Descrizione

Centro collinare di origine antica, che trae sostentamento dalle attività rurali e dal terziario. La comunità dei larianesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale, di aspetto moderno e di forma allungata. Il profilo geometrico del territorio comunale ha un andamento vario: da un lato, infatti, s’inseguono morbide colline rivestite di vigneti, dall’altro si staglia la cima del monte Maschio di Lariano. Rigogliosi boschi di castagno, residui della fitta selva decantata da antichi scrittori, ammantano ancora le pendici di questa vetta, offrendo rifugio all’upupa, al picchio, allo scoiattolo e all’istrice; qua e là si aprono inoltre praterie erbose, su cui è facile imbattersi in bestiame al pascolo. A poca distanza dall’abitato è posto il lago di Giulianello, le cui sponde, ombreggiate da querce secolari, salici e pioppi, riecheggiano il gracidio della rana e del rospo verde. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre rossa merlata “alla guelfa”, affiancata da due alberi di castagno e posta su una verde pianura. Sopra lo scudo, su lista azzurra svolazzante, figura la scritta ARIANAE LATIUM VETUS, in caratteri d’argento.

Centro collinare di origine antica, che trae sostentamento dalle attività rurali e dal terziario. La comunità dei larianesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale, di aspetto moderno e di forma allungata. Il profilo geometrico del territorio comunale ha un andamento vario: da un lato, infatti, s’inseguono morbide colline rivestite di vigneti, dall’altro si staglia la cima del monte Maschio di Lariano. Rigogliosi boschi di castagno, residui della fitta selva decantata da antichi scrittori, ammantano ancora le pendici di questa vetta, offrendo rifugio all’upupa, al picchio, allo scoiattolo e all’istrice; qua e là si aprono inoltre praterie erbose, su cui è facile imbattersi in bestiame al pascolo. A poca distanza dall’abitato è posto il lago di Giulianello, le cui sponde, ombreggiate da querce secolari, salici e pioppi, riecheggiano il gracidio della rana e del rospo verde. Sullo sfondo argentato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre rossa merlata “alla guelfa”, affiancata da due alberi di castagno e posta su una verde pianura. Sopra lo scudo, su lista azzurra svolazzante, figura la scritta ARIANAE LATIUM VETUS, in caratteri d’argento.

Storia

Abitata già in epoca romana, risorse nel Medioevo come piccolo borgo agricolo, in difesa del quale fu presto edificato un castello chiamato Algido. Nella seconda metà dell’XI secolo papa Alessandro II, attratto dalla posizione strategica della rocca, la chiese ed ottenne dai conti di Tuscolo, che l’avevano in enfiteusi. Nel Quattrocento, divenuta feudo dei Colonna e coinvolta nelle lotte tra questi e la Chiesa, venne assediata dai velletrani che, guidati dal cardinale Vitelleschi, la distrussero completamente. Seguì poi le sorti di Velletri, fino al raggiungimento dell’autonomia comunale (1967). Nel 1944 venne quasi completamente distrutta dai bombardamenti. Il toponimo deriva probabilmente dal personale latino LARIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS, che indica il possesso fondiario; mancano tuttavia fonti documentarie a riscontro di questa tesi. La sola eccezione all’aspetto tutto moderno dell’abitato è costituita dai ruderi del castello, databili in parte all’epoca medievale e in parte al XV secolo. Il monumento religioso di maggior spicco è la parrocchiale di Santa Maria Intemerata, di moderna fattura, a croce latina e a tre navate.

Abitata già in epoca romana, risorse nel Medioevo come piccolo borgo agricolo, in difesa del quale fu presto edificato un castello chiamato Algido. Nella seconda metà dell’XI secolo papa Alessandro II, attratto dalla posizione strategica della rocca, la chiese ed ottenne dai conti di Tuscolo, che l’avevano in enfiteusi. Nel Quattrocento, divenuta feudo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=COLONNA'>Colonna</a> e coinvolta nelle lotte tra questi e la Chiesa, venne assediata dai velletrani che, guidati dal cardinale Vitelleschi, la distrussero completamente. Seguì poi le sorti di Velletri, fino al raggiungimento dell’autonomia comunale (1967). Nel 1944 venne quasi completamente distrutta dai bombardamenti. Il toponimo deriva probabilmente dal personale latino LARIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS, che indica il possesso fondiario; mancano tuttavia fonti documentarie a riscontro di questa tesi. La sola eccezione all’aspetto tutto moderno dell’abitato è costituita dai ruderi del castello, databili in parte all’epoca medievale e in parte al XV secolo. Il monumento religioso di maggior spicco è la parrocchiale di Santa Maria Intemerata, di moderna fattura, a croce latina e a tre navate.

