Descrizione

Centro collinare, di antichissime origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I lugagnanesi, che presentano un indice di vecchiaia molto superiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale e, in minor misura, in numerose altre località nonché in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte centro-meridionale. L'abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica; nella prima parte, a sfondo azzurro, si rappresenta un leone d'oro che impugna, con le branche, un ramo di mela cotogna munito di tre frutti, anch'essi dorati; il secondo campo è costituito di dodici “cotisse” rosse e dorate.

Centro collinare, di antichissime origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. I lugagnanesi, che presentano un indice di vecchiaia molto superiore alla media, sono concentrati nel capoluogo comunale e, in minor misura, in numerose altre località nonché in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte centro-meridionale. L'abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica; nella prima parte, a sfondo azzurro, si rappresenta un leone d'oro che impugna, con le branche, un ramo di mela cotogna munito di tre frutti, anch'essi dorati; il secondo campo è costituito di dodici “cotisse” rosse e dorate.

Storia

I primi insediamenti nella zona, in cui sono stati rinvenuti anche resti fossili di balene e crostacei, risalgono all'età neolitica e a questi subentrarono stanziamenti di liguri. Nella seconda metà del I secolo a.C. sorse, nel territorio appenninico già soggetto alla tribù ligure dei Veleiates o Veliates, il MUNICIPIUM romano di Velleia, che abbracciò tutta la parte collinare e montagnosa dell'attuale Piacentino, godendo di una certa prosperità fino al II secolo d.C. Al declino di Velleia seguì l'affermarsi dell'abbazia benedettina del San Salvatore della Val Tolla, la cui autorità su questi luoghi si protrasse fino al XIV secolo, fu sostituita dal dominio di Alberto Scotti e in seguito dei Visconti e degli Sforza. Assegnata da papa Urbano VIII al cardinale Francesco Barberini, divenne feudo degli Sforza Cesarini, entrando poi nel ducato farnesiano. Passata per breve tempo ai Borboni, fu annessa al regno di Sardegna e dal 1748 entrò a far parte del ducato di Parma e Piacenza, restandovi fino all'annessione al Regno d'Italia. Grazie allo sviluppo dell'attività estrattiva registrò un periodo di prosperità dalla fine dell'800 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel corso della quale partecipò attivamente alla lotta partigiana. Nel patrimonio storico-architettonico, oltre al Centro Archeologico di Velleia, degni di rilievo sono: la chiesa di San Zenone; gli oratori della Beata Vergine del Piano e dell'Annunciata; il palazzo Gandolfi; la casa Lombardelli, ad Antognano; il Castello di Prato Ottésola; i resti del Castello di Diolo.

I primi insediamenti nella zona, in cui sono stati rinvenuti anche resti fossili di balene e crostacei, risalgono all'età neolitica e a questi subentrarono stanziamenti di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=LIGURI'>liguri</a>. Nella seconda metà del I secolo a.C. sorse, nel territorio appenninico già soggetto alla tribù ligure dei Veleiates o Veliates, il MUNICIPIUM romano di Velleia, che abbracciò tutta la parte collinare e montagnosa dell'attuale Piacentino, godendo di una certa prosperità fino al II secolo d.C. Al declino di Velleia seguì l'affermarsi dell'abbazia benedettina del San Salvatore della Val Tolla, la cui autorità su questi luoghi si protrasse fino al XIV secolo, fu sostituita dal dominio di Alberto Scotti e in seguito dei Visconti e degli Sforza. Assegnata da papa Urbano VIII al cardinale Francesco Barberini, divenne feudo degli Sforza Cesarini, entrando poi nel ducato farnesiano. Passata per breve tempo ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=BORBONI'>Borboni</a>, fu annessa al regno di Sardegna e dal 1748 entrò a far parte del ducato di Parma e Piacenza, restandovi fino all'annessione al Regno d'Italia. Grazie allo sviluppo dell'attività estrattiva registrò un periodo di prosperità dalla fine dell'800 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel corso della quale partecipò attivamente alla lotta partigiana. Nel patrimonio storico-architettonico, oltre al Centro Archeologico di Velleia, degni di rilievo sono: la chiesa di San Zenone; gli oratori della Beata Vergine del Piano e dell'Annunciata; il palazzo Gandolfi; la casa Lombardelli, ad Antognano; il Castello di Prato Ottésola; i resti del Castello di Diolo.

