Descrizione

Piccola comunità collinare, di probabile origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole. I levicesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche in numerosissime case sparse nonché nel nucleo urbano minore di Barbaià. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che partono da un minimo di 269 e arrivano a un massimo di 809 metri sul livello del mare. L’abitato sorge in posizione elevata.

Piccola comunità collinare, di probabile origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole. I levicesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche in numerosissime case sparse nonché nel nucleo urbano minore di Barbaià. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che partono da un minimo di 269 e arrivano a un massimo di 809 metri sul livello del mare. L’abitato sorge in posizione elevata.

Storia

Secondo qualche studioso il toponimo continua il nome personale LAEVICUS che riprende il nome etnico dei liguri “Laevi”. La documentazione medievale riporta nel 991 “Levesj” e continua con “Leves”. Fu, per concessione dell’imperatore Federico I, feudo dei marchesi di Savona; passò in seguito ai Del Carretto e quindi a un ramo della stessa famiglia, i marchesi di Bruneto, il cui capostipide, Ludovico, nel 1431 sottomise il suo feudo ai duchi di Milano. Nel 1522 il suo primogenito ebbe l’investitura del territorio dal duca Francesco II Sforza al quale i Del Carretto mantennero subordinata la propria signoria. Fu Anna del Carretto a portare in dote il feudo di Levice a Galeazzo Scarampi. Sotto il profilo storico-architettonico merita una menzione il castello, appartenuto ai Del Carretto, di cui non rimangono che pochi ruderi. Degna di nota è anche la parrocchiale di Sant’Antonio, risalente al 1002, risultato di una ricostruzione completa operata nel 1766 in linee tardo-barocche, con profilo a capanna che indica la struttura interna a tre navate. Nel territorio comunale si trovano, inoltre, diverse cappelle campestri. Di maggiore interesse è quella dedicata a San Rocco, all’incrocio tra la strada che porta al fondovalle Bormida e quella che collega Bergolo con Prunetto.

Secondo qualche studioso il toponimo continua il nome personale LAEVICUS che riprende il nome etnico dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LIGURI'>liguri</a> “Laevi”. La documentazione medievale riporta nel 991 “Levesj” e continua con “Leves”. Fu, per concessione dell’imperatore Federico I, feudo dei marchesi di Savona; passò in seguito ai Del Carretto e quindi a un ramo della stessa famiglia, i marchesi di Bruneto, il cui capostipide, Ludovico, nel 1431 sottomise il suo feudo ai duchi di Milano. Nel 1522 il suo primogenito ebbe l’investitura del territorio dal duca Francesco II <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SFORZA'>Sforza</a> al quale i Del Carretto mantennero subordinata la propria signoria. Fu Anna del Carretto a portare in dote il feudo di Levice a Galeazzo Scarampi. Sotto il profilo storico-architettonico merita una menzione il castello, appartenuto ai Del Carretto, di cui non rimangono che pochi ruderi. Degna di nota è anche la parrocchiale di Sant’Antonio, risalente al 1002, risultato di una ricostruzione completa operata nel 1766 in linee tardo-barocche, con profilo a capanna che indica la struttura interna a tre navate. Nel territorio comunale si trovano, inoltre, diverse cappelle campestri. Di maggiore interesse è quella dedicata a San Rocco, all’incrocio tra la strada che porta al fondovalle Bormida e quella che collega Bergolo con Prunetto.

Economia

Non è sede di altri uffici all’infuori di quelli deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si coltivano soprattutto cereali, frumento, foraggi e frutta (nocciole); si pratica anche l’allevamento di bovini suini, ovini, caprini e avicoli. Non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, data l’esiguità numerica della popolazione costituita per lo più da anziani, fatta eccezione per una piccola impresa edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle soli classi materne ed elementari; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Il settore della ricettività turistica offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; l’assenza di una farmacia costringe i levicesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Non è sede di altri uffici all’infuori di quelli deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Nell’economia locale il settore primario conserva un ruolo importante: si coltivano soprattutto cereali, frumento, foraggi e frutta (nocciole); si pratica anche l’allevamento di bovini suini, ovini, caprini e avicoli. Non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, data l’esiguità numerica della popolazione costituita per lo più da anziani, fatta eccezione per una piccola impresa edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti: la rete distributiva, di cui si compone, assicura il soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità ma non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle soli classi materne ed elementari; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Il settore della ricettività turistica offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno; l’assenza di una farmacia costringe i levicesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Relazioni

Anche se la penuria di strutture e servizi atti a rendere gradevoli la sosta o il soggiorno penalizzano la sua capacità di attrazione, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale che la circonda potrebbero costituire un’efficace motivo di richiamo. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni del circondario: la popolazione vi si rivolge, oltre che per gli scambi commerciali e il completamento degli studi scolastici, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Anche se la penuria di strutture e servizi atti a rendere gradevoli la sosta o il soggiorno penalizzano la sua capacità di attrazione, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale che la circonda potrebbero costituire un’efficace motivo di richiamo. Intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni del circondario: la popolazione vi si rivolge, oltre che per gli scambi commerciali e il completamento degli studi scolastici, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche e servizi in genere. Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, si celebra il 17 gennaio.

Località

Barbaià, Veri

Barbaià, Veri

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Levice rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.