Economia

Accanto alle tradizionali attività rurali, rappresentate dalla silvicoltura, dall’allevamento di bestiame e dalla produzione di uva, olive, castagne e funghi, si registra la significativa presenza dell’industria; quest’ultima annovera piccole e medie imprese dedite alla metallurgia, all’elettronica, alla produzione di materiali da costruzione, e, soprattutto, alla lavorazione del legname (il legno di castagno rappresenta una delle principali risorse locali e un motivo d’attrazione per il mercato esterno); non è tuttavia in grado di assorbire tutta la manodopera disponibile, che è pertanto costretta al pendolarismo. Il terziario, rappresentato da un’efficiente rete distributiva e da un ampio ventaglio di servizi, è di valido sostegno al turismo, che può far leva anche su un discreto apparato ricettivo. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune ospita una casa di riposo e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma non dispone di strutture culturali di rilievo, quali musei o biblioteche; un poliambulatorio e un consultorio familiare provvedono all’assistenza sanitaria.

Accanto alle tradizionali attività rurali, rappresentate dalla silvicoltura, dall’allevamento di bestiame e dalla produzione di uva, olive, castagne e funghi, si registra la significativa presenza dell’industria; quest’ultima annovera piccole e medie imprese dedite alla metallurgia, all’elettronica, alla produzione di materiali da costruzione, e, soprattutto, alla lavorazione del legname (il legno di castagno rappresenta una delle principali risorse locali e un motivo d’attrazione per il mercato esterno); non è tuttavia in grado di assorbire tutta la manodopera disponibile, che è pertanto costretta al pendolarismo. Il terziario, rappresentato da un’efficiente rete distributiva e da un ampio ventaglio di servizi, è di valido sostegno al turismo, che può far leva anche su un discreto apparato ricettivo. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, il comune ospita una casa di riposo e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma non dispone di strutture culturali di rilievo, quali musei o biblioteche; un poliambulatorio e un consultorio familiare provvedono all’assistenza sanitaria.

Relazioni

Il più tipico dei sapori della cucina larianese, che esercita sul movimento turistico un forte richiamo, è quello del buon pane di farina scura prodotto nei forni locali. La vetta del monte Maschio di Lariano, inoltre, è meta tradizionale di escursionisti, che amano percorrere i suoi sentieri ombrosi, raccogliere i frutti spontanei del sottobosco (funghi, fragole, lamponi e malva) e spingersi fino alle radure fiorite di ciclamini, ranuncoli, anemoni, narcisi, orchidee selvatiche e gigli rossi. L’ultima domenica di settembre, con la sagra del porcino, si celebra uno dei più importanti prodotti locali: le vie dell’abitato, occupate dagli stand gastronomici, pullulano di visitatori, attratti dagli allegri e rumorosi spettacoli in piazza. La festa della Patrona Sant’Eurosia si celebra l’ultima domenica di maggio; i festeggiamenti popolari hanno inizio la sera precedente con una fiaccolata notturna e proseguono il giorno dopo con concerti bandistici, esibizioni di sbandieratori e spettacoli pirotecnici. Dal 1980 è gemellata con Sausset-les-Pins (Francia).

Il più tipico dei sapori della cucina larianese, che esercita sul movimento turistico un forte richiamo, è quello del buon pane di farina scura prodotto nei forni locali. La vetta del monte Maschio di Lariano, inoltre, è meta tradizionale di escursionisti, che amano percorrere i suoi sentieri ombrosi, raccogliere i frutti spontanei del sottobosco (funghi, fragole, lamponi e malva) e spingersi fino alle radure fiorite di ciclamini, ranuncoli, anemoni, narcisi, orchidee selvatiche e gigli rossi. L’ultima domenica di settembre, con la sagra del porcino, si celebra uno dei più importanti prodotti locali: le vie dell’abitato, occupate dagli stand gastronomici, pullulano di visitatori, attratti dagli allegri e rumorosi spettacoli in piazza. La festa della Patrona Sant’Eurosia si celebra l’ultima domenica di maggio; i festeggiamenti popolari hanno inizio la sera precedente con una fiaccolata notturna e proseguono il giorno dopo con concerti bandistici, esibizioni di sbandieratori e spettacoli pirotecnici. Dal 1980 è gemellata con Sausset-les-Pins (Francia).

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lariano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.