Descrizione

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole e industriali. Gli alicesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. La posizione geografica di collina determina nel profilo geometrico del territorio comunale variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si raccoglie con forma circolare su una modesta ondulazione ed è caratterizzato da vie strette che si snodano dal centro. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura un castello d’argento, costituito da due torri laterali, sovrastate da due stelle d’oro a cinque raggi, e da un’alta torre centrale attraversata da un’aquila nera.

Comune collinare, di origine medievale, la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole e industriali. Gli alicesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale. La posizione geografica di collina determina nel profilo geometrico del territorio comunale variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, interessato da espansione edilizia, si raccoglie con forma circolare su una modesta ondulazione ed è caratterizzato da vie strette che si snodano dal centro. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura un castello d’argento, costituito da due torri laterali, sovrastate da due stelle d’oro a cinque raggi, e da un’alta torre centrale attraversata da un’aquila nera.

Storia

Il toponimo sembra risalire al latino ALLICUS ma già le prime attestazioni medievali adottano l’attuale denominazione. Viene nominata per la prima volta in un diploma del 963 con cui Ottone conferma il possesso dell’area al conte Aimone; alla fine del XII secolo era la nobile famiglia dei Cavaglia che ne aveva la signoria esercitando anche funzioni giurisdizionali (i suoi membri erano giudici e messi dell’imperatore) ma i loro possedimenti furono coinvolti nella guerra tra Vercelli e Ivrea e così vendettero parte del feudo alla famiglia dei Bondonni mentre un’altra parte fu ceduta, per coprire gli ingenti debiti, al cardinale Guala Bicchieri che ne fece dono all’abate di Sant’Andrea insieme ai diritti di caccia e pesca e alle condotte d’acqua. Con l’accendersi delle lotte tra guelfi e ghibellini nel 1243, il castello, ceduto a Pietro Bicchieri dall’abate Tommaso Gallo, fu armato contro il comune del capoluogo dal quale, nel 1270, gli abitanti di questa e altre località limitrofe ottennero di potersi riunire in un borgo franco. Ciò suscitò la dura opposizione dell’abbazia di Sant’Andrea che giunse al punto di scomunicare coloro che avessero voluto trasferirsi nel nuovo borgo. Nel 1446 una parte della zona passò al conte Giovanni Valperga che ottenne la carica di cancelliere sabaudo ma fu fatto arrestare e uccidere dopo un sommario processo in quanto aspro nemico di Filippo senza terra. Tra le testimonianze storico-architettoniche di rilievo figura il castello, che mutata più volte la fisionomia, fu ampliato fino a incorporare la parrocchiale e la casa comunale. La fortificazione si ergeva sul perimetro di un’altura dominante e fu più volte rimaneggiata dopo i saccheggi e le distruzioni del XVI e XVII secolo, durante le guerre sabaude. Oltre alla probabile presenza di un ricetto, il castello era munito di ponte levatoio servendo da rifugio alla popolazione. Degne di nota sono anche: la parrocchiale di San Nicola, a pianta longitudinale, al cui interno è presente una Crocifissione risalente alla seconda metà del XVIII secolo; la chiesa della confraternita dell’Immacolata Concezione e quella dei Santi Fabiano e Sebastiano del 1585.

