Descrizione

Comune di montagna, classificato “comune sparso” con sede in località Moggio di Sotto, di antiche origini, la cui economia si basa soprattutto sull’industria. I moggesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale –Moggio di Sotto–, numerose case sparse e le località Moggio di Sopra, Dordolla, Campiolo, Chiaranda, Grauzaria, Pradis e Saps. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 2.279 metri del monte Creta di Aip. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, domina l’immagine di una quercia posta su un monte roccioso a tre cime e accompagnata, ai lati, da due gigli araldici d’argento.

Comune di montagna, classificato “comune sparso” con sede in località Moggio di Sotto, di antiche origini, la cui economia si basa soprattutto sull’industria. I moggesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale –Moggio di Sotto–, numerose case sparse e le località Moggio di Sopra, Dordolla, Campiolo, Chiaranda, Grauzaria, Pradis e Saps. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 2.279 metri del monte Creta di Aip. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, domina l’immagine di una quercia posta su un monte roccioso a tre cime e accompagnata, ai lati, da due gigli araldici d’argento.

Storia

Abitata probabilmente già dai celti, registrò in seguito stanziamenti di romani, di cui sono pervenute varie testimonianze. Il toponimo, che compare per la prima volta, come Mosniz, in un documento del secolo XI, deriva dallo sloveno “muza”, ‘palude’, forse attraverso una forma con il suffisso diminutivo –ica. Possedimento patriarcale, ha seguito le vicende della locale abbazia, che, nel Medioevo, estese la propria giurisdizione su buona parte dei territori circostanti, divenendo il centro politico di un vasto feudo. Il monastero moggese, dopo aver raggiunto il massimo splendore tra il XIII e il XIV secolo, nel Trecento fu coinvolto in aspre lotte con le comunità vicine e con i conti di Gorizia, preoccupati del grande potere conquistato dagli abati. Il declino del cenobio, iniziato nel Quattrocento, si accentuò nel secolo successivo, a causa dei continui saccheggi da parte delle truppe veneziane e imperiali, che si fronteggiavano nelle valli dell’Aupa e del Fella. La situazione peggiorò ulteriormente durante la dominazione veneziana, portando il senato veneto a sopprimere il potere temporale dell’abate. Venduta, nella seconda metà del Settecento, ai signori Mangili e Leoni, dopo la parentesi napoleonica tornò sotto gli austriaci, il cui dominio si protrasse fino all’annessione al Regno d’Italia, nel 1866. Notevoli sono stati i danni causati dai terremoti del 1976. Del complesso abbaziale degni di nota sono: il campanile e la settecentesca chiesa di San Carlo Borromeo, in cui si possono ammirare il battistero, del XII secolo, e l’annesso chiostro, del Cinquecento. Interessanti dal punto di vista storico-architettonico sono anche: le chiese di Santo Spirito e della Trasfigurazione e la seicentesca colonna della berlina, alla quale venivano legati i condannati al pubblico scherno.

Abitata probabilmente già dai celti, registrò in seguito stanziamenti di romani, di cui sono pervenute varie testimonianze. Il toponimo, che compare per la prima volta, come Mosniz, in un documento del secolo XI, deriva dallo sloveno “muza”, ‘palude’, forse attraverso una forma con il suffisso diminutivo –ica. Possedimento patriarcale, ha seguito le vicende della locale abbazia, che, nel Medioevo, estese la propria giurisdizione su buona parte dei territori circostanti, divenendo il centro politico di un vasto feudo. Il monastero moggese, dopo aver raggiunto il massimo splendore tra il XIII e il XIV secolo, nel Trecento fu coinvolto in aspre lotte con le comunità vicine e con i conti di Gorizia, preoccupati del grande potere conquistato dagli abati. Il declino del cenobio, iniziato nel Quattrocento, si accentuò nel secolo successivo, a causa dei continui saccheggi da parte delle truppe veneziane e imperiali, che si fronteggiavano nelle valli dell’Aupa e del Fella. La situazione peggiorò ulteriormente durante la dominazione veneziana, portando il senato veneto a sopprimere il potere temporale dell’abate. Venduta, nella seconda metà del Settecento, ai signori Mangili e Leoni, dopo la parentesi napoleonica tornò sotto gli austriaci, il cui dominio si protrasse fino all’annessione al Regno d’Italia, nel 1866. Notevoli sono stati i danni causati dai terremoti del 1976. Del complesso abbaziale degni di nota sono: il campanile e la settecentesca chiesa di San Carlo Borromeo, in cui si possono ammirare il battistero, del XII secolo, e l’annesso chiostro, del Cinquecento. Interessanti dal punto di vista storico-architettonico sono anche: le chiese di Santo Spirito e della Trasfigurazione e la seicentesca colonna della berlina, alla quale venivano legati i condannati al pubblico scherno.

Economia

È sede della stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla coltivazione di cereali, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Sviluppata è l’industria cartaria, affiancata da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, meccanico, dell’abbigliamento, del legno e della produzione di mobili. È presente il servizio bancario; una rete distributiva, di dimensioni modeste, completa il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

È sede della stazione dei carabinieri. L’agricoltura, basata essenzialmente sulla coltivazione di cereali, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Sviluppata è l’industria cartaria, affiancata da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), edile, meccanico, dell’abbigliamento, del legno e della produzione di mobili. È presente il servizio bancario; una rete distributiva, di dimensioni modeste, completa il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, effettuando interessanti escursioni lungo i sentieri che si aprono tra i monti circostanti. È abbastanza frequentata per lavoro, grazie alla presenza delle industrie. Tra gli eventi ricorrenti meritano di essere citati: la festa alpina al rifugio Grauzaria; il carnevale; il tradizionale mercato di San Giuseppe; la Via Crucis del venerdì Santo; il fuoco di San Pietro; la festa scarpona; la manifestazione “Gnotz a muec”, con mostre, spettacoli, teatro, ecc.; il ferragosto moggese, la festa solenne di San Gallo; il mercatino di Natale e il “Concerto di Natale in Abbazia”. La festa della Patrona, la Madonna della Salute, si celebra il 21 novembre, con un mercato.

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, effettuando interessanti escursioni lungo i sentieri che si aprono tra i monti circostanti. È abbastanza frequentata per lavoro, grazie alla presenza delle industrie. Tra gli eventi ricorrenti meritano di essere citati: la festa alpina al rifugio Grauzaria; il carnevale; il tradizionale mercato di San Giuseppe; la Via Crucis del venerdì Santo; il fuoco di San Pietro; la festa scarpona; la manifestazione “Gnotz a muec”, con mostre, spettacoli, teatro, ecc.; il ferragosto moggese, la festa solenne di San Gallo; il mercatino di Natale e il “Concerto di Natale in Abbazia”. La festa della Patrona, la Madonna della Salute, si celebra il 21 novembre, con un mercato.

Località

Campiolo, Chiaranda, Dordolla, Grauzaria, Moggio, Moggio di Sopra, Moggio di Sotto, Monte Sernio, Ovedasso, Pradis, Saps

Campiolo, Chiaranda, Dordolla, Grauzaria, Moggio, Moggio di Sopra, Moggio di Sotto, Monte Sernio, Ovedasso, Pradis, Saps

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Moggio Udinese rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.