Descrizione

Piccola comunità di montagna, di origine antica, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I monasterolesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; solo pochissimi risiedono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che partono da un minimo di 500 e arrivano a un massimo di 1.060 metri sul livello del mare. L’abitato è allungato alle pendici orientali dello spartiacque ed è caratterizzato da due borghi distinti: borgata Soprana e borgata Sottana.

Piccola comunità di montagna, di origine antica, la cui economia si basa sulle tradizionali attività rurali affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I monasterolesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, vivono quasi tutti nel capoluogo comunale; solo pochissimi risiedono in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che partono da un minimo di 500 e arrivano a un massimo di 1.060 metri sul livello del mare. L’abitato è allungato alle pendici orientali dello spartiacque ed è caratterizzato da due borghi distinti: borgata Soprana e borgata Sottana.

Storia

Il toponimo potrebbe essere collegato a “monasterium”, unito al suffisso diminutivale -OLUM, e segnala la presenza in passato di un insediamento claustrale. La più antica attestazione riporta “Monasteriolus”, poi “Monasteirolus”. Il determinante è connesso all’idronimo corrispondente. Le origini del borgo sono antiche: da alcune testimonianze rinvenute è emerso che fu abitata dai liguri montani epanteri e fu successivamente sottoposta al controllo romano. Entrò a far parte della diocesi e del comitato di Alba fino al 1142, quando passò al marchesato di Ceva che ne mantenne il controllo sino al suo confluire nel ducato di Savoia di cui seguì le successive vicende politico-amministrative. Con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane in periodo napoleonico, entrò definitivamente a far parte della diocesi di Mondovì e, nel 1859, di quella di Cuneo, circondario di Mondovì. Tra le testimonianze storico-architettoniche merita una citazione: l’antico castello, di cui rimane solo un’alta torre e pochi ruderi; la parrocchiale dei Santi Giacomo e Giovanni, a pianta a croce greca con abside semicircolare, quattro cappelle laterali e facciata in stile neoclassico; la cappella di San Rocco, all’interno della quale è presente una pregevole decorazione raffigurante gli appestati; la chiesa di San Bernardo, a pianta centrale, a navata unica con cappelle laterali, in stile barocco, fu parrocchia fino al primo anni del Novecento; la chiesa di Sant’Antonio Abate e San Giacomo Apostolo, a tre navate, con abside torre e cappelle, in stile rinascimentale, databile tra il XV e il XVI secolo. Degno di nota è, infine, il santuario di San Colombano, eretto nel XV secolo, sede dei monaci benedettini già dal XI-XIV secolo, formato da due corpi di epoca differente: un corpo a pianta quadrata, barocco (1645) nato quale corpo indipendente ed attualmente zona absidale, e un corpo longitudinale di datazione incerta, con campanile incorporato. Nel 1884 fu rifatto il porticato con tetto a vista dell’attuale facciata. Nella chiesa sono ancora visibili quadretti votivi.

Il toponimo potrebbe essere collegato a “monasterium”, unito al suffisso diminutivale -OLUM, e segnala la presenza in passato di un insediamento claustrale. La più antica attestazione riporta “Monasteriolus”, poi “Monasteirolus”. Il determinante è connesso all’idronimo corrispondente. Le origini del borgo sono antiche: da alcune testimonianze rinvenute è emerso che fu abitata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LIGURI'>liguri</a> montani epanteri e fu successivamente sottoposta al controllo romano. Entrò a far parte della diocesi e del comitato di Alba fino al 1142, quando passò al marchesato di Ceva che ne mantenne il controllo sino al suo confluire nel ducato di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> di cui seguì le successive vicende politico-amministrative. Con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane in periodo napoleonico, entrò definitivamente a far parte della diocesi di Mondovì e, nel 1859, di quella di Cuneo, circondario di Mondovì. Tra le testimonianze storico-architettoniche merita una citazione: l’antico castello, di cui rimane solo un’alta torre e pochi ruderi; la parrocchiale dei Santi Giacomo e Giovanni, a pianta a croce <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GRECA'>greca</a> con abside semicircolare, quattro cappelle laterali e facciata in stile neoclassico; la cappella di San Rocco, all’interno della quale è presente una pregevole decorazione raffigurante gli appestati; la chiesa di San Bernardo, a pianta centrale, a navata unica con cappelle laterali, in stile barocco, fu parrocchia fino al primo anni del Novecento; la chiesa di Sant’Antonio Abate e San Giacomo Apostolo, a tre navate, con abside torre e cappelle, in stile rinascimentale, databile tra il XV e il XVI secolo. Degno di nota è, infine, il santuario di San Colombano, eretto nel XV secolo, sede dei monaci benedettini già dal XI-XIV secolo, formato da due corpi di epoca differente: un corpo a pianta quadrata, barocco (1645) nato quale corpo indipendente ed attualmente zona absidale, e un corpo longitudinale di datazione incerta, con campanile incorporato. Nel 1884 fu rifatto il porticato con tetto a vista dell’attuale facciata. Nella chiesa sono ancora visibili quadretti votivi.

Economia

È sede di Pro Loco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un settore primario basato sulla produzione, seppur modesta, di foraggio, ortaggi, uva, castagne e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, fatta eccezione per una piccola impresa edile, data l’esiguità numerica della popolazione, costituita per lo più da anziani. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Non si annoverano strutture sociali di rilievo. Mancano scuole di ogni ordine e grado, nonché una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe, inoltre, la popolazione a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

È sede di Pro Loco. Il quadro economico non è dei più floridi: esso risente dell’impronta rurale della zona, con un settore primario basato sulla produzione, seppur modesta, di foraggio, ortaggi, uva, castagne e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, fatta eccezione per una piccola impresa edile, data l’esiguità numerica della popolazione, costituita per lo più da anziani. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Non si annoverano strutture sociali di rilievo. Mancano scuole di ogni ordine e grado, nonché una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe, inoltre, la popolazione a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Relazioni

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare belle e rilassanti passeggiate immerse nella natura, attraverso itinerari panoramici di notevole interesse. Intrattiene rapporti non molto rilevanti con i comuni limitrofi: a essi si rivolge, oltre che per gli scambi commerciali, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non vi si svolgono manifestazioni culturali o ricreative di rilievo.

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare belle e rilassanti passeggiate immerse nella natura, attraverso itinerari panoramici di notevole interesse. Intrattiene rapporti non molto rilevanti con i comuni limitrofi: a essi si rivolge, oltre che per gli scambi commerciali, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non vi si svolgono manifestazioni culturali o ricreative di rilievo.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monasterolo Casotto rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.