Economia

Nell'economia locale l'agricoltura conserva un ruolo importante: si coltivano cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, frutteti e soprattutto viti; è praticato anche l'allevamento di bovini e caprini. Nell'industria si registra lo sviluppo del comparto metalmeccanico, ma non mancano imprese edili e fabbriche di articoli in pelle e per la produzione di materiali da costruzione. Rilevante è la produzione di vini D.O.C., tra cui il Gutturnio, il Barbera, il Bonarda, il Monterosso, la Malvasia e il Moscato. Il terziario si compone della rete distributiva e dell'insieme dei servizi, tra i quali va segnalato quello bancario. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo, mentre quelle culturali sono rappresentate da una biblioteca, dal Museo del Calcidico e dalla zona archeologica di Velleia. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo da calcio, un campo da tennis, un bocciodromo e una piscina.

Nell'economia locale l'agricoltura conserva un ruolo importante: si coltivano cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, frutteti e soprattutto viti; è praticato anche l'allevamento di bovini e caprini. Nell'industria si registra lo sviluppo del comparto metalmeccanico, ma non mancano imprese edili e fabbriche di articoli in pelle e per la produzione di materiali da costruzione. Rilevante è la produzione di vini D.O.C., tra cui il Gutturnio, il Barbera, il Bonarda, il Monterosso, la Malvasia e il Moscato. Il terziario si compone della rete distributiva e dell'insieme dei servizi, tra i quali va segnalato quello bancario. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo, mentre quelle culturali sono rappresentate da una biblioteca, dal Museo del Calcidico e dalla zona archeologica di Velleia. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo da calcio, un campo da tennis, un bocciodromo e una piscina.

Relazioni

Meta turistica molto celebrata, soprattutto dal turismo scolastico, registra un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro grazie al suo sviluppo economico che consente l'assorbimento di discreti flussi di manodopera. Al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, attira numerosi visitatori anche con i suoi tradizionali appuntamenti folcloristici: il mercato del venerdì; la festa delle ciambelline, a maggio; il torneo di pallavolo, a giugno e a settembre; il torneo di pallacanestro, a giugno; la gara di mountain bike, a giugno; la festa dello sport, a luglio; il torneo di tennis, a luglio e ad agosto; il torneo di calcio, a settembre; “la fiera fredda” e la sagra delle castagne, che si svolgono a ottobre con il concorso delle vetrine, il mercatino di piccolo antiquariato e uno stand gastronomico. Il Patrono, San Zenone, si festeggia il 9 dicembre.

Meta turistica molto celebrata, soprattutto dal turismo scolastico, registra un buon numero di presenze esterne nel mondo del lavoro grazie al suo sviluppo economico che consente l'assorbimento di discreti flussi di manodopera. Al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, attira numerosi visitatori anche con i suoi tradizionali appuntamenti folcloristici: il mercato del venerdì; la festa delle ciambelline, a maggio; il torneo di pallavolo, a giugno e a settembre; il torneo di pallacanestro, a giugno; la gara di mountain bike, a giugno; la festa dello sport, a luglio; il torneo di tennis, a luglio e ad agosto; il torneo di calcio, a settembre; “la fiera fredda” e la sagra delle castagne, che si svolgono a ottobre con il concorso delle vetrine, il mercatino di piccolo antiquariato e uno stand gastronomico. Il Patrono, San Zenone, si festeggia il 9 dicembre.

Località

Antognano, Arconi, Bacchetti, Breve, Ca' del Checco, Cavalieri, Cereto, Chiavenna Rocchetta, Costa, Dametti, Diolo, Fondo, Gaverti, Lacereto, Lago, Lazzali, Lombardelli, Macinesso, Monte, Niviano Sopra, Niviano Sotto, Parrocchia Chiavenna Rocchetta, Prato Ottesola, Ronchi, Rustigazzo, San Genesio, Velleia Romana, Verdelli, Vicanino, Villa

Antognano, Arconi, Bacchetti, Breve, Ca' del Checco, Cavalieri, Cereto, Chiavenna Rocchetta, Costa, Dametti, Diolo, Fondo, Gaverti, Lacereto, Lago, Lazzali, Lombardelli, Macinesso, Monte, Niviano Sopra, Niviano Sotto, Parrocchia Chiavenna Rocchetta, Prato Ottesola, Ronchi, Rustigazzo, San Genesio, Velleia Romana, Verdelli, Vicanino, Villa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lugagnano Val d'Arda rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.