Descrizione

Comune collinare, di probabili origini medievali, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I magnanesi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Borgo Zurini. Il territorio ha un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte settentrionale. L’abitato, immerso nel verde, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un albero di rovere d’oro radicato sulla verde terrazza e sormontato da tre stelle d’argento a cinque raggi.

Comune collinare, di probabili origini medievali, la cui economia si basa sull’agricoltura e sull’industria. I magnanesi, che presentano un indice di vecchiaia molto elevato, sono quasi tutti distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e la località Borgo Zurini. Il territorio ha un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte settentrionale. L’abitato, immerso nel verde, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un albero di rovere d’oro radicato sulla verde terrazza e sormontato da tre stelle d’argento a cinque raggi.

Storia

Citata per la prima volta in un documento del XIII secolo, deriva il toponimo dal personale latino MANIUS, con l’aggiunta del suffisso –anus, indicante appartenenza. La specificazione “in Riviera” allude alla dislocazione dell’abitato lungo le pendici del monte Faeit. La sua storia si è strettamente intrecciata con quella di Gemona del Friuli. Dotata di un castello, verso la metà del Duecento fu infeudata dal patriarca di Aquileia a un ramo dei signori gemonesi, i di Prampero, che ben presto si impadronirono di importanti punti strategici della regione. Il locale fortilizio, conquistato dai gemonesi all’inizio del XV secolo, fu poco dopo saccheggiato dalle milizie veneziane e incendiato, nel Cinquecento, nel corso della rivolta contadina del “giovedì grasso”, che vide contrapposte le fazioni udinesi degli Strumieri, capeggiati dalla nobile famiglia dei Della Torre, e degli Zamberlani, guidati dai Savorgnan. Riedificato, l’edificio appartenne ai di Prampero fino all’Ottocento. Dopo il declino della repubblica veneta, sancito dalla pace di Campoformio, del 1797, fu occupata dalle truppe napoleoniche, passando poi sotto il dominio austriaco, protrattosi fino al termine della terza guerra d’indipendenza, nel 1866, quando venne annessa al regno d’Italia. Ai momenti drammatici vissuti durante i due conflitti mondiali si aggiunsero le devastazioni provocate dal terremoto del maggio del 1976, che la ridusse a un cumulo di macerie, facendola rientrare nell’elenco dei comuni disastrati. A causa del sisma il patrimonio storico-architettonico, che comprendeva, tra l’altro, il castello dei di Prampero, è andato perduto.

Citata per la prima volta in un documento del XIII secolo, deriva il toponimo dal personale latino MANIUS, con l’aggiunta del suffisso –anus, indicante appartenenza. La specificazione “in Riviera” allude alla dislocazione dell’abitato lungo le pendici del monte Faeit. La sua storia si è strettamente intrecciata con quella di Gemona del Friuli. Dotata di un castello, verso la metà del Duecento fu infeudata dal patriarca di Aquileia a un ramo dei signori gemonesi, i di Prampero, che ben presto si impadronirono di importanti punti strategici della regione. Il locale fortilizio, conquistato dai gemonesi all’inizio del XV secolo, fu poco dopo saccheggiato dalle milizie veneziane e incendiato, nel Cinquecento, nel corso della rivolta contadina del “giovedì grasso”, che vide contrapposte le fazioni udinesi degli Strumieri, capeggiati dalla nobile famiglia dei Della Torre, e degli Zamberlani, guidati dai Savorgnan. Riedificato, l’edificio appartenne ai di Prampero fino all’Ottocento. Dopo il declino della repubblica veneta, sancito dalla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=PACEDICAMPOFORMIO'>pace di Campoformio</a>, del 1797, fu occupata dalle truppe napoleoniche, passando poi sotto il dominio austriaco, protrattosi fino al termine della terza guerra d’indipendenza, nel 1866, quando venne annessa al regno d’Italia. Ai momenti drammatici vissuti durante i due conflitti mondiali si aggiunsero le devastazioni provocate dal terremoto del maggio del 1976, che la ridusse a un cumulo di macerie, facendola rientrare nell’elenco dei comuni disastrati. A causa del sisma il patrimonio storico-architettonico, che comprendeva, tra l’altro, il castello dei di Prampero, è andato perduto.

Economia

Non è sede di particolari uffici, fatta eccezione per quelli destinati alle attività municipali e postali; sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, foraggi, ortaggi, uve e frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’altra fonte di reddito, l’industria, è presente con i comparti lattiero-caseario, chimico, edile, metalmeccanico, tessile, del legno, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di mobili, della gioielleria e oreficeria. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di un certo rilievo. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche la locale emittente radiotelevisiva. Le strutture ricettive, oltre alla ristorazione, offrono una buona possibilità di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Non è sede di particolari uffici, fatta eccezione per quelli destinati alle attività municipali e postali; sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, foraggi, ortaggi, uve e frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’altra fonte di reddito, l’industria, è presente con i comparti lattiero-caseario, chimico, edile, metalmeccanico, tessile, del legno, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di mobili, della gioielleria e oreficeria. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni modeste ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non dispone di strutture sociali, sportive e per il tempo libero di un certo rilievo. È possibile frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche la locale emittente radiotelevisiva. Le strutture ricettive, oltre alla ristorazione, offrono una buona possibilità di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, a contatto diretto con la natura. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza delle industrie, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto rilevanti con il circondario, cui la popolazione si rivolge per motivi di studio e per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa patronale si celebra in occasione della ricorrenza della Santissima Trinità.

Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, a contatto diretto con la natura. Abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza delle industrie, che consentono un buon assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti non molto rilevanti con il circondario, cui la popolazione si rivolge per motivi di studio e per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa patronale si celebra in occasione della ricorrenza della Santissima Trinità.

Località

Borgo Zurini

Borgo Zurini

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Magnano in Riviera rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.