Descrizione

“Comune sparso” con sede in Fornaci. Di origine antica, ha un’economia di tipo agricolo e industriale. I monastieresi, con un indice di vecchiaia nella media, sono distribuiti nel capoluogo comunale e nelle località Chiesa Vecchia, Pralongo, San Pietro Novello, Botter, Minuzzo, Osteria Moro, Pellin, Rosa, Trevisan, Trevisetto, oltre che in numerose case sparse. Il territorio, classidicato di pianura, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, in forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante, e si trova in riva al fiume Meolo. Lo stemma comunale, partito semitroncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nei tre campi in cui esso è suddiviso, smaltati di azzurro, di verde e di rosso, sono raffigurati, rispettivamente: l’abbazia benedettina del comune, argentata, tre spighe di grano d’oro e un monte a sei colli, verde, sovrastato da una croce latina e recante, nei colli di base, la parola PAX, in lettere maiuscole.

“Comune sparso” con sede in Fornaci. Di origine antica, ha un’economia di tipo agricolo e industriale. I monastieresi, con un indice di vecchiaia nella media, sono distribuiti nel capoluogo comunale e nelle località Chiesa Vecchia, Pralongo, San Pietro Novello, Botter, Minuzzo, Osteria Moro, Pellin, Rosa, Trevisan, Trevisetto, oltre che in numerose case sparse. Il territorio, classidicato di pianura, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, in forte espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante, e si trova in riva al fiume Meolo. Lo stemma comunale, partito semitroncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nei tre campi in cui esso è suddiviso, smaltati di azzurro, di verde e di rosso, sono raffigurati, rispettivamente: l’abbazia benedettina del comune, argentata, tre spighe di grano d’oro e un monte a sei colli, verde, sovrastato da una croce latina e recante, nei colli di base, la parola PAX, in lettere maiuscole.

Storia

Sembra avere origini romane, come confermano i diversi reperti archeologici rinvenuti nella zona, come monete, resti bronzei, pavimenti in coccio e embrici. Dal punto di vista amministrativo, appartenne, nel IX secolo, al Patriarca d’Aquilea, Valperto; feudatari furono, poi, i Da Romano. Nel 1388 passò sotto il dominio della repubblica di Venezia e dal 1449 fu di proprietà della famiglia veneta dei Barbo, un cui esponente, un certo Pietro, arrivò al soglio pontificio con il nome di Paolo II. Nel corso della sua storia subì la pestilenza del 1630, che fece molti morti, e i danni provocati dalla prima guerra mondiale, in particolare dai bombardamenti aerei e dalle artiglierie austro-ungariche. Ospitò i benedettini che qui fondarono un’abbazia, la quale ebbe una grande influenza temporale e spirituale su tutto il territorio, tanto che la sua giurisdizione fu oggetto di dure dispute fra Treviso e i patriarchi d’Aquilea. Del patrimonio storico, si conservano importanti edifici civili, come la settecentesca Villa Tramonti, che ospita adesso una casa di cura, Villa Albrizzi, ora casa colonica, e soprattutto Villa Ninni, costruita vicino al convento, che presenta parti dell’antico monastero, come affreschi, colonne e bifore terrate. Il più importante edificio religioso è la chiesa abbaziale, eretta nel Novecento, che custodisce pregevoli mosaici, opere di artisti moderni e resti della vecchia chiesa.

Sembra avere origini romane, come confermano i diversi reperti archeologici rinvenuti nella zona, come monete, resti bronzei, pavimenti in coccio e embrici. Dal punto di vista amministrativo, appartenne, nel IX secolo, al Patriarca d’Aquilea, Valperto; feudatari furono, poi, i Da Romano. Nel 1388 passò sotto il dominio della repubblica di Venezia e dal 1449 fu di proprietà della famiglia veneta dei Barbo, un cui esponente, un certo Pietro, arrivò al soglio pontificio con il nome di Paolo II. Nel corso della sua storia subì la pestilenza del 1630, che fece molti morti, e i danni provocati dalla prima guerra mondiale, in particolare dai bombardamenti aerei e dalle artiglierie austro-ungariche. Ospitò i benedettini che qui fondarono un’abbazia, la quale ebbe una grande influenza temporale e spirituale su tutto il territorio, tanto che la sua giurisdizione fu oggetto di dure dispute fra Treviso e i patriarchi d’Aquilea. Del patrimonio storico, si conservano importanti edifici civili, come la settecentesca Villa Tramonti, che ospita adesso una casa di cura, Villa Albrizzi, ora casa colonica, e soprattutto Villa Ninni, costruita vicino al convento, che presenta parti dell’antico monastero, come affreschi, colonne e bifore terrate. Il più importante edificio religioso è la chiesa abbaziale, eretta nel Novecento, che custodisce pregevoli mosaici, opere di artisti moderni e resti della vecchia chiesa.