Il toponimo sembra risalire al latino ALLICUS ma già le prime attestazioni medievali adottano l’attuale denominazione. Viene nominata per la prima volta in un diploma del 963 con cui Ottone conferma il possesso dell’area al conte Aimone; alla fine del XII secolo era la nobile famiglia dei Cavaglia che ne aveva la signoria esercitando anche funzioni giurisdizionali (i suoi membri erano giudici e messi dell’imperatore) ma i loro possedimenti furono coinvolti nella guerra tra Vercelli e Ivrea e così vendettero parte del feudo alla famiglia dei Bondonni mentre un’altra parte fu ceduta, per coprire gli ingenti debiti, al cardinale Guala Bicchieri che ne fece dono all’abate di Sant’Andrea insieme ai diritti di caccia e pesca e alle condotte d’acqua. Con l’accendersi delle lotte tra <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFI'>guelfi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINI'>ghibellini</a> nel 1243, il castello, ceduto a Pietro Bicchieri dall’abate Tommaso Gallo, fu armato contro il comune del capoluogo dal quale, nel 1270, gli abitanti di questa e altre località limitrofe ottennero di potersi riunire in un borgo franco. Ciò suscitò la dura opposizione dell’abbazia di Sant’Andrea che giunse al punto di scomunicare coloro che avessero voluto trasferirsi nel nuovo borgo. Nel 1446 una parte della zona passò al conte Giovanni Valperga che ottenne la carica di cancelliere sabaudo ma fu fatto arrestare e uccidere dopo un sommario processo in quanto aspro nemico di Filippo senza terra. Tra le testimonianze storico-architettoniche di rilievo figura il castello, che mutata più volte la fisionomia, fu ampliato fino a incorporare la parrocchiale e la casa comunale. La fortificazione si ergeva sul perimetro di un’altura dominante e fu più volte rimaneggiata dopo i saccheggi e le distruzioni del XVI e XVII secolo, durante le guerre sabaude. Oltre alla probabile presenza di un ricetto, il castello era munito di ponte levatoio servendo da rifugio alla popolazione. Degne di nota sono anche: la parrocchiale di San Nicola, a pianta longitudinale, al cui interno è presente una Crocifissione risalente alla seconda metà del XVIII secolo; la chiesa della confraternita dell’Immacolata Concezione e quella dei Santi Fabiano e Sebastiano del 1585.

Economia

Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono cereali (soprattutto riso), frumento, ortaggi, foraggi, uva e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da alcune aziende attive nella lavorazione e nella commercializzazione dei prodotti alimentari; altre imprese operano nei comparti edile, meccanico, metallurgico, cantieristico, della lavorazione della pietra e del legno, della produzione di macchine per l’agricoltura, dei materiali da costruzione e dei mobili. Particolarmente sviluppate sono anche le attività rivolte ai prodotti tessili e alle confezioni che, sebbene presenti in pochi esemplari, hanno al loro interno una forza lavoro sostenuta. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario, assicurativo e immobiliare. Non vi sono strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione materna ed elementare; si segnala la presenza di una biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola ristorazione. Il servizio sanitario è assicurato dalla locale farmacia.

Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono cereali (soprattutto riso), frumento, ortaggi, foraggi, uva e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da alcune aziende attive nella lavorazione e nella commercializzazione dei prodotti alimentari; altre imprese operano nei comparti edile, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, metallurgico, cantieristico, della lavorazione della pietra e del legno, della produzione di macchine per l’agricoltura, dei materiali da costruzione e dei mobili. Particolarmente sviluppate sono anche le attività rivolte ai prodotti tessili e alle confezioni che, sebbene presenti in pochi esemplari, hanno al loro interno una forza lavoro sostenuta. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario, assicurativo e immobiliare. Non vi sono strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione materna ed elementare; si segnala la presenza di una biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola ristorazione. Il servizio sanitario è assicurato dalla locale farmacia.

Relazioni

All’assenza di movimento turistico, legata alla mancanza di attrattive particolari, fanno riscontro le molte presenze nel mondo del lavoro, dovute all’assorbimento di manodopera, anche esterna, da parte delle numerose aziende che hanno determinato il suo apprezzabile sviluppo economico. Tra le manifestazioni tradizionali si segnalano: la fiera primaverile, il 6 aprile, e quella di San Gallo, il 5 ottobre. La festa del Patrono, San Nicola, si celebra il 6 dicembre con una fiera.

All’assenza di movimento turistico, legata alla mancanza di attrattive particolari, fanno riscontro le molte presenze nel mondo del lavoro, dovute all’assorbimento di manodopera, anche esterna, da parte delle numerose aziende che hanno determinato il suo apprezzabile sviluppo economico. Tra le manifestazioni tradizionali si segnalano: la fiera primaverile, il 6 aprile, e quella di San Gallo, il 5 ottobre. La festa del Patrono, San Nicola, si celebra il 6 dicembre con una fiera.

Località

Madonna-Massarotta

Madonna-Massarotta

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Alice Castello rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.