Descrizione

Piccola comunità di pianura, di origine antica, probabilmente romana, fonda la sua economia sulla tradizionale attività agricola affiancata da un crescente sviluppo dell’indotto turistico. I lignanesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, si distribuiscono tra il capoluogo comunale e pochi nuclei urbani minori. L’assetto pianeggiante del territorio non è connotato da variazioni altimetriche di rilievo. L’abitato, che sorge all’incrocio di alcune strade vicinali, è caratterizzato dalla mole del castello di origine quattrocentesca. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura una betulla verde, sostenuta da due leoni dorati e accompagnata, in capo, da tre stelle a cinque raggi, anch’esse d’oro.

Piccola comunità di pianura, di origine antica, probabilmente romana, fonda la sua economia sulla tradizionale attività agricola affiancata da un crescente sviluppo dell’indotto turistico. I lignanesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, si distribuiscono tra il capoluogo comunale e pochi nuclei urbani minori. L’assetto pianeggiante del territorio non è connotato da variazioni altimetriche di rilievo. L’abitato, che sorge all’incrocio di alcune strade vicinali, è caratterizzato dalla mole del castello di origine quattrocentesca. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura una betulla verde, sostenuta da due leoni dorati e accompagnata, in capo, da tre stelle a cinque raggi, anch’esse d’oro.

Storia

L’origine del toponimo, sebbene incerta, sembra derivare dal nome della famiglia romana Ledinius, che con il suffisso -ANA sta a significare ‘terra appartenente alla famiglia di Ledinio’. Inoltre, il ritrovamento di alcuni reperti risalenti al II secolo d.C. sembra confermare l’ipotesi che il territorio fosse abitato sin dall’età romana. Dopo l’anno mille tale territorio fu preso in concessione dai monaci di Tours, che hanno provveduto alla bonifica e alla creazione della campagna circostante. Con la caduta dei comuni e la nascita delle prime signorie, passò sotto il dominio della casa di Franconia e, tra il XIII e il XIV secolo, fu sotto il dominio della famiglia dei Corradi. Tra i monumenti spicca il castello cittadino, le cui prime notizie risalgono all’anno 1034. Sempre tenuto fuori da ogni guerra e battaglia a causa della sua scarsa importanza strategica, vi nacque il beato Ardizzone, amico di San Francesco d’Assisi. Tra il 1804 e il 1980, data in cui il castello passò al comune di Vercelli, è stato proprietà dell’ospizio dei poveri di Vercelli. Oggi si trova in uno stato di conservazione poco soddisfacente ed è adibito a un uso prettamente agricolo. Inoltre, le numerose costruzioni che si sono ammassate negli ultimi anni a ridosso della sua struttura hanno contribuito maggiormente a minarne l’integrità. Altri edifici degni di nota sono: la parrocchiale di San Germano Vescovo, ingrandita e abbellita nel corso dei secoli; la parrocchiale del Santissimo Salvatore, in località Casalrosso, e la chiesa di San Cristoforo, al cui interno è presente una pittura murale raffigurante la Madonna delle Grazie e un grande crocifisso di marmo bianco.

L’origine del toponimo, sebbene incerta, sembra derivare dal nome della famiglia romana Ledinius, che con il suffisso -ANA sta a significare ‘terra appartenente alla famiglia di Ledinio’. Inoltre, il ritrovamento di alcuni reperti risalenti al II secolo d.C. sembra confermare l’ipotesi che il territorio fosse abitato sin dall’età romana. Dopo l’anno mille tale territorio fu preso in concessione dai monaci di Tours, che hanno provveduto alla bonifica e alla creazione della campagna circostante. Con la caduta dei comuni e la nascita delle prime signorie, passò sotto il dominio della casa di Franconia e, tra il XIII e il XIV secolo, fu sotto il dominio della famiglia dei Corradi. Tra i monumenti spicca il castello cittadino, le cui prime notizie risalgono all’anno 1034. Sempre tenuto fuori da ogni guerra e battaglia a causa della sua scarsa importanza strategica, vi nacque il beato Ardizzone, amico di San Francesco d’Assisi. Tra il 1804 e il 1980, data in cui il castello passò al comune di Vercelli, è stato proprietà dell’ospizio dei poveri di Vercelli. Oggi si trova in uno stato di conservazione poco soddisfacente ed è adibito a un uso prettamente agricolo. Inoltre, le numerose costruzioni che si sono ammassate negli ultimi anni a ridosso della sua struttura hanno contribuito maggiormente a minarne l’integrità. Altri edifici degni di nota sono: la parrocchiale di San Germano Vescovo, ingrandita e abbellita nel corso dei secoli; la parrocchiale del Santissimo Salvatore, in località Casalrosso, e la chiesa di San Cristoforo, al cui interno è presente una pittura murale raffigurante la Madonna delle Grazie e un grande crocifisso di marmo bianco.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di Pro Loco. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Il perno dell’economia locale resta l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione locale: si producono cereali (soprattutto riso); parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di avicoli. La produzione di riso consente anche la presenza, sul territorio, di un’industria per la lavorazione dei prodotti alimentari; altre industrie, seppur di dimensioni modeste, sono attive nel comparto metallurgico e dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Le strutture scolastiche sono del tutto carenti, così come pure quelle sociali. La capacità ricettiva assicura la ristorazione ma non il soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe i lignanesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di Pro Loco. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Il perno dell’economia locale resta l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione locale: si producono cereali (soprattutto riso); parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l’allevamento di avicoli. La produzione di riso consente anche la presenza, sul territorio, di un’industria per la lavorazione dei prodotti alimentari; altre industrie, seppur di dimensioni modeste, sono attive nel comparto metallurgico e dell’edilizia. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità. Le strutture scolastiche sono del tutto carenti, così come pure quelle sociali. La capacità ricettiva assicura la ristorazione ma non il soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe i lignanesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Relazioni

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, lontano dal frastuono e dal traffico della città. è poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: la popolazione vi si rivolge per usufruire dei servizi non disponibili localmente, oltre che per motivi di studio. Tra le manifestazioni culturali e folcloristiche merita di essere citata “la fagiolata” a carnevale. Tra i piatti tipici: la “panissa” (risotto con fagioli, vino rosso e salame della duja –conservato sotto grasso di maiale–) e il fritto di rane. Inoltre, il gruppo sportivo e la Pro Loco organizzano, durante l’anno, varie attività sportive e ricreative. La festa patronale, in onore di San Germano, si celebra la prima domenica di settembre con serata danzante e degustazione di piatti tipici. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, lontano dal frastuono e dal traffico della città. è poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: la popolazione vi si rivolge per usufruire dei servizi non disponibili localmente, oltre che per motivi di studio. Tra le manifestazioni culturali e folcloristiche merita di essere citata “la fagiolata” a carnevale. Tra i piatti tipici: la “panissa” (risotto con fagioli, vino rosso e salame della duja –conservato sotto grasso di maiale–) e il fritto di rane. Inoltre, il gruppo sportivo e la Pro Loco organizzano, durante l’anno, varie attività sportive e ricreative. La festa patronale, in onore di San Germano, si celebra la prima domenica di settembre con serata danzante e degustazione di piatti tipici. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.

Località

Casalrosso, Veneria

Casalrosso, Veneria

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lignana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.