Economia

è sede della Pro Loco. Una delle principali fonti di reddito della popolazione è l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, frumento, frutteti e viti, dalle quali si ricavano rinomati vini, come il Merlot, il Cabernet e il Raboso del Piave. Si pratica anche l’allevamento, soprattutto di bovini, suini e avicoli. Le industrie presenti operano nei comparti tessile, meccanico, calzaturiero, alimentare, dell’abbigliamento, cui si affiancano imprese impegnate nella lavorazione del legno e del vetro, nella realizzazione di materiali da costruzione e di articoli in pelle, nella fabbricazione di macchine per l’agricoltura e silvicoltura, nella trasformazione dei prodotti zootecnici; inoltre sono presenti aziende per la produzione lattiero-casearia. Il terziario comprende il servizio bancario. Tra i servizi pubblici, non si registra la presenza di particolari strutture sociali di rilievo o di strutture destinate alla promozione e conservazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione primaria e le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Infine, non si segnala la presenza di particolari strutture sportive e per il tempo libero; le strutture sanitarie comprendono una clinica.

è sede della Pro Loco. Una delle principali fonti di reddito della popolazione è l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, frumento, frutteti e viti, dalle quali si ricavano rinomati vini, come il Merlot, il Cabernet e il Raboso del Piave. Si pratica anche l’allevamento, soprattutto di bovini, suini e avicoli. Le industrie presenti operano nei comparti tessile, meccanico, calzaturiero, alimentare, dell’abbigliamento, cui si affiancano imprese impegnate nella lavorazione del legno e del vetro, nella realizzazione di materiali da costruzione e di articoli in pelle, nella fabbricazione di macchine per l’agricoltura e silvicoltura, nella trasformazione dei prodotti zootecnici; inoltre sono presenti aziende per la produzione lattiero-casearia. Il terziario comprende il servizio bancario. Tra i servizi pubblici, non si registra la presenza di particolari strutture sociali di rilievo o di strutture destinate alla promozione e conservazione del patrimonio culturale, quali biblioteche e musei. Nelle scuole locali si impartisce l’istruzione primaria e le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Infine, non si segnala la presenza di particolari strutture sportive e per il tempo libero; le strutture sanitarie comprendono una clinica.

Relazioni

È frequentata perché lungo i percorsi enologici. Vive rapporti intensi coi centri vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria, il commercio, il lavoro e l’espletamento di pratiche burocratiche, aiutata da un sistema valido e soddisfacente, grazie alle sue caratteristiche orografiche. Inoltre, è centro di richiamo per gli abitanti dei paesi limitrofi, grazie alle diverse manifestazioni che vi si organizzano; tra queste vanno ricordate: la tradizionale sagra del “Panevin”; la festa dei fiori, ad aprile, con mostra floro-vivaistica; la rassegna di pittura, a giugno; “l’estate in piazza”, con cabaret, musica e teatro, e la castagnata, a ottobre, con castagne e vino nuovo. Il Patrono, San Valentino, si festeggia il 14 febbraio.

È frequentata perché lungo i percorsi enologici. Vive rapporti intensi coi centri vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria, il commercio, il lavoro e l’espletamento di pratiche burocratiche, aiutata da un sistema valido e soddisfacente, grazie alle sue caratteristiche orografiche. Inoltre, è centro di richiamo per gli abitanti dei paesi limitrofi, grazie alle diverse manifestazioni che vi si organizzano; tra queste vanno ricordate: la tradizionale sagra del “Panevin”; la festa dei fiori, ad aprile, con mostra floro-vivaistica; la rassegna di pittura, a giugno; “l’estate in piazza”, con cabaret, musica e teatro, e la castagnata, a ottobre, con castagne e vino nuovo. Il Patrono, San Valentino, si festeggia il 14 febbraio.

Località

Chiesa Vecchia, Fornaci, Pralongo, San Pietro Novello

Chiesa Vecchia, Fornaci, Pralongo, San Pietro Novello

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monastier di Treviso rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.