Descrizione

Comune di montagna, di antiche origini, classificato “comune sparso” con sede in località Vedronza, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza industriale. I luseverani, che parlano lo sloveno, oltre l’italiano, e hanno un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono distribuiti tra l’omonima località e Cesariis, Micottis, Pradielis, Villanova e Musi. Attraversato dal torrente Torre, il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.866 metri del monte Zaiaur. L’abitato è interessato da una forte crescita edilizia; immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigurano due versanti rupestri verdi (simbolo della valle del Torre), declivi in banda e in sbarra, riuniti da una catena montuosa innevata di bianco (simbolo dei monti Musi); il tutto è sormontato da un ramo di tiglio posto in palo, munito di foglie verdi e frutti dorati e accompagnato da due stelle, anch’esse d’oro.

Comune di montagna, di antiche origini, classificato “comune sparso” con sede in località Vedronza, che alle tradizionali attività agricole ha affiancato una modesta presenza industriale. I luseverani, che parlano lo sloveno, oltre l’italiano, e hanno un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono distribuiti tra l’omonima località e Cesariis, Micottis, Pradielis, Villanova e Musi. Attraversato dal torrente Torre, il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate: si raggiungono i 1.866 metri del monte Zaiaur. L’abitato è interessato da una forte crescita edilizia; immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo rosso dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigurano due versanti rupestri verdi (simbolo della valle del Torre), declivi in banda e in sbarra, riuniti da una catena montuosa innevata di bianco (simbolo dei monti Musi); il tutto è sormontato da un ramo di tiglio posto in palo, munito di foglie verdi e frutti dorati e accompagnato da due stelle, anch’esse d’oro.

Storia

Abitata fin da epoche remote da popolazioni euganee, registrò in seguitò stanziamenti di celti, romani e longobardi. Il toponimo, in sloveno Bardo, è attestato nella forma attuale già nel XII secolo; le sue origini sono incerte: riportato da alcuni al termine sloveno “luza”, ‘pozzanghera, pantano’, viene da altri fatto derivare dal latino LUCIFERA, che significa ‘posta a oriente’. Piuttosto fantasiosa appare l’ipotesi popolare secondo la quale il nome del borgo andrebbe riportato a Giulio Cesare che, scorgendo un lume lontano, avrebbe esclamato “LUX VERA!”, ossia ‘luce vera’. Al pari degli altri territori delle vallate del Torre, nel corso dei secoli ha seguito le vicende di Tarcento. Divisa, sul finire del Trecento, tra i conti di Gorizia, cui apparteneva Villanova, e la potente famiglia tarcentina dei Frangipane, fu poi riunita in un’unica comunità, amministrata da un podestà. Nella prima metà del XV secolo, col resto del Friuli, fu conquistata dalla repubblica veneta, la cui signoria si protrasse fino alla pace di Campoformio, del 1797. Dopo la parentesi napoleonica tornò sotto il dominio austriaco e venne annessa al regno d’Italia al termine della terza guerra d’indipendenza, nel 1866. Nel 1871 fu eretto il Comune, che da allora registrò un progressivo calo demografico. Ingenti sono stati i danni provocati dal terremoto del 1976. Del patrimonio storico-architettonico di un tempo non resta praticamente nulla, all’infuori di una torre campanaria.

Abitata fin da epoche remote da popolazioni euganee, registrò in seguitò stanziamenti di celti, romani e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>. Il toponimo, in sloveno Bardo, è attestato nella forma attuale già nel XII secolo; le sue origini sono incerte: riportato da alcuni al termine sloveno “luza”, ‘pozzanghera, pantano’, viene da altri fatto derivare dal latino LUCIFERA, che significa ‘posta a oriente’. Piuttosto fantasiosa appare l’ipotesi popolare secondo la quale il nome del borgo andrebbe riportato a Giulio Cesare che, scorgendo un lume lontano, avrebbe esclamato “LUX VERA!”, ossia ‘luce vera’. Al pari degli altri territori delle vallate del Torre, nel corso dei secoli ha seguito le vicende di Tarcento. Divisa, sul finire del Trecento, tra i conti di Gorizia, cui apparteneva Villanova, e la potente famiglia tarcentina dei Frangipane, fu poi riunita in un’unica comunità, amministrata da un podestà. Nella prima metà del XV secolo, col resto del Friuli, fu conquistata dalla repubblica veneta, la cui signoria si protrasse fino alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=PACEDICAMPOFORMIO'>pace di Campoformio</a>, del 1797. Dopo la parentesi napoleonica tornò sotto il dominio austriaco e venne annessa al regno d’Italia al termine della terza guerra d’indipendenza, nel 1866. Nel 1871 fu eretto il Comune, che da allora registrò un progressivo calo demografico. Ingenti sono stati i danni provocati dal terremoto del 1976. Del patrimonio storico-architettonico di un tempo non resta praticamente nulla, all’infuori di una torre campanaria.

Economia

L’agricoltura, poco favorita dalle caratteristiche del territorio, si basa sulla produzione di cereali, ortaggi e frutta; si allevano bovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile e metalmeccanico. Il terziario si compone della rete commercial e dell’insieme dei servizi, che non comprendono quello bancario ma annoverano attività di consulenza informatica. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, anche di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

L’agricoltura, poco favorita dalle caratteristiche del territorio, si basa sulla produzione di cereali, ortaggi e frutta; si allevano bovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile e metalmeccanico. Il terziario si compone della rete commercial e dell’insieme dei servizi, che non comprendono quello bancario ma annoverano attività di consulenza informatica. Tra le strutture sociali figura una casa di riposo. Nelle scuole del posto si impartisce soltanto l’istruzione materna ed elementare. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, anche di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, gustando i genuini prodotti locali e ammirando le bellezze dell’ambiente naturale: una grande attrattiva è rappresentata dalle grotte di Villanova, che formano lunghi e intricati sistemi di caverne. I rapporti con il circondario non sono molto rilevanti; la popolazione vi si rivolge pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado oltre che per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa del Patrono, San Camillo, viene celebrata il 14 luglio.

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi rilassanti soggiorni, gustando i genuini prodotti locali e ammirando le bellezze dell’ambiente naturale: una grande attrattiva è rappresentata dalle grotte di Villanova, che formano lunghi e intricati sistemi di caverne. I rapporti con il circondario non sono molto rilevanti; la popolazione vi si rivolge pure per frequentare le altre scuole dell’obbligo e gli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado oltre che per usufruire dei servizi non forniti sul posto. La festa del Patrono, San Camillo, viene celebrata il 14 luglio.

Località

Cesariis, Micottis, Monte Zaiaur, Musi, Pers, Pradielis, Vedronza, Villanova

Cesariis, Micottis, Monte Zaiaur, Musi, Pers, Pradielis, Vedronza, Villanova

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lusevera rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.