gli anziani per le vie, il poco traffico, l’immersione nel panorama delle colline e dei campi circostanti. Non si segnalano manifestazioni culturali o ricreative di rilievo che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore della Beata Vergine Addolorata, si celebra il 19 settembre.

Località

Barbaso, Borelli, Bricco, Carossano, Moglia, Pogliano, Rivalta, San Giuseppe

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Moncucco Torinese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 883
  • Lat 45° 4' 0,97'' 45.06693611
  • Long 7° 55' 59,33'' 7.93314722
  • CAP 14024
  • Prefisso 011
  • Codice ISTAT 005070
  • Codice Catasto F343
  • Altitudine slm 403 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno
    E/2821
  • Superficie 14.36 Km2
  • Densità 61,49 ab/Km2
  • Sismicità Zona 4
  • Alba 04:47
  • Tramonto 20:05
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