Descrizione

Comune montano di antichissima origine, ai nostri giorni modesta località di villeggiatura che vive principalmente delle attività terziarie. La comunità dei leccesi, il cui indice di vecchiaia è piuttosto elevato, risiede per intero nel capoluogo comunale, risorto dopo il terremoto del 1915 e da allora protagonista di un vivace processo di espansione e di trasformazione edilizia. Il territorio comunale deve il suo profilo geometrico vario e irregolare agli accentuati dislivelli altimetrici: solo marginalmente interessato dalla conca del Fucino, abbraccia infatti una zona di media e alta montagna, culminante con la vetta del monte Turchio, incisa dalle grotte di Amino e Mandrilli e solcata dalla valle di Santa Lucia, in cui corre il torrente Tavana. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia, fra le lettere S e B puntate, l'immagine del vescovo S. Biagio, che indossa la mitra e impugna con la sinistra il pastorale.

Comune montano di antichissima origine, ai nostri giorni modesta località di villeggiatura che vive principalmente delle attività terziarie. La comunità dei leccesi, il cui indice di vecchiaia è piuttosto elevato, risiede per intero nel capoluogo comunale, risorto dopo il terremoto del 1915 e da allora protagonista di un vivace processo di espansione e di trasformazione edilizia. Il territorio comunale deve il suo profilo geometrico vario e irregolare agli accentuati dislivelli altimetrici: solo marginalmente interessato dalla conca del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=FUCINO'>Fucino</a>, abbraccia infatti una zona di media e alta montagna, culminante con la vetta del monte Turchio, incisa dalle grotte di Amino e Mandrilli e solcata dalla valle di Santa Lucia, in cui corre il torrente Tavana. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia, fra le lettere S e B puntate, l'immagine del vescovo S. Biagio, che indossa la mitra e impugna con la sinistra il pastorale.

Storia

Il territorio comunale ospitò un insediamento dei marsi distrutto dai romani durante la guerra sociale. La genesi del borgo medievale è avvolta nell'incertezza: secondo alcuni l'antico abitato, che prende il nome dal fitonimo leccio, sarebbe sorto all'epoca della dominazione longobarda con funzioni difensive. Le prime notizie certe che lo riguardano risalgono però al XV secolo: a quest'altezza cronologica esso risulta soggetto alla contea di Celano, di cui seguì le sorti fino al XIX secolo. Dopo aver conosciuto nel 1656 un'epidemia di colera, nel 1915, per interminabili attimi, tremò a causa di violente scosse telluriche e cedendo travolse i suoi abitanti. L'antico abitato conserva solo i resti sparsi di una cinta muraria e di un castello, mentre in località Castelluccio si erge una torre in buono stato di conservazione; recenti scavi archeologici, inoltre, hanno portato alla luce gli avanzi di un tempietto di epoca preromana in località La Tavana. Il più antico insediamento, noto come Lecce Vecchio, fu edificato nell'alto Medioevo a quota 1.400metri sul livello del mare. Nel corso dei secoli, nuovi aggregati crebbero in corrispondenza dei cosiddetti casali di Lecce (Castelluccio, Vallemora, Taroti) e nel sito attualmente occupato dal capoluogo comunale; quest'ultimo acquistò una netta preminenza all'indomani del terremoto del 1915, quando l'antico abitato, e con esso i casali di Sierri, Macchia e Camerino, furono definitivamente abbandonati.

Il territorio comunale ospitò un insediamento dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=MARSI'>marsi</a> distrutto dai romani durante la guerra sociale. La genesi del borgo medievale è avvolta nell'incertezza: secondo alcuni l'antico abitato, che prende il nome dal fitonimo leccio, sarebbe sorto all'epoca della dominazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=ABR&parola=LONGOBARDA'>longobarda</a> con funzioni difensive. Le prime notizie certe che lo riguardano risalgono però al XV secolo: a quest'altezza cronologica esso risulta soggetto alla contea di Celano, di cui seguì le sorti fino al XIX secolo. Dopo aver conosciuto nel 1656 un'epidemia di colera, nel 1915, per interminabili attimi, tremò a causa di violente scosse telluriche e cedendo travolse i suoi abitanti. L'antico abitato conserva solo i resti sparsi di una cinta muraria e di un castello, mentre in località Castelluccio si erge una torre in buono stato di conservazione; recenti scavi archeologici, inoltre, hanno portato alla luce gli avanzi di un tempietto di epoca preromana in località La Tavana. Il più antico insediamento, noto come Lecce Vecchio, fu edificato nell'alto Medioevo a quota 1.400metri sul livello del mare. Nel corso dei secoli, nuovi aggregati crebbero in corrispondenza dei cosiddetti casali di Lecce (Castelluccio, Vallemora, Taroti) e nel sito attualmente occupato dal capoluogo comunale; quest'ultimo acquistò una netta preminenza all'indomani del terremoto del 1915, quando l'antico abitato, e con esso i casali di Sierri, Macchia e Camerino, furono definitivamente abbandonati.

Economia

La forza della tradizione imprime ritmi pacati all'esistenza dei leccesi e si manifesta in una certa resistenza al cambiamento: il comune, che comprende solo una piccolissima porzione della piattaforma agricola ad alto rendimento del Fucino, non può contare su un'agricoltura particolarmente florida e non possiede industrie di rilievo; tuttavia il discreto sviluppo del commercio e dei servizi incentiva l'afflusso di villeggianti e contribuisce ad elevare i valori di reddito e di consumi. La comunità dei leccesi, che esprime la propria inclinazione per la cultura attraverso le attività di alcuni circoli culturali e ricreativi, gode del discreto livello di sviluppo del sistema delle infrastrutture. Il comune possiede gli ordinari uffici municipali e postali, dispone di una scuola materna e delle scuole dell'obbligo e beneficia della presenza di un centro clinico; usufruisce di un'adeguata dotazione di alberghi e di ristoranti -un campeggio è stato attivato nella parte alta del paese- e possiede superfici attrezzate per il gioco della pallavolo, della pallacanestro e del tennis, oltre ad una piscina e ad un campo di calcio a disposizione della squadra locale (Lycia Società Sportiva).

La forza della tradizione imprime ritmi pacati all'esistenza dei leccesi e si manifesta in una certa resistenza al cambiamento: il comune, che comprende solo una piccolissima porzione della piattaforma agricola ad alto rendimento del Fucino, non può contare su un'agricoltura particolarmente florida e non possiede industrie di rilievo; tuttavia il discreto sviluppo del commercio e dei servizi incentiva l'afflusso di villeggianti e contribuisce ad elevare i valori di reddito e di consumi. La comunità dei leccesi, che esprime la propria inclinazione per la cultura attraverso le attività di alcuni circoli culturali e ricreativi, gode del discreto livello di sviluppo del sistema delle infrastrutture. Il comune possiede gli ordinari uffici municipali e postali, dispone di una scuola materna e delle scuole dell'obbligo e beneficia della presenza di un centro clinico; usufruisce di un'adeguata dotazione di alberghi e di ristoranti -un campeggio è stato attivato nella parte alta del paese- e possiede superfici attrezzate per il gioco della pallavolo, della pallacanestro e del tennis, oltre ad una piscina e ad un campo di calcio a disposizione della squadra locale (Lycia Società Sportiva).

Relazioni

Gli imprevedibili scorci di natura, alcuni dei quali incorniciano la pista di sci da fondo in località La Cicerana; lo spettacolo delle multiformi concrezioni rocciose della lunghissima grotta di Mandrilli; il sapore intenso delle carni locali, a cui è dedicata la sagra dell'agnello (agosto); i colori ed il trambusto di un'antichissima fiera che accompagna i festeggiamenti in onore di Santa Lucia (13 dicembre): in breve, sono infinite le ragioni per inserire questo comune in un suggestivo itinerario attraverso il montuoso entroterra abruzzese. La festa del Patrono S. Biagio si celebra il 3 febbraio. È opinione diffusa ma non da tutti condivisa che il paese abbia dato i natali al pittore Andrea Delitio, attivo nella seconda metà del XV secolo.

Gli imprevedibili scorci di natura, alcuni dei quali incorniciano la pista di sci da fondo in località La Cicerana; lo spettacolo delle multiformi concrezioni rocciose della lunghissima grotta di Mandrilli; il sapore intenso delle carni locali, a cui è dedicata la sagra dell'agnello (agosto); i colori ed il trambusto di un'antichissima fiera che accompagna i festeggiamenti in onore di Santa Lucia (13 dicembre): in breve, sono infinite le ragioni per inserire questo comune in un suggestivo itinerario attraverso il montuoso entroterra abruzzese. La festa del Patrono S. Biagio si celebra il 3 febbraio. È opinione diffusa ma non da tutti condivisa che il paese abbia dato i natali al pittore Andrea Delitio, attivo nella seconda metà del XV secolo.

Località

Mad. Pozzo-Pietrascritta, Monte Turchio Lampazzo

Mad. Pozzo-Pietrascritta, Monte Turchio Lampazzo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lecce nei Marsi